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Esteri / Attualità

Monitor, osservatorio sul mondo (ottobre 2022)

L’Onu lancia l’allarme carestia in Somalia. In Brasile assassinato l’attivista indigeno Janildo Guajajara. Oltre 40mila migranti hanno tentato di attraversare il Canale della Manica nel 2022. E negli Stati Uniti aumenta la popolazione che vive nelle aree più esposte agli impatti del cambiamento climatico

Tratto da Altreconomia 252 — Ottobre 2022
@ Un Photo/Tobin Jones

Un “filo rosso” lega le cose che succedono in Paesi diversi di ogni continente. Questa rubrica -a cura della redazione di Altreconomia- non vuole offrire al lettore notizie, ma la capacità di leggere i fatti in una cornice più ampia. Per comprendere le dinamiche economiche, sociali e politiche di quelli che comunemente vanno sotto la voce “Esteri”

In Somalia la carestia è alle porte, l’allarme dell’Onu
Africa

“Sono rimasto sconvolto dal livello di sofferenza che tanti somali devono affrontare. La carestia nel Paese è alle porte”, ha dichiarato Martin Griffiths, segretario generale per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti d’emergenza delle Nazioni Unite lo scorso 5 settembre al termine di una visita in Somalia. Ci sono indicazioni concrete “che la carestia si verificherà nelle regioni centro-meridionali del Paese tra ottobre e dicembre 2022”, ha sottolineato Griffiths indicando le cause di questa drammatica situazione: la stagione delle piogge -prevista per ottobre- sarà per il quinto anno consecutivo insufficiente rispetto ai bisogni della popolazione. Agli effetti della crisi climatica si sommano poi decenni di conflitti e sfollamenti di massa. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) quasi otto milioni di persone, circa la metà della popolazione della Somalia, sono già state colpite da questa siccità senza precedenti e almeno 231mila persone sono alla fame.


Il primo ministro israeliano, Yair Lapid, ha respinto la possibilità di processare i soldati responsabili della morte della giornalista Shireen Abu Akleh che ha perso la vita l’11 maggio scorso mentre seguiva un’operazione dell’esercito.


Brasile, assassinato attivista indigeno
America Latina

A inizio settembre il giovane attivista indigeno Janildo Guajajara è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco mentre si trovava nel territorio Araiboia (nello Stato di Maranhão, nel Nord-Est del Brasile). Faceva parte del gruppo dei “Guardiani dell’Amazzonia” fondato dai membri della tribù Guajajara per proteggere la loro foresta che nel corso degli anni era stata pesantemente invasa dai taglialegna illegali e dagli accaparratori di terre. “Prima che i Guardiani iniziassero le proprie attività, una decina d’anni fa, c’erano ben 72 strade realizzate per le attività di disboscamento nella riserva: ora ce ne sono solo cinque”, scrive l’Ong Survival international. Un impegno che gli attivisti indigeni hanno pagato a caro prezzo: Janildo infatti è il sesto a cadere sotto i colpi di chi vuole trarre profitto dalla foresta. “Un altro Guardiano è stato ucciso e nessuno degli assassini è stato punito o è dietro le sbarre -ha commentato uno dei leader del gruppo, Olimpio Guajajara-. Ci appelliamo alla giustizia brasiliana affinché sia fatta giustizia per mettere in prigione questi assassini”.


L’inchiesta “The evolution of union bursting” di The Intercept racconta come le corporation da un lato prestino attenzione a diversity e inclusione, mentre dall’altro sono impegnate a ostacolare l’attività dei sindacati.


Negli Usa crescono gli abitanti nelle zone a rischio
Nord America

Nonostante l’aumento delle temperature e la maggiore frequenza degli eventi climatici estremi, i cittadini statunitensi continuano a trasferirsi nelle zone più secche e vulnerabili degli Usa. Il sito d’informazione Vox racconta come dal 2012 circa 2,8 milioni di persone siano andate a vivere in contee caratterizzate, per la maggior parte dell’ultimo decennio, in condizioni di siccità “grave” o “eccezionale”. La contea dove il trend è più evidente è quella di Maricopa (Arizona): qui si registra una media di oltre 110 giorni all’anno con una temperatura superiore ai 37 gradi è nel 2021 si sono registrati 338 decessi dovuti al caldo. Eppure la popolazione è cresciuta del 14% negli ultimi dieci anni. Un andamento simile si osserva in Stati come Florida e Carolina del Sud (esposti a elevato rischio inondazioni), Colorado e Idaho (incendi). 

© shutterstockpoto.com

Oltre 40mila persone in transito hanno tentato di attraversare il Canale della Manica nel 2022
Europa

Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Frontex pubblicati il 9 settembre nel corso dei primi otto mesi del 2022 sono stati 41mila i migranti e richiedenti asilo che hanno cercato di attraversare il Canale della Manica a bordo di piccole imbarcazioni partite dalla costa francese per raggiungere l’Inghilterra. Un dato in crescita dell’80% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nella sola giornata del 23 agosto si è registrato il record di passaggi: 1.295 migranti che hanno affrontato la traversata su 27 natanti. L’agenzia europea ha registrato anche un aumento degli ingressi alle frontiere esterne dell’Unione europea: 188.200 tra gennaio e agosto 2022, in crescita del 75% rispetto allo stesso periodo del 2021. Quella dei Balcani occidentali continua a essere la rotta migratoria più attiva verso l’Unione europea, con oltre 86mila rilevamenti nei primi otto mesi dell’anno (+190% rispetto allo stesso periodo del 2021) di migranti provenienti da Afghanistan, Siria e Turchia. Frontex ha inoltre registrato 52.900 arrivi (+34%) nel Mediterraneo centrale e 25.592 (+123%) nel Mediterraneo orientale.


Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, nel 2021 50 milioni di persone vivevano in condizioni di “schiavitù moderna”. In crescita di 10 milioni rispetto al 2016


Nuovo prestito da 2,9 miliardi allo Sri Lanka
Asia

A settembre il Fondo monetario internazionale (Fmi) e il governo dello Sri Lanka hanno raggiunto un accordo per un nuovo prestito da 2,9 miliardi di dollari per due anni. Secondo gli economisti del Paese, scrive il South China morning post, le condizioni imposte dal Fmi (tra cui riforme fiscali) pongono all’esecutivo sfide considerevoli sia per la ristrutturazione del debito sia per la gestione della crisi umanitaria in corso.

© Gihan Bandara, pexels

In Egitto giornalisti e attivisti nel mirino in vista della Cop27
Medio Oriente

Lo scorso 6 settembre quattro giornaliste di Mada Masr unico organo di informazione egiziano indipendente sono state interrogate dalle autorità per presunta “diffusione di informazioni false”. Le donne (la direttrice Lina Attalah, Rana Mamdouh, Sara Seif Eddin e Beesan Kassab) sono state convocate in commissariato a seguito delle denunce presentate da membri del partito filo-governativo Mostakbal watan per un articolo che ne indagava le “gravi violazioni finanziarie” commesse, scrive Al Jazeera. Le quattro giornaliste sono state rilasciate su cauzione ma sono state accusate di diffamazione e di “diffusione di false informazioni con l’obiettivo di destabilizzare il Paese”. Mada Masr è una testata online che pubblica inchieste su questioni riguardanti la sicurezza e la corruzione in Egitto ed è spesso critica nei confronti del regime di Abdel Fattah al-Sisi. Sebbene la costituzione egiziana del 2014 garantisca la libertà di stampa, sono una ventina i giornalisti che si trovano dietro le sbarre nel Paese dove, denuncia Amnesty International, sarebbero più di 60mila le persone che si trovano in carcere per reati di opinione. Tra questi, il più noto è Alaa Abd el-Fattah, detenuto dal 2015 che da oltre cento giorni è in sciopero della fame, una forma di protesta in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop27) in programma proprio in Egitto dal 6 al 18 novembre.

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