Opere facili da consumare ma difficili da digerire che vivono grazie al passaparola delle persone. Benvenuti nel mondo di Odee Friðriksson (che lo scorso anno ha adottato legalmente il suo nome d’arte), artista concettuale e performativo di origini islandesi che nel suo lavoro esplora i temi della giustizia sociale, degli illeciti commessi dalle grandi aziende del Pianeta e del ruolo che i media hanno nel plasmare l’opinione pubblica.
Nel 2023, mentre era ancora studente del master in Belle arti all’Università norvegese di Bergen, ha pubblicato la sua opera più famosa intitolata “We’re Sorry” e dedicata ai presunti illeciti commessi dalla società di pesca islandese Samherji in Namibia.
Oggi rischia di dover pagare un pesante risarcimento per danno d’immagine all’azienda ma nonostante questo non ritratta la sua opera. “In gioco non c’è solo la mia libertà d’espressione”, spiega ad Altreconomia.
Odee, partiamo dall’inizio. Come nasce “We’re Sorry”?