Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Interni / Varie

L’arte in seconda fila

Dal Cenacolo vinciano agli Uffizi, il caso delle società che acquistano stock di biglietti d’ingresso per mostre e musei e li rivendono -con ricarico- su internet. La “Last Supper Experience”, ad esempio, è in vendita su internet a 29 euro, anche se l’ingresso al museo milanese che contiene l’opera dipinta da Leonardo, patrimonio dell’umanità Unesco, costa appena 8 euro

Tratto da Altreconomia 174 — Settembre 2015

La chiamano “Last Supper Experience”, ed è in vendita su internet a 29 euro. Ricevo un voucher, che stampo e presento a una ragazza seduta su una panchina nei pressi della basilica di Santa Maria delle Grazie, a Milano. Qui davanti sventola la bandiera blu dell’Unesco: nel refettorio del convento dell’ordine dei domenicani, costruito alla fine del 1400, c’è l’“Ultima cena” dipinta da Leonardo da Vinci, inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità. L’“esperienza” che mi accingo a vivere è la visita di una delle principali attrazioni turistiche della capoluogo lombardo, e quello che ho in mano per farlo -dopo aver presentato il voucher– è un biglietto intestato a Fabian Niedballa. Il costo? 6,50 euro (più 1,50 euro di preventita). Se ho pagato di più -3,6 volte il prezzo dell’ingresso all’“Ultima cena”- è perché ho voluto sfruttare l’opzione Skip the Line, “salta la fila”. Che -però- non è un problema del Cenacolo: per la fragilità del dipinto parietale, infatti, gli accessi sono contingentati, e ogni biglietto emesso riporta chiaramente la data e l’orario d’ingresso. Sul mio c’è scritto “16/07/2015 17:00”. Ogni quindici minuti, entra fino a un massimo di venticinque persone, dopo aver prenotato e pagato rigorosamente on line il proprio biglietto, da ritirare all’ingresso.
“A fronte dei circa 300-350mila ingressi possibili ogni anno -spiega ad Altreconomia la dottoressa Sandrina Bandera, direttrice del Polo museale della Lombardia per il ministero dei Beni culturali-, quantifichiamo una domanda di almeno un milione di potenziali visitatori”. In occasione dell’Esposizione universale, così, il ministero ha deciso di estendere l’orario di apertura del Cenacolo dalle 8,30 alle 22,00 da giovedì a domenica, fino al 31 ottobre 2015.

La ragazza a cui ho presentato il mio voucher indossa una t-shirt rossa, con su scritto GetYourGuide: è una società di diritto tedesco, e vende “tickets for top attractions around the world”, biglietti per grandi attrazioni in tutto il mondo (www.getyourguide.com). A Firenze, ad esempio, promette -per 28 euro- “Skip the Line Uffizi Gallery Ticket”, raddoppiando il costo di un ingresso alla galleria, che in realtà costa -sul sito www.polomuseale.firenze.it- appena 12,50 euro.
Fabian Niedballa -il cui nome è stampato sul mio biglietto d’ingresso al Cenacolo- è responsabile delle Strategic initiatives at GetYourGuide, dopo una laurea in Bocconi a Milano.
La società tedesca non è però l’unica attiva in questo mercato, definito del secondary ticketing, che significa -né più né meno- acquistare e rivendere (on line) dei biglietti, una sorta di “bagarinaggio” che sfrutta le potenzialità di internet. Per restare all’“Ultima cena” c’è, ad esempio, viator (www.viator.com), che si presenta con “a Trip Advisor Company” ed offre- grazie all’Expo- per 44,47 dollari (poco più di 40 euro al cambio attuale) un “Evening ticket to Leonardo da Vinci’s ‘The Last Supper’ in Milan”, per l’ingresso in orario serale.

La dottoressa Sandrina Bandera e l’architetto Alberto Artioli, che è stato in passato direttore del Cenacolo vinciano e oggi è Segretario regionale del ministero dei Beni culturali per la Lombardia, raccontano quello che le istituzioni stanno facendo per cercare di contrastare un fenomeno che -tra l’altro- getta cattiva luce sulla gestione del patrimonio artistico del nostro Paese (per capirlo, basta leggere alcuni commenti di utenti infuriati sui siti che vendono il servizio Skip the line). “Il concessionario -spiega Bandera- ha informato la Polizia postale, che ha suggerito alcuni ‘accorgimenti’, pensando che questi avrebbero potuto scongiurare l’acquisto dei biglietti al fine di una rivendita. Intanto, la data d’apertura della vendita dei biglietti viene annunciata con alcuni giorni d’anticipo, in modo da permettere a tutti di partecipare. Inoltre, per le prenotazioni riservate ai gruppi è previsto un servizio di filtraggio, che blocca le telefonate che arrivano da uno stesso numero, per evitare forma di accaparramento”.    

Secondo lo storico dell’Arte Tomaso Montanari, che insegna all’Università di Napoli, fenomeni come questo rappresentano -tuttavia- “il dito, mentre dovremmo guardare la luna, che è la privatizzazione del patrimonio, a partire dalla gestione della bigliettazione, che non dobbiamo intendere come un servizio meramente commerciale, perché riguarda, ad esempio, la sicurezza delle opera d’arte”. Dentro la Galleria degli Uffizi, ad esempio, “ci sono spesso più delle 980 persone che possono essere compresenti, per non compromettere le opere esposte” spiega Montanari.

Secondo lo storico dell’arte, che per Einaudi ha pubblicato nei mesi scorsi il saggio Privati del patrimonio, “se lo Stato concepisce monumenti e opere d’arte solo come un mezzo di business, non deve scandalizzarci se poi accadono queste cose. Perché il vero scandalo -continua Montanari- è la cornice che a partire dagli anni Novanta ha reso normali fenomeni come questo bagarinaggio digitale,  semplici frutti eloquenti e degradanti della mercificazione del patrimonio, di un processo che abbiamo innescato senza chiederci quali sarebbero state le conseguenze”.

E se è vero che attività del genere “danneggiano l’immagine del patrimonio culturale”, la vittima più diretta è l’utente, cioè il consumatore. Secondo l’avvocato Pierluigi Morena, dell’ufficio legale campano del Codacons (www.codacons.it), “il prodotto ceduto da GetYourGuide penalizza gli utenti finali, in violazione del Codice del Consumo che riconosce e garantisce come fondamentali i diritti alla qualità dei servizi, a un’adeguata informazione e a una corretta pubblicità, alla erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità ed efficienza (e ancora all’esercizio di pratiche commerciali secondo buona fede, correttezza e lealtà), perché a fronte del corrispettivo richiesto non è offerto alcun servizio aggiuntivo”.

L’avvocato Valeria Graziussi, esperta di diritto al consumo che collabora con la sede del Codacons nazionale, aggiunge che l’offerta Skip the line, nel caso del Cenacolo, potrebbe qualificarsi anche come “una pratica commerciale scorretta, come definita dall’articolo 20 e seguenti del Codice del consumo, dal momento che quello che viene venduto è un servizio che non esiste” (www.codicedelconsumo.it). Secondo l’avvocato Graziussi, inoltre, questa presunta violazione sarebbe aggravata dal fatto che il responsabile è “un’organizzazione d’impresa, perché quando lo scambio riguarda una persona giuridica e una persona fisica c’è un soggetto più forte nella contrattazione, perché ha una capacità di acquisto maggiore”.

Per finire, almeno in questo caso la persona giuridica -GetYourGuide Deutschland GmbH- non emette fattura. Ho speso 29 euro per visitare il Cenacolo, ma ho in mano un giustificativo (il biglietto) che ne vale appena 8. A richiesta esplicita ricevo una pagina in formato PDF, “Proof of Payment”, nel quale si dice che ho pagato 29 euro per acquistare il prodotto “Skyp the Line: Last Supper Experience Entrance Ticket”. Ma anche che quel documento non è da considerarsi una fattura ai fini fiscali.—
 

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.


© 2024 Altra Economia soc. coop. impresa sociale Tutti i diritti riservati