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Esteri / Attualità

Nigeriane vittime di tratta, smantellata una rete tra Italia e Spagna

Tra il 2014 e il 2016, il numero di nigeriane sbarcate in Italia è aumentato del 600%. Per alcune di loro il loro viaggio continua anche al di là dei confini nazionali, costrette a prostituirsi in altri Paesi europei. Un’operazione della polizia spagnola svela reti transnazionali.

L’Italia come porta d’ingresso per le giovani donne nigeriane vittime di tratta. Costrette a prostituirsi non solo lungo le strade del nostro Paese, ma anche all’estero. Una recente operazione della polizia spagnola (in collaborazione con gli omologhi finlandesi e con il supporto di Europol ed Eurojust) ha permesso di smantellare un gruppo criminale che costringeva giovani donne nigeriane a prostituirsi in diverse città spagnole dopo averle trafficate attraverso l’Italia.

Le indagini (che hanno portato all’arresto di 25 persone) hanno rivelato l’esistenza di una rete criminale ben strutturata, che operava in Spagna e che aveva una rete molto solida in Nigeria, Niger, Libia e anche in Italia. “Questo permetteva alla rete criminale di controllare tutto il percorso: dal reclutamento delle vittime in Nigeria al passaggio attraverso Niger, Libia e Italia. Fino alla Spagna, dove erano costrette a prostituirsi”, si legge in un comunicato di Europol. Come avviene anche in Italia, una volta arrivate in Spagna, le vittime venivano istruite affinché chiedessero asilo “in modo da poter lavorare per l’organizzazione criminale senza problemi”, aggiunge Europol, sottolineando come il gruppo inoltre fornisca alle vittime documenti falsi con cui presentare domanda di protezione.

L’Italia rappresentava un punto di passaggio fondamentale. “Le ragazze venivano collocate in centri di accoglienza per migranti, dove aspettavano istruzioni – spiega la polizia spagnola in un suo comunicato stampa sull’operazione -. In quel Paese (l’Italia, ndr) l’organizzazione aveva una rete di alloggi dove ospitavano le vittime dopo averle fatte uscire dai centri di accoglienza”. La polizia spagnola sottolinea la presenza di un membro dell’organizzazione attivo in Italia che aveva il compito di “portare le ragazze fuori dai centri e tenerle negli appartamenti in cui venivano tenute sotto controllo fino al momento di andare in Spagna”.

L’operazione della polizia spagnola è una prima conferma a una situazione denunciata dall’Oim (Organizzazione mondiale per le migrazioni) già nei primi mesi del 2016 con un report in cui si evidenziava come i principali luoghi di destinazione per le giovani vittime di tratta nigeriane non fossero solo le città italiane, ma anche Paesi come Francia, Spagna, Austria e Germania. “Segno che anche la tratta intraeuropea è in grande crescita”, si legge nel documento relativo alle attività svolte tra l’aprile 2014 e l’ottobre 2015.

In base agli ultimi dati diffusi da Oim, in tre anni il numero delle potenziali vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale arrivate via mare in Italia è aumentato del 600 per cento. Nel 2014 erano sbarcate in Italia circa 1.500 donne nigeriane, nel 2015 il loro numero era salito a 5mila, per arrivare a quota 11mila nel corso del 2016. L’Oim ritiene che circa l’80% delle migranti nigeriane arrivate via mare sia probabile vittima di tratta destinata allo sfruttamento sessuale in Italia o in altri paesi dell’Unione Europea.

Un aumento che è continuato anche in questi primi sei mesi del 2017 e che coinvolge ragazze sempre più giovani, spesso minorenni,  che diventano oggetto di violenza e di abusi già durante il viaggio verso l’Europa”, si legge in un recente comunicato stampa dell’Organizzazione per le migrazioni.

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