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Diritti / Intervista

“Le dannate del mare”, per un altro sguardo sulle migrazioni femminili

© Tess Barthes/SOS Mediterranee

La geografa Camille Schmoll si è messa in ascolto di centinaia di donne nelle strutture di accoglienza e detenzione di Italia e Malta. Il suo saggio vuole combattere gli stereotipi di genere su di loro. L’abbiamo intervistata

Tratto da Altreconomia 270 — Maggio 2024

Guardare alle migrazioni con gli occhi delle “dannate del mare”. L’invito della geografa Camille Schmoll, direttrice alll’École des hautes études en sciences sociales (Ehess) di Parigi, non è un vuoto esercizio di stile. Rimettere al centro il tema di genere significa riscrivere parte di una storia, quella delle migrazioni femminili, relegata a una narrazione spesso piatta che associa la donna alla vittima soggiogata e controllata dall’uomo con cui viaggia.

“Ci sono pochissime figure ‘tipicizzate’ a cui si riconducono i racconti sulle donne in movimento: l’eroina, la vittima, oppure la compagna. Ed è fondamentale complessificare l’approccio”, spiega ad Altreconomia Schmoll, che ha condensato i dieci anni di osservazione sul campo nel libro “Le dannate del mare. Donne e frontiere nel Mediterraneo” (Astarte edizioni, 2023). Un viaggio, quello dell’autrice, nato per studiare come le politiche europee impattano sui segni del passato e sui sogni per il futuro delle donne migrant

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