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La miopia dell’Unione europea che alimenta guerra ed escalation

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Alla vigilia delle elezioni europee il continente ha dimenticato i suoi sogni migliori -di pace, di democrazia, di solidarietà, di saggezza ecologica- per seguire la logica della tecnocrazia e della competizione globale. Dimenticando allo stesso tempo il suo ingombrante passato colonialista. Le idee eretiche di Roberto Mancini

Tratto da Altreconomia 271 — Giugno 2024

Interrompere la spirale della guerra. Questo è il compito urgente che va assunto in ogni campo. Le stesse elezioni del Parlamento europeo dovrebbero essere l’occasione per dare voce a chi vuole una svolta nella posizione tenuta finora dall’Unione europea rispetto al conflitto in Ucraina. Tale svolta potrebbe propiziare un armistizio che a sua volta avrebbe modo di diventare un compromesso tra le parti, l’inizio di un futuro senza vittime.

Questo finora è stato impossibile per la miopia e il rifiuto degli schieramenti principali: i popolari, i socialisti, i liberali, oltre a forze neofasciste. La sinistra ecologista e di orientamento trasformativo manca ancora di una forza adeguata. Le forze politiche convenzionali, comprese quelle del gruppo socialista, restano interne alla logica del mercato e a quella della geopolitica bellica. L’obbedienza agli Stati Uniti e alla Nato non viene messa in discussione, per cui l’Unione europea è priva di una sua proposta nella politica mondiale.

Com’è ridotta l’Unione? È una miscela di ingredienti tossici. Prendete un’ideologia tanto sbagliata, perché fondata sulla passione per il denaro, quanto persuasiva, perché sembra dare soluzione a tutti i problemi. Prendete un continente che ha dimenticato i suoi sogni migliori -di pace, di democrazia, di solidarietà, di saggezza ecologica- per seguire la logica della tecnocrazia e della competizione globale senza neppure rimediare ai danni provocati per secoli dai suoi sogni peggiori, quelli del colonialismo e dell’egemonia imperiale. Prendete un’istituzione politica continentale che, mentre proclama l’unione tra gli Stati membri, è il luogo della permanente rivalità di ciascuno di essi contro tutti gli altri. Prendete gli organismi interni a questa istituzione e osservate come sia occupata dai lobbisti. Prendete questa stessa istituzione e ricordate come abbia rinunciato anche solo a immaginare una sua Costituzione e un proprio progetto politico per contribuire alla democrazia nel mondo. Prendete tutto questo e vi comparirà il profilo dell’attuale Unione europea.

Essa si vuole comunitaria ma è una somma di nazionalismi; si vuole democratica, ma crede nel neoliberismo che distrugge la democrazia; dice di promuovere la transizione ecologica ma sogna il nucleare; esalta le nuove generazioni ma poi vuole addestrarle a diventare “risorse umane” per il mercato; si impegna per l’inclusione sociale ma entro i suoi confini cresce la moltitudine dei poveri e le persone che chiedono rifugio sono respinte fuori dai confini europei. Insomma, un’Unione così è perfetta per farsi travolgere dal vortice della guerra totale.

L’Unione europea oggi è una miscela di ingredienti tossici perfetta per farsi travolgere dal vortice della guerra totale. L’ultima trovata è quella di mobilitare ingenti risorse per creare un esercito europeo. Una scelta che rafforza la trappola in cui siamo anziché aprire un varco di futuro

L’ultima trovata è quella di mobilitare ingenti risorse per creare un esercito europeo: è una scelta che rafforza la trappola in cui siamo anziché aprire un varco di futuro. L’Europa dev’essere una comunità aperta capace di darsi una Costituzione, di tutelare i diritti umani, di promuovere processi di riconciliazione nella politica internazionale. L’Unione europea, che si è vantata del progetto Next Generation Eu, ora sta acconsentendo al contagio di una nuova guerra mondiale. È questo il futuro che riserva alla nuova generazione? Quello che servirebbe alla generazione giovane e a quelle future darebbe risposta a tutti, anche agli adulti e agli anziani. Servirebbe la scelta della pace mediante mezzi di pace. Servirebbe la scoperta del valore della Terra e degli esseri viventi. Servirebbe il risveglio al senso della dignità di ogni persona, riconoscendo che nessuno è straniero, clandestino, risorsa umana, esubero, scarto, nemico. Servirebbe una nuova fedeltà alla democrazia, sviluppandola come ordinamento della vita pubblica nel quale il bene comune sia coltivato ogni giorno. Servirebbe l’esodo dello schema bellico radicato nella mentalità di molti e nella logica dei governi per maturare invece l’efficacia dell’azione nonviolenta. Ognuno si chieda non se, ma come osare più e meglio di quanto non dicano il conformismo e la rassegnazione.

Roberto Mancini insegna Filosofia teoretica all’Università di Macerata; il suo libro più recente è “Il senso nella vita. Ragioni e prospettive per una conversione di civiltà” (Franco Angeli, 2024)

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