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“Prima agli italiani”. Così cresce il mutualismo di estrema destra
Introdotte in Italia per la prima volta dalla formazione neofascista “CasaPound”, si moltiplicano le iniziative pubblicizzate come “solidali” a beneficio rigorosamente degli autoctoni. Il nostro viaggio tra onlus e realtà collaterali
“Non dica che sono di destra: io sono di CasaPound. A destra c’è chi ha votato la legge Fornero e il Jobs Act: noi siamo contrari a quei provvedimenti e li cancelleremmo volentieri. Noi siamo un’altra cosa”. Al telefono con Pierluigi Reale, già candidato alla presidenza della Regione Sicilia per CasaPound Italia, la linea cade diverse volte. “Siamo nell’entroterra, vicino a Enna, siamo venuti a portare pacchi alimentari ad alcune famiglie che hanno bisogno di aiuto -spiega-. In questo periodo (metà dicembre 2018, ndr) stiamo intensificando la raccolta alimentare, vogliamo dare un po’ di sollievo alle famiglie sotto le feste”. Famiglie rigorosamente italiane, circa una trentina quelle seguite dalla sezione etnea del movimento, secondo quanto riferisce lo stesso Reale.
Le pagine Facebook e i siti internet delle sezioni territoriali di CasaPound annunciano con una certa regolarità la raccolta di generi alimentari e la loro distribuzione tra le famiglie italiane indigenti: volantini e comunicati stampa che spesso vengono ripresi dalla stampa locale. Si tratta dell’attività “mutualistica” più nota, ma non è l’unica. Sempre a Catania, dove CasaPound ha aperto ufficialmente la propria sede nel gennaio 2018, lo scorso 3 dicembre è partita la seconda edizione di un doposcuola gratuito “con ripetizioni e aiuto a casa in tutte le materie, per studenti dai 6 ai 13 anni”. “Il numero dei bambini è variabile: tra i 5 e 12 -spiega Reale-. Teniamo occupati i nostri ragazzi, offriamo un’alternativa allo smartphone e alla strada”. Attività di doposcuola sono state organizzate, anche a Siena, Chieti, Lanciano e a Grosseto. “L’esigenza è nata dalla domanda di alcuni genitori che seguivamo e che non sapevano a chi lasciare i bambini quando erano al lavoro -spiega il consigliere comunale Gino Tornusciolo e referente di CasaPound a Grosseto-. Il servizio è aperto a tutti, ovviamente l’unica cosa che chiediamo è che i bambini siano italiani”.
“CasaPound è stata la prima realtà politica di estrema destra a portare stabilmente in Italia questo tipo di iniziative, mutuate da altre realtà europee in particolare da quella francese”, spiega ad Altreconomia Elia Rosati, docente e ricercatore presso il dipartimento Studi Storici dell’Università degli Studi di Milano e autore del saggio “CasaPound Italia. Fascisti del terzo millennio” (Mimesis edizioni) in cui ricostruisce la storia del movimento fondato da Gianluca Iannone a Roma nel dicembre 2003, costituitosi come associazione di promozione sociale nel 2008 e che oggi conta più di 100 sedi sparse in tutta Italia.
Da un punto di vista politico CasaPound ha segnato una svolta profonda nel mondo dei movimenti di estrema destra. I suoi leader e militanti sono stati i primi a rivendicare apertamente per sé la definizione di fascisti e hanno lanciato uno stile che unisce alla militanza, una fitta rete di associazioni collaterali in ambito sportivo, solidaristico, ambientalista, assistenziale e culturale. Tra le tante, “La Salamandra”, che ha fatto la sua comparsa nel 2009 portando aiuti nelle località colpite dal terremoto che ha scosso l’Abruzzo, e che oggi si presenta come gruppo di protezione civile impegnato nella raccolta alimentare e nell’intervento in caso di calamità naturali. Nel solco tracciato dai “fascisti del terzo millennio”, anche altri movimenti e partiti di estrema destra hanno iniziato a promuovere raccolte alimentari e altre attività simili, tra questi “Lealtà e azione” movimento radicato in Lombardia (tra Monza, Milano e Crema) che nel 2013 ha dato vita alla onlus “Bran.co”.
“Spesso le onlus e le associazioni collaterali ai movimenti e ai partiti della destra radicale europea vengono inquadrate semplicemente come la ‘faccia pulita’ di queste realtà, ma la situazione è più complessa”, spiega Elia Rosati, che evidenzia come le attività solidaristiche e mutualistiche -assieme ai gruppi sportivi, le riviste, i gruppi culturali e ambientalisti- rientrino invece all’interno di una precisa strategia metapolitica promossa dai movimenti di estrema destra il cui obiettivo principale è quello di intercettare e reclutare militanti. Ma non tra i beneficiari, come istintivamente si è portati a pensare, ma tra i giovani che vengono invitati ad agire.
“Le associazioni collaterali a movimenti della destra radicale europea vengono inquadrate semplicemente come la ‘faccia pulita’, non è così” – Elia Rosati
“Oggi la militanza di destra vincente e che ha un riconoscimento politico o sociale passa da qui. Chi ragiona in maniera ideologica o tradizionale non aggrega e non funziona -riflette Elia Rosati-. Movimenti come CasaPound o ‘Lealtà e Azione’ propongono un’immagine molto vicina a quella del fascismo tradizionale, per cui la migliore gioventù italiana è quella che salva la nazione. I giovani italiani migliori sono quelli che salvano l’Italia stando vicino al proprio popolo”. La minaccia all’orizzonte è quella portata dalla crisi economica, dalle forze anti-nazionali, dall’Europa e dall’immigrazione. Una minaccia cui si risponde con una visione autoctona e xenofoba del welfare e della solidarietà.
Più recentemente l’impegno dei “fascisti del terzo millennio” si è spostato anche sui servizi di consulenza legale e fiscale. A ottobre 2018 ad Ancona ha aperto lo sportello “Dillo a CasaPound” che offre gratuitamente assistenza legale e fiscale, servizi di patronato e servizi CAF con un orario di apertura limitato: un solo giorno a settimana, per due ore. “In Regione eroghiamo questo servizio già da due anni e mezzo: tra i nostri militanti c’è chi gestisce un patronato e fa volontariato in questo modo: aiuta gli italiani che non ce la fanno”, spiega Andrea Lamona, responsabile regionale di CasaPound. Anche in altre città come Ostia, Roma, Catania ed Eboli sono presenti servizi di patronato (che in molti casi hanno orari limitati a un paio d’ore alla settimana) o ne è stata annunciata l’apertura. “La possibilità di erogare servizi fiscali rappresenta un traguardo per CasaPound -sottolinea Elia Rosati- perché significano l’apertura a una certa classe media che è quella da cui, nonostante tutta la retorica sulle periferie, proviene la maggior parte dei militanti del movimento”.
A Ostia, Roma, Catania ed Eboli sono presenti servizi di patronato di CasaPound (che in molti casi hanno orari limitati) o ne è stata annunciata l’apertura
Se da un lato le pagine dei social network e la diffusione dei comunicati stampa restituiscono l’immagine di un’azione instancabile a favore dei cittadini italiani più svantaggiati, la realtà è diversa. “Bisogna distinguere tra la volontà effettiva di questi attori e quelli che sono i risultati ottenuti”, puntualizza Pietro Castelli Gattinara, assistant professor presso l’Università di Oslo dove lavora come ricercatore presso il Centro studi sull’estremismo che ha dedicato diversi studi all’analisi dell’impatto sociale e solidale delle attività promosse dai gruppi di estrema destra. “Tutte queste azioni si basano sulla retorica del fare, dell’attivarsi a favore degli italiani poveri. In realtà l’impatto diretto è molto limitato, soprattutto se lo si paragona a quello mediatico -spiega il docente-. L’esempio più eclatante di quelle che definisco direct social action sono le distribuzioni di pacchi alimentari. Il loro impatto è molto limitato, persino per quanto riguarda gruppi tutto sommato piccoli come CasaPound o ‘Lealtà e Azione’. Se il loro obiettivo è svolgere attività mutualistica, non sta a me negarlo, ma senza dubbio è molto maggiore l’interesse a esser fotografati mentre lo fanno”. Una ricerca condotta da Castelli Gattinara e basata sull’analisi dei comunicati stampa di CasaPound tra 2009 e 2015 ha permesso di individuare su un totale di 2.010 iniziative promosse dal movimento, 311 direct social action. Pari al 15% del totale. Secondo Castelli Gattinara, questo tipo di attività “sociali” hanno come obiettivo principale quello di modificare l’immagine che i militanti di CasaPound e di gruppi come “Lealtà e Azione” vogliono dare di sé all’esterno: “Puntano a differenziarsi dai partiti politici tradizionali: invece di parlare, presentare proposte di cambiamento e promuovere politiche, si presentano come attori del fare. Che intervengono bypassando lo Stato e qualsiasi altro corpo intermedio”, riflette.
La onlus “Bran.co” (Branca comunitaria solidarista) legata al movimento “Lealtà e Azione” agisce nello stesso modo: grazie al progetto “Cooxazione”, lanciato nel 2013 organizza la raccolta e la distribuzione di pacchi alimentari in diverse città in tutta Italia. Lo zoccolo duro del movimento, tuttavia, resta in Lombardia. “Il progetto è partito dalla Zona 8 di Milano (nei quartieri a Nord-Ovest della città, ndr) abbiamo mosso i primi passi con i banchetti nei mercati tradizionali. Per tanto tempo abbiamo lavorato con queste donazioni, poi siamo riusciti a farci aiutare dal Banco Alimentare -spiega Riccardo Colato, responsabile politico di “Lealtà e Azione”. Sono un centinaio le famiglie che seguiamo, con la consegna di un pacco mensile”. Una volta al mese il movimento ha strutturato uno sportello di servizi al cittadino dove i militanti offrono consulenza su materie legali e fiscali e assistenza sociale.
“Bran.co è semplicemente un’articolazione di ‘Lealtà e Azione’, c’è una sovrapposizione assoluta tra queste due realtà -spiega Saverio Ferrari, responsabile dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre-. ‘Lealtà e Azione’ è la principale organizzazione neofascista lombarda per numero di aderenti e per spazi che si è conquistata: partendo da Milano hanno recentemente aperto sedi a Legnano, Lodi e Abbiategrasso. Gli allarmi che erano stati lanciati in passato sono stati sottovalutati a lungo”. Attorno al movimento neofascista lombardo ruotano diverse altre associazioni tra cui “I lupi danno la zampa” (raccolta di generi alimentari per animali domestici), il gruppo sportivo “Wolf of the ring” e quello escursionistico “I lupi delle vette”. Il prossimo 17 gennaio, a Milano, si aprirà il processo ai vertici di “Lealtà e Azione” (Stefano Del Miglio, Fausto Marchetti, Fabio Passanante e Norberto Scordo) per apologia di fascismo a seguito di una denuncia presentata da Saverio Ferrari. I quattro, scrive il Pm “compivano manifestazioni usuali del disciolto partito fascista quali la ‘chiamata del presente’ e il cosiddetto ‘saluto romano’ e ostentavano la bandiera della Repubblica Sociale Italiana”.
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