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Diritti

MAI PIU’ COME AL G8…

MAI PIU’ COME AL G8 La petizione popolare promossa dal Comitato Verità e Giustizia per Genova: una ‘programma minimo’ sulla difesa e l’affermazione dei diritti civili in Italia. Dopo Genova abbiamo scoperto molte cose: ad esempio che in Italia non…

MAI PIU’ COME AL G8

La petizione popolare promossa dal Comitato Verità e Giustizia per Genova: una ‘programma minimo’ sulla difesa e l’affermazione dei diritti civili in Italia. Dopo Genova abbiamo scoperto molte cose: ad esempio che in Italia non esiste ancora il reato di tortura (e nell’inchiesta su Bolzaneto sarebbe servito eccome), che gli agenti in servizio di ordine pubblico possono facilmente rendersi irriconoscibili (vedi l’irruzione alla Diaz), che le forze di polizia stanno vivendo un’allarmante stagione di militarizzazione…

In parlamento ci sono progetti di legge, presentati dopo i fatti del G8, che costituiscono già un programma volto a tutelare e allargare le garanzie di libertà. Questo parlamento non vuole occuparsene, perché la maggioranza punta a introdurre silenziosamente un modello di democrazia autoritaria, ma la società civile deve sostenere questi progetti, per ‘imporli’ al futuro parlamento (compresa la commissione d’inchiesta su Napoli e Genova): è necessario mobilitarsi, cominciare a discuterne ora, mentre le inchieste genovesi procedono e i processi si avvicinano.

Ecco il testo della petizione

PETIZIONE POPOLARE ai sensi dell’art. 50 della Costituzione Italiana
Promossa da: Comitato Verità e Giustizia per Genova

I sottoscritti si rivolgono con la presente petizione popolare, promossa ai sensi dell’art. 50 della Costituzione della Repubblica Italiana, ai Presidenti di Camera e Senato, affinché garantiscano interventi normativi volti a:

– istituire una Commissione di inchiesta parlamentare che faccia luce sulle modalità complessive della gestione dell’ordine pubblico durante il Vertice G8 di Genova e del Global Forum di Napoli, ove si è assistito ad una vera e propria sospensione dei diritti fondamentali (libertà di espressione, di circolazione, del diritto di difesa, e dell’integrità fisica di migliaia di manifestanti), duramente condannata da Amnesty International e dallo stesso Parlamento Europeo nelle Risoluzione sui Diritti Fondamentali nell’Unione Europea del 2001 e del 2003

– consentire l’identificazione del personale delle forze dell’ordine in servizio di ordine pubblico, stabilendo l’obbligo di utilizzare codici identificativi sulle uniformi

– programmare un costante aggiornamento professionale delle forze dell’ordine ed attività didattiche finalizzate a promuovere i principi della nonviolenza, una coscienza civica e una deontologia professionale conformi alle loro funzioni difensive e nonviolente

– escludere l’utilizzo, nei servizi di ordine pubblico e comunque dalla dotazione del personale delle forze dell’ordine, di sostanze chimiche ed incapacitanti, delle quali sia accertata la dannosità e gli effetti irreversibili per la salute umana; nonché disporre una moratoria nell’utilizzo dei GAS CS, fino a che non ne sia scientificamente definito il rischio per la salute dei lavoratori delle forze dell’ordine e della cittadinanza

– adeguare il nostro ordinamento alle convenzioni internazionali in materia di diritti umani introducendo il reato di tortura

Genova, lì 10 ottobre 2003

I Sottoscritti cittadini




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