Opinioni
L’editoria, la crisi e i numeri di Altreconomia
Un bilancio del 2013: la rivista e la sostenibilità economica della cooperativa. Sullo sfondo, lo stato di quotidiani e periodici in Italia, a partire dai dati della Federazione italiana degli editori di giornali. L’editoriale di Pietro Raitano, direttore di Ae
Il racconto ci ha resi umani. Narrare storie non vuol dire solo descrivere la realtà o una sua alternativa: è anche un modo di fissare la realtà, acquisirla. Raccontare il presente ci prepara, ci allena al futuro. Esistono tre tipi di mondo: c’è il mondo così com’è, il mondo come dovrebbe essere, e il mondo che è come dovrebbe essere. Guardiamo l’Italia, guardiamo il mondo oggi per capire come sarà e come vogliamo farlo diventare.
Noi di Altreconomia raccontiamo le storie di chi vuole e costruisce il mondo come dovrebbe essere. Nonostante le paure e le difficoltà.
A fine maggio i soci di Altra Economia società cooperativa, l’organizzazione che edita questa rivista, il sito e i nostri libri, si riuniranno in assemblea per l’approvazione del bilancio 2013.
L’assemblea sancirà la conclusione del triennio 2011/2013, forse il più significativo della nostra storia.
Per quel che riguarda la rivista, oggi possiamo anticipare che il 2013 si è concluso con un numero di copie vendute -sia pur di poco- superiore a quello del gennaio 2011. Tuttavia il loro numero è stato inferiore alla media del triennio precedente (2008/2010): all’inizio del 2008 vendevamo circa un quinto di copie in più di oggi. Nel corso del 2011, del 2012 e del 2013 i lettori sono rimasti pressoché costanti, con un picco nel 2012, anche se dobbiamo registrare un preoccupante calo nel canale di vendita delle botteghe del commercio equo e solidale.
Dall’altra parte, sono aumentati di oltre il 30% i lettori del nostro sito (oggi viaggiamo al ritmo di 25mila utenti unici al mese), mentre i nostri “fan” su Facebook sono ormai 37mila (11mila i “follower” su Twitter). Tenendo a mente tutte le volte che, in un modo o nell’altro, siamo stati interpellati per partecipare a dibattiti, convegni, presentazioni in giro per l’Italia, in radio, sui giornali, in televisione, possiamo ragionevolmente affermare che oggi Altreconomia, alla soglia dei 15 anni di attività (a novembre il nostro “compleanno”), è più conosciuta, autorevole e letta che mai.
Purtroppo la sostenibilità economica è un’altra cosa, e non si fa con la notorietà. E i numeri che registriamo nei primi mesi del 2014 non ci incoraggiano.
La Federazione italiana degli editori di giornali (Fieg) ha fotografato il comparto a metà aprile 2014. I dati parlano di quotidiani e periodici che in un anno, il 2013, perdono il 10% dei lettori (e nel caso dei periodici addirittura il 24,5% delle inserzioni) e altrettanto di fatturato.
Questo è il mercato dell’informazione e le implicazioni del suo andamento sono una questione su cui riflettere con attenzione, onestà e intelligenza.
Ma se “il mercato” va in un certo modo, non vuol dire che noi di Altreconomia non dobbiamo fare autocritica. Ci assumiamo -chi scrive innanzitutto- le nostre responsabilità: potevamo fare una rivista più bella, più attenta alle esigenze dei nostri lettori, più attraente verso lettori potenziali. Più coinvolgente e inclusiva. Ci abbiamo provato, ma non è ancora sufficiente e continueremo a lavorarci.
Se il fatturato è sceso è anche a causa dell’allagamento che la nostra sede ha subìto a metà settembre. In quella occasione, però, abbiamo una volta di più verificato l’affetto dei nostri lettori e dei nostri soci –in un anno da 551 sono diventati 633!-, che ci sono stati vicini con i loro messaggi, le loro donazioni, il loro impegno a nostro favore. Senza allagamento avremmo avuto un bilancio senz’altro più solido.
Il 2013 è stato dunque un anno di grandi sacrifici per tutti i lavoratori. E per il consiglio di amministrazione, che con l’assemblea di fine mese conclude il suo mandato triennale.
A tutti i suoi componenti va il nostro ringraziamento per la dedizione, la competenza, la pazienza e la professionalità che a titolo del tutto gratuito hanno messo a diposizione di Altreconomia.
Invitiamo pertanto i soci a partecipare alla nostra assemblea. Non si tratta solo di votare un documento, ma di ribadire che l’informazione indipendente si fa anche con la partecipazione di chi crede nel nostro progetto. E visto che si tratta anche di rinnovare il cda, vi ricordiamo che è possibile mandare candidature.