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Economia / Opinioni

L’agricoltura non funziona a compartimenti stagni

© Adrian Infernus - Unsplash

Scambio delle sementi e gestione dinamica delle diversità intersecano discipline differenti. Il rigido approccio del ministero competente non aiuta. La rubrica di Riccardo Bocci

Tratto da Altreconomia 277 — Gennaio 2025

Il 5 dicembre 2024 il ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) ha finalmente pubblicato il decreto attuativo per permettere la commercializzazione di sementi di “Materiale eterogeneo biologico” (Meb). Si tratta di una nuova categoria di sementi non uniformi e non protette da proprietà intellettuale, istituita dal Regolamento sull’agricoltura biologica del 2018. È un importante passo avanti per la diversificazione dei sistemi sementieri, atteso da circa due anni, visto che il Regolamento sul bio è entrato in vigore nel gennaio 2022. Sarà così possibile notificare e commercializzare il Meb in maniera semplificata rispetto a quanto accade con le varietà convenzionali, che devono essere “Distinte, uniformi e stabili” (i famosi criteri Dus) per poterne vendere le sementi.

Ma perché questo ritardo nel rendere operativa una norma contenuta in un regolamento? Si trattava di un atto quasi dovuto che doveva solo individuare il soggetto a cui inviare i cam

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