Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Altre Economie / Opinioni

La rivoluzione della moda equosolidale

Una lavoratrice di Smateria, azienda cambogiana specializzata nella manifattura di accessori di qualità, provenienti in particolare da operazioni di riciclo © Smateria

Esiste una filiera tessile alternativa alla fast fashion: sostiene i produttori, assicura salari giusti e tutela i diritti dei lavoratori. Anche in Italia. La rubrica di Altreconomia a cura di Equo Garantito

Tratto da Altreconomia 236 — Aprile 2021

Un capo di abbigliamento può nascondere una trama tessuta da tante ingiustizie: sfruttamento del lavoro, diritti negati, bassi standard di sicurezza, prodotti chimici tossici. Dopo l’eco della tragedia del Rana Plaza in Bangladesh il 24 aprile 2013 e la diffusione di campagne come Abiti Puliti e Fashion Revolution che denunciano le incongruenze del settore tessile, l’opinione pubblica ha iniziato a prenderne coscienza. Ma non basta, ancor meno in tempi di pandemia.

La narrazione, tuttavia, può essere diversa: gli abiti in cotone e lino dai colori pastello e stampe floreali della collezione On Earth, condivisa da un gruppo di realtà equosolidali italiane socie di Equo Garantito (AltraQualità, Altromercato, EquoMercato) insieme a due realtà di economia solidale (Meridiano 361, Quid), sono il frutto di una relazione stabile con i produttori basata sul dialogo, la trasparenza e il rispetto.
Creative Handicrafts, ad esempio, si definisce un’organizzazione di donne per le donne. Negli slum di Mumbai, impiega più di 700 donne reinvestendo i profitti nella loro formazione, offrendo assistenza e scolarizzazione per i bambini, gruppi di sostegno creditizio e finanziario.

AltraQualità, con Trame di Storie, crea molti dei suoi capi con Auromira, piccola azienda del Sud dell’India che utilizza tessuti realizzati al telaio impiegando prevalentemente donne nel confezionamento di abiti, accessori e prodotti per bambini; offre un giusto salario, un’assicurazione sanitaria integrativa, un accantonamento pensionistico e la possibilità di accedere a piccoli crediti per le spese di istruzione o l’acquisto della casa.

Non manca poi l’attenzione alla sostenibilità ambientale: oltre alle fibre naturali, c’è anche l’economia circolare come nel caso di Smateria, impresa sociale cambogiana che crea accessori da reti da pesca e sacchetti di plastica, distribuiti da Ram, socio di Equo Garantito.

“A causa della pandemia l’intero settore si trova in difficoltà. I produttori hanno accumulato ritardi per le restrizioni sui luoghi di lavoro. Le botteghe hanno ricevuto i capi invernali in ritardo, mentre avevano già accumulato scorte per le mancate vendite primaverili. Il volume degli ordini per le collezioni a venire si è inevitabilmente ridotto”, spiega David Cambioli, presidente di AltraQualità. “Ma non abbiamo neanche preso in considerazione la possibilità di non confermare gli ordini ai nostri fornitori, come molte grandi aziende hanno fatto. Siamo una comunità di attori e consumatori attenti alla giustizia, equità e sostenibilità e ora abbiamo l’onere di immaginare strategie nuove per garantire un futuro all’intero sistema”.

Sono sei le aziende equosolidali italiane che realizzano moda etica con oltre 20 organizzazioni di produttori in tutto il mondo. La garanzia della tutela dei diritti dei lavoratori e delle eque condizioni commerciali passa per la verifica dell’Organizzazione mondiale del commercio equo e solidale (Wfto) o di Fairtrade o del sistema di monitoraggio di Equo Garantito, certificato da CSQA. E per approfondire, l’invito è a scaricare gratuitamente il report “Il vestito dell’avvenire” a cura di Chiara Spadaro (disponibile sul sito equogarantito.org).

Anche quest’anno il movimento equosolidale si attiva per la Fashion Revolution Week (19-25 aprile) e per la campagna #PayYourWorkers promossa da Abiti Puliti, a supporto dei milioni di lavoratori che a causa del Covid-19 non sono stati pagati o sono stati licenziati dalle multinazionali dell’industria globale dell’abbigliamento. Unisciti alla nostra rivoluzione. Quando ti vesti, chiediti: “Chi ha fatto i miei vestiti?”.

Micol Arena fa parte di Equo Garantito. L’Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale è l’associazione di categoria delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane

© riproduzione riservata

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.


© 2024 Altra Economia soc. coop. impresa sociale Tutti i diritti riservati