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L’emergenza antiziganismo

Il pogrom di Torino, con l’assalto a un campo rom motivato dal desiderio di vendetta per una presunta violenza – in realtà inventata – subita da una ragazzina torinese ad opera di "due nomadi" non meglio identificati, mostra a chiunque non voglia nascondersi dietro alibi o inverosimili minimizzazioni, che in Italia c’è davvero un’emergenza con riguardo al popolo rom: è l’emergenza antiziganismo.

Pochi giorni fa il Consiglio di stato ha finalmente cancellato la dichiarazione di "emergenza nomadi" che due anni fa permise al ministero degli Interni – guidato dal più estremista fra i ministri di destra di tutta Europa, Roberto Maroni – di avviare una campagna istituzionale di discriminazione che ha molte analogie con le pratiche razziste che hanno caratterizzate varie fasi della storia europea.

Il concetto di "emergenza nomadi" è di per sé un’insensatezza: non può costituire un’emergenza l’esistenza di una popolazione: l’emergenza non può che essere collegata a fatti, comportamenti, eventi naturali. E’ appunto un’emergenza la facilità – quasi un automatismo – con la quale si scaricano su gruppi umani specifici – e i rom sono storicamente fra i preferiti – il disagio sociale, le tensioni politiche della società maggioritaria.

Il pogrom di Torino ha suscitato poco scandalo: viene percepito dai più come una fatalità, basti vedere quanto è stata debole la reazione delle autorità locali e nazionali, qualche dichiarazione annoiata e poco più. Anche questa condotta fa parte dell’emergenza antiziganismo che affligge il  nostro infelice paese.

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