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Diritti

Ordinanza sui lavavetri, digiuno a staffetta

L’ormai famosa ordinanza del Comune di Firenze contro i lavavetri è quasi un manifesto politico e potrebbe essere imitato in tutt’Italia. L’ordinanza ha avuto un effetto dirompente sul piano culturale, offrendo una legittimazione ‘da sinistra’ a temi e provvedimenti tipici…

L’ormai famosa ordinanza del Comune di Firenze contro i lavavetri è quasi un manifesto politico e potrebbe essere imitato in tutt’Italia. L’ordinanza ha avuto un effetto dirompente sul piano culturale, offrendo una legittimazione ‘da sinistra’ a temi e provvedimenti tipici della destra, e in particolare di quella leghista. Il ‘consenso’ registrato dai sondaggi è indice della traccia profonda lasciata nel senso comune.
Occorre agire al più presto a questo livello – il livello della percezione immediata, del consenso irriflessivo – e offrire un punto di vista alternativo. Occorre rendere evidente la contrarietà etica, culturale e politica di una parte della società. E’ un’opinione che resta soffocata dal battage mediatico, dalla rassegnata accettazione, nel ceto politico, delle politiche autoritarie, che sono ormai considerate necessarie e in definitiva – anche – di sinistra.

Per questo a Firenze abbiamo pensato di lanciare un digiuno a staffetta, in modo da testimoniare lo sdegno e la contrarietà verso l’ideologia autoritaria che sta dietro l’ordinanza. Qui sotto c’è il testo elaborato dai cinque promotori (fra i quali il sottoscritto, che vive a Firenze) e che ha già ricevuto l’adesione di qualche decina di fiorentini. Lunedì 17, dopo la discussione in consiglio comunale, decideremo come organizzare il digiuno. L’idea – al momento – è di chiedere adesioni anche a livello nazionale, purché ciascuno si impegni ad agire, nelle sue 24 ore di digiuno, per rendere visibile la sua adesione alla protesta, indossando ad esempio un adesivo e sempre parlando con le persone che incontra. Ne discuteremo lunedì.

UNA PROPOSTA CONCRETA E NONVIOLENTA: DIGIUNO A STAFFETTA PER IL RITIRO DELL’ORDINANZA CHE CRIMINALIZZA I LAVAVETRI

COME NASCE

Presentata con successo martedì 11 Settembre nell’assemblea dei movimenti riuniti al Centro Sociale de Le Piagge, questa iniziativa è promossa da un piccolo gruppo di cittadini che crede nella necessità del ritiro immediato dell’ordinanza Cioni/Domenici , nell’urgenza di più efficaci politiche sociali e nella nonviolenza come modalità per gestire i conflitti.


IL PROSSIMO APPUNTAMENTO

La prima occasione per aderire e per rendersi disponibili al comitato di coordinamento e supporto per l’organizzazione della “staffetta” (cui hanno già aderito 30 persone) è per Lunedì 17 Settembre alle ore 18:00 a Palazzo Vecchio, Firenze, durante la seduta del Consiglio Comunale che discuterà proprio l’ordinanza Cioni/Domenici.


L’OCCASIONE

Crediamo che a un atto estremo come il tentativo della Giunta comunale di capovolgere le logiche e le priorità di questa città, criminalizzando i lavavetri, si debba rispondere con un atto altrettanto radicale: un digiuno, pur nel rispetto, nell’autonomia e nel sostegno delle altre iniziative che verranno, speriamo, messe in campo da altri soggetti.


METTERSI IN GIOCO E COMUNICARE CON LA NONVIOLENZA

Siamo abituati a porre al centro della nostra azione atti collettivi, infatti la forma di protesta a cui pensiamo è quello del digiuno: in India lo chiamano “dharma”, digiuno davanti alla porta dell’obiettivo: in questo caso Palazzo Vecchio.

La formula che proponiamo è quella di una “staffetta del digiuno” che consentirebbe al numero più ampio possibile di cittadine e cittadini di Firenze e non solo, di aderire e prendervi parte, un giorno a loro scelta. Si aderisce come singoli cittadini. Si digiuna per un giorno intero, 24 ore, bevendo solo acqua. In coppie o piccoli gruppi, a seconda delle adesioni. Nel presidio, nel proprio privato o nel luogo di lavoro, a Firenze o fuori dai confini della città, ovunque, a condizione di dichiararlo apertamente, manifestandosi disposti a discutere con chiunque sulle ragioni di questa scelta, esplicitando la propria adesione con un adesivo attaccato al petto o con altro mezzo da progettare insieme. Il digiuno creerà l’occasione per costruire momenti di incontro, parlare con le persone, spiegare, confrontarsi.


LE RAGIONI

Sappiamo bene che l’ordinanza ha un consenso enorme, ma noi abbiamo dalla nostra, una “ragione” enorme: il rifiuto dell’autoritarsimo, il rispetto della dignità di ciascuno.

Pensiamo che l’agenda politica debba essere altra. Pensiamo che le priorità di chi gestisce una città complessa debbano essere diverse. Rifiutiamo la logica dell’esclusione, del prendersela con il debole per distrarre rispetto ai problemi “forti” che non si vogliono affrontare: cementificazioni, traffico, tumori e malattie respiratorie in aumento, danni ambientali, politiche abitative disastrose, una società sempre più precaria, un potere d’acquisto in perenne caduta. Invece di affrontare questi temi, si decide di investire sulle paure del cittadino benpensante, emarginando ulteriormente l’immigrato, il lavavetri, il senza fissa dimora, il punkabbestia, il graffitaro…. le logiche di questa ordinanza sono da rifiutare senza appello se esiste ancora una cittadinanza democratica.

Sono le garanzie democratiche che difendiamo da questa ordinanza: quello che vale oggi per il lavavetri, potrà valere domani per ciascuno di noi. Se lasciamo passare il principio sarà solo una questione di tempo: noi stessi diventiamo ogni giorno più precari, noi stessi ci impoveriamo ogni giorno di più. Oggi il bersaglio è il lavavetri, il precario al quadrato, e domani ciascuno di noi, ciascuna categoria potrà diventare un bersaglio per nuove esclusioni.


Una società democratica ha il dovere di attuare politiche sociali efficaci: primo soccorso e assistenza verso gli immigrati in difficoltà, senza prevedere l’uso delle polizie e senza il bisogno di armare i vigili urbani. Siamo decisamente contro al modello CPT. Chiediamo dignità e umanità per i più deboli: un letto per dormire, un piatto caldo al giorno, un posto dove lavarsi. In collaborazione con l’associazionismo del territorio non sarebbe impossibile per il Comune coordinare un’assistenza all’arrivo che togliesse dalla strada chi desidera entrare in un percorso di integrazione e lavorare il prima possibile. Crediamo che la sicurezza sia importante, sì, specialmente quella di vivere in una città pacifista e accogliente, e non “pacificata” attraverso la rimozione forzata dei problemi.

I PRIMI PROMOTORI

Matteo Bortolon, Tiziano Cardosi, Lisa Clark, Lorenzo Guadagnucci, Camilla Lattanzi, Alessandro Santoro, Marco Sodi, Claudio Soldaini, Saverio Tommasi.

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