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Cultura e scienza / Approfondimento

La lezione degli acquerelli che raccontano Capo Verde

Illustrazioni ad acquerello realizzate da Livio Fania durante il suo soggiorno a Capo Verde

Il volume “Il Cammino delle gocce” dell’illustratore Livio Fania ha ispirato un progetto sull’educazione sessuale rivolto ai giovani dell’arcipelago, vittime di un patriarcato che spesso sfocia in abusi ai danni di donne e bambini

Tratto da Altreconomia 253 — Novembre 2022

Capo Verde ha trovato un nuovo linguaggio per parlare all’Europa, ma anche alle generazioni più giovani che l’Atlantico tiene ben nascoste nelle sue dieci isole al largo dell’Africa Occidentale. L’acquerello. Grazie al talento di Livio Fania, illustratore originario di Priverno (LT) oggi residente a Tolosa, è stata finalmente colta quella peculiare “topografia periferica lusofona”, cui i sociologi Boaventura de Sousa Santos, Maria Irene Ramalho, Antonio Sousa Ribeiro o Margarita Calafate Ribeiro hanno dedicato per anni innumerevoli pagine.

Sin dai disegni in presa diretta nel luglio 2019, il suo “Il cammino delle gocce” è apparso molto più che il diario di viaggio illustrato di un artista, tanto da indurre la televisione nazionale capoverdiana –Nha Terra Nha Cretchu- a seguire il disegnatore passo a passo, mentre era intento a ritrarre pescatori, a dialogare con costruttori di cavaquinho a quattro corde, ad arrampicarsi su crateri vulcanici o a passeggiare per case coloniali color pastello.

Disponibile sul canale YouTube dell’emittente televisiva, il documentario dedicato all’opera di Fania esprime tutta la sorpresa -ma anche la gratitudine- di un popolo che mai era stato rappresentato così fedelmente dal 1975, anno d’indipendenza dell’arcipelago dal Portogallo. “In due mesi di permanenza -racconta Livio- sono riuscito a visitare sei delle nove isole abitate, senza mai smettere di disegnare. Ogni dettaglio, ogni espressione, ogni paesaggio mi apparivano così pregni di vita, di morabeza (termine che indica la nostalgica appartenenza alle proprie radici, ndr), che ho finito per realizzare oltre 250 illustrazioni, con una media di cinque acquerelli al giorno. In realtà la mia visita era motivata dal desiderio di farmi costruire due modelli di cavaquinho, strumento musicale tipico di Capo Verde e al quale mi sono appassionato suonando insieme ad alcuni amici emigrati a Bordeaux. Di isola in isola, la magia della musica ha però pervaso le mie dita e i miei occhi, rivelandomi una dimensione creativa mai sperimentata con tanta intensità”. I risultati non si sono fatti attendere.

Illustrazioni ad acquerello realizzate da Livio Fania durante il suo soggiorno a Capo Verde

“Il cammino delle gocce” è stato selezionato dapprima tra le opere finaliste dell’edizione 2021 del Rendez-vous du carnet du voyage, forse il più importante festival europeo dedicato all’illustrazione di viaggio, quindi ha offerto l’ispirazione per un progetto patrocinato dal Consolato onorario di Capo Verde in Lombardia e dall’associazione contro la violenza di genere Djuntu contra Vbg (djuntu.aclcvbg.org.cv), partner di Casa de Cabo Verde a Milano: la realizzazione di una guida online e cartacea sull’educazione affettiva e sessuale dei giovani capoverdiani, vittime di un patriarcato coloniale che non di rado tende a sfociare in aperta violenza ai danni di donne e bambini.

 

Illustrazioni ad acquerello realizzate da Livio Fania durante il suo soggiorno a Capo Verde

“Solo nel 2021 -spiega il direttore della polizia nazionale Emanuel Estaline Moreno- l’arcipelago ha registrato un incremento dei reati di abuso sessuale del 23%, con 21 casi in più rispetto all’anno precedente, ma anche un più 4% nei reati con lesioni personali. Nel periodo 2017-2019, invece, i dati risultavano triplicati rispetto al triennio precedente. Allarmante per una popolazione di appena 500mila abitanti”. L’Istituto capoverdiano per l’infanzia e l’adolescenza (Icca), in collaborazione con Unicef, ha perciò rilanciato la proposta di aggravare sino a 14 anni la detenzione per chi, cittadini europei inclusi, abusa dei minori. Un piano che, nella generale strategia di mobilitazione, assistenza e responsabilità sviluppata dalla rappresentante Unicef, Ilária Carnevali, prevede innanzitutto “di diffondere conoscenza su questo argomento per non impedire alle persone di parlare all’interno delle comunità, evitando così che il problema venga nascosto e i bambini soffrano a causa del silenzio degli adulti”.

Livio Fania mostra la copertina del suo libro “Il Cammino delle gocce” insieme a Teresa Scacchi (a sinistra) fondatrice della start-up AloeBoa, ed Elena Vida, titolare dell’atelier milanese WaxMax

Se da una parte i fondi raccolti dalla vendita de “Il Cammino delle gocce” hanno iniziato a confluire nel progetto milanese, che si pone direttamente in scia alle istanze del governo capoverdiano, dall’altra Livio Fania ha voluto rilanciare il suo impegno, realizzando video e illustrazioni per corredare la nuova guida rivolta ai giovani dell’arcipelago. Il suo stile, caratterizzato da un tratto pulito e attento ai dettagli, con figurazioni realistiche ma dalle angolazioni ironiche, incarna perfettamente la vivacità dello spirito capoverdiano, evocando emozioni schiette ancor prima che imperdibili aneddoti. A fianco del giovane illustratore sta inoltre crescendo una rete di collaborazione che punta a rafforzare i legami tra l’Italia e l’arcipelago atlantico, restituendone un’immagine finalmente libera dagli stereotipi turistici: grazie all’impegno della console Edna Lopes e della sua consulente Teresa Scacchi, le rappresentanti dell’Associazione capoverdiana di lotta contro la violenza di genere sono entrate in dialogo col Comune di Milano e gli sportelli antiviolenza area Nord della Provincia di Novara, oltre che con l’Associazione missionaria solidarietà e sviluppo, il Forum permanente delle donne di Certaldo e lo studio WaxMax, coinvolgendo poi formatori, psicoterapeuti, Casa de Cabo Verde e Casa degli esploratori, nonché l’associazione giovanile di Boa Vista Ondas para elas.

“Intendiamo operare sul piano sociale e della sostenibilità: in Italia è presente una delle maggiori comunità della diaspora capoverdiana” – Edna Lopes

“Intendiamo operare soprattutto sul piano sociale e della sostenibilità ambientale -ha evidenziato Lopes- dal momento che in Italia è presente una delle maggiori comunità della diaspora capoverdiana i cui membri hanno avuto modo di sperimentare diversi modelli di convivenza, finendo però per lasciarsi completamente alle spalle il Paese d’origine. È perciò importante dar loro modo di tornare a Capo Verde, o far loro visita in Italia, per riaprire il confronto con chi vive nelle isole più remote; sono infatti disponibili nuove opportunità per rilanciare l’economia dei territori”. Esempi virtuosi sono proprio due start-up di origine italo-capoverdiana: Genius Watter, specializzata nella desalinizzazione solare dell’acqua, e AloeBoa, che sviluppa prodotti cosmetici biologici nell’oasi di Montrigo a Boa Vista. La prima ha già installato un impianto nel villaggio di Povoação Velha, dando nuovo impulso all’agricoltura e all’allevamento attraverso orti idroponici e la trasformazione in eco-hotel di strutture ricettive come il King Fisher Village, nell’isola di Santiago, attraverso innovativi sistemi di efficienza energetica e idrica. La seconda start-up contribuisce invece a rinverdire il terreno vulcanico di Boa Vista, creando sinergie agrarie fra le piante di aloe vera e coltivazioni ortofrutticole a chilometro zero. Oggi, dunque, a sorridere sono anche Alvise Cadamosto e Antonio de Noli, i due navigatori italiani che scoprirono l’arcipelago attorno alla metà del Quattrocento, ma lo videro sfumare all’orizzonte troppo presto. Proprio come un acquerello portato via dal vento.

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