Terra e cibo / Opinioni
La nuova Pac ai blocchi di partenza
La questione agricola sarà tra i dossier più delicati per la prossima legislatura europea. Riuscirà il mondo dell’agroecologia a far sentire la sua voce? La rubrica di Riccardo Bocci
Si è aperta la stagione che dovrà definire la prossima politica agraria europea (Pac). A settembre 2024 si è insediata la nuova Commissione, che vede come responsabile dell’agricoltura Christophe Hansen, lussemburghese del gruppo dei Cristiano democratici.
La questione agricola sarà uno dei dossier più difficili da affrontare, da negoziare sotto il controllo della presidenza con la delega all’agricoltura al vicepresidente Raffaele Fitto. Infatti, prima delle elezioni avevamo lasciato Bruxelles sotto il tiro dei trattori, con la Commissione che aveva rivisto al ribasso le sue ambizioni ambientaliste.
Inoltre, mentre si consumava il parziale tradimento del Green deal agricolo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel discorso sullo stato dell’Unione del 13 settembre 2023 aveva lanciato il dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura dell’Ue, percorso iniziato nel gennaio 2024 con la partecipazione di 29 importanti stakeholder del settore agroalimentare europeo, della società civile, delle comunità rurali e del mondo accademico.
Questo gruppo il 4 settembre 2024 ha prodotto il report “Dialogo Strategico per il futuro dell’agricoltura europea”, frutto di sette incontri nei mesi precedenti. Uno dei punti interessanti del documento è la presa d’atto che “la modernità si riflette anche nel fatto che c’è sempre un pluralismo di opinioni su tali questioni fondamentali e sui concetti concreti, opinioni che possono essere contraddittorie e persino in parte inconciliabili. Pertanto, le controversie su questioni esistenziali come agricoltura, cibo e natura non sono solo inevitabili nelle società moderne, ma anche espressione della loro libertà.
In questo contesto, l’agricoltura, il finanziamento pubblico e le relative politiche devono essere ri-giustificati in base alle mutate condizioni sociali. Il reddito agricolo e la sicurezza alimentare sono argomenti importanti, ma devono essere integrati da argomenti che si concentrino in modo credibile sulla responsabilità ambientale e sociale e sui servizi ecosistemici che l’agricoltura dovrebbe fornire”.
A questo documento si rifà anche la presidente che, nella sua lettera pubblica al nuovo commissario Hansen del 17 settembre, individua la sua missione per i prossimi cento giorni. Hansen avrà l’arduo compito di coniugare le parole d’ordine europee -competitività, resilienza e sostenibilità- facendo lo sforzo di ascoltare tutte le voci per riprendere le raccomandazioni del Dialogo strategico e condensarle nella Visione per l’agricoltura e l’alimentazione.
Questa dovrà basarsi anche su tecnologie innovative e scienza, termini apparentemente neutrali ma che nascondono l’idea di basare il cambiamento in particolare sulle nuove tecniche genomiche. Interessante notare che la lettera presenta un nuovo campo d’azione strategico per il commissario: affrontare la diffusione mirata della disinformazione nelle aree rurali. Come dire, vogliamo evitare un’altra protesta dei trattori e il problema non è la visione europea e la crisi strutturale del mondo agricolo, ma la disinformazione degli agricoltori.
Le persone che lavorano nel settore agricolo nell’Ue sono 17 milioni, la loro età media è di 57 anni (Commissione europea)
Anche i sindacati si stanno organizzando per farsi trovare pronti, avendo appena eletto all’unanimità il nuovo presidente del Comitato delle organizzazioni professionali agricole della Comunità europea (Copa). Sarà l’italiano Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, a gestire i futuri negoziati comunitari. Sembra, quindi, che i conflitti nazionali tra Coldiretti e Confagricoltura si siano dissolti a livello comunitario, dove marciano insieme.
E uno dei dossier sul tavolo di Copa è l’apertura auspicata alle Tecniche di evoluzione assistita (Tea), viste come la panacea per far fronte ai cambiamenti climatici. In questa griglia di partenza, che ruolo saranno in grado giocare cittadini, associazioni di agricoltori alternativi e ambientaliste per mettere all’ordine del giorno i valori di un’agricoltura finalmente agroecologica?
Riccardo Bocci è agronomo. Dal 2014 è direttore tecnico della Rete Semi Rurali, rete di associazioni attive nella gestione dinamica della biodiversità agricola
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