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Diritti / Opinioni

La resistibile ascesa del dottor De Gennaro, parte seconda

Per l’ex capo della polizia, ora in pensione, la nomina in vista a presidente di Finmeccanica è il coronamento di una carriera che non si è fermata di fronte a nulla, nemmeno ai clamorosi insuccessi della polizia nella gestione del G8 di Genova e alle umilianti sentenze degli ultimi anni

Poco più di un anno fa, al tempo della sua nomina a sottosegretario, mi capitò di scrivere un intervento sulla "resistibile ascesa" del dottor Gianni De Gennaro, che a quell’epoca, maggio 2012, assurgeva al ruolo di sottosegretario alla presidenza del consiglio, con piena competenza sui servizi di intelligence. Il titolo era profetico, visto che la "resistibile ascesa" dell’ex capo della polizia continua anche all’indomani del pensionamento, con l’incarico di presidente di Finmeccanica, che il governo Letta sta per conferirgli. Naturalmente – visti i precedenti – non era una previsione difficile.

Ripropongo l’articolo di allora, con i dovuti aggiornamenti (fra parentesi quadre i brani sostituiti, in corsivo quelli aggiunti).

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Il dottor Gianni De Gennaro è stato nominato presidente di Finmeccanica [sottosegretario alla presidenza del Consiglio, nonché capo dell’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica]. Un incarico rilevantissimo [Un doppio ruolo inedito, rilevantissimo].

Del resto il dottor De Gennaro era il capo della polizia quando a Genova, nel 2001, fu compiuta "una violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste in Europa nella storia più recente" (parole di Amnesty International). A lui fu inviata, dal dottor Pippo Micalizio, spedito a Genova per un’ispezione interna sul blitz alla scuola Diaz, un rapporto che consigliava di prendere provvedimenti disciplinari per i dirigenti più importanti che parteciparono all’operazione; provvedimenti che non furono presi.

Era il capo della polizia quando venivano rinviati a giudizio quegli stessi dirigenti, poi assolti in primo grado, e nel frattempo passati a ruoli gerarchicamente ancora più importanti. Era invece capo del Dipartimento che coordina i servizi segreti quando quei dirigenti sono stati condannati in appello, senza dimettersi né essere sospesi.

Era il capo della polizia quando ha incontrato nel suo ufficio a Roma l’ex questore di Genova, Francesco Colucci, alla vigilia della deposizione di quest’ultimo al processo Diaz: fu un incontro teso a trovare "la consonanza per l’accertamento della verità", secondo il dottor De Gennaro, un’induzione alla falsa testimonianza secondo i pm. Colucci è oggi imputato per falsa testimonianza, il dottor De Gennaro è stato assolto in primo grado, condannato in appello, assolto in Cassazione.

Era il capo della polizia e poi il capo del Dipartimento suddetto negli undici anni che sono trascorsi, senza che nessuno abbia avuto la decenza di chiedere scusa per le violazioni delle leggi e dei diritti umani compiute alla Diaz, a Bolzaneto e nelle strade di Genova, violazioni che sono ormai una verità storica e ora anche giudiziaria.

Era sottosegretario alla presidenza del Consiglio quando i suoi uomini più fidati rimasti al vertice di polizia – Francesco Gratteri, Gilberto Caldarozzi, Giovanni Luperi e alcuni altri – venivano condannati in via definitiva e sospesi per cinque anni dai pubblici uffici per i falsi e gli abusi commessi alla scuola Diaz, un’operazione per la quale secondo i giudici "l’Italia ha avuto discredito agli occhi del mondo". E da sottosegretario commentò la sentenza di Cassazione così: "profondo dolore per chi ha subìto abusi e torti; affetto e umana solidarietà ai funzionari condannati, di cui conosco il valore personale e che tanto hanno contribuito ai successi dello stato democratico".

Possiamo ben dire che il dottor De Gennaro si è meritato il posto di presidente di Finmeccanica [sottosegretario e capo dell’Autorità delegata per la sicurezza].

 

 

 

 

 

 

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