Deloitte, Meridiana, KPMG, PricewaterhouseCoopers e Reconta Ernst&Young. Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, importanti società di consulenza avrebbero messo in atto un "disegno spartitorio" per aggiudicarsi gare pubbliche milionarie bandite dalla centrale Consip
Avrebbero dovuto affiancare la Pubblica amministrazione (PA) nell’attuazione di programmi cofinanziati dall’Unione europea. Al contrario, importanti società di consulenza e revisione operanti nel nostro Paese –Deloitte, Meridiana, KPMG, PricewaterhouseCoopers e Reconta Ernst&Young– avrebbero elaborato un “disegno spartitorio” per aggiudicarsi alcune gare bandite a metà 2015 dalla centrale pubblica di committenza Consip Spa dal valore complessivo a base d’asta di 66,5 milioni di euro. Un disegno "ampio" che avrebbe addirittura interessato anche altre gare pubbliche.
È questa la tesi alla base di un’istruttoria avviata a metà marzo dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) sul mondo delle multinazionali della consulenza. Nelle nove pagine del provvedimento di “apertura” firmato dal segretario generale Roberto Chieppa e dal presidente facente funzioni Gabriella Muscolo, è descritta con precisione la “strategia” della società.
Tutto è nato da alcune “anomalie” riscontrate e segnalate da Consip all’Antitrust nell’ambito di una gara comunitaria del marzo 2015. Oggetto: “servizi di supporto e assistenza tecnica per l’esercizio e lo sviluppo della funzione di sorveglianza e audit dei programmi cofinanziati dall’Unione europea”. L’appalto in palio -66,5 milioni di euro- era suddiviso in nove lotti, sette su base geografica e due dedicati alle amministrazioni centrali.
(I nove lotti in gara, gli ambiti e gli importi a base d’asta banditi il 19 marzo 2015 da Consip Spa)
Ad aggiudicarsi cinque dei nove appalti in quanto “prime in graduatoria” sono state proprio le società finite poi sotto la lente dell’istruttoria. Il punto è che la competizione sarebbe stata alterata da “condotte suscettibili di avere per oggetto e per effetto la ripartizione dei lotti in gara”, attraverso “dinamiche concertative” capaci di “annullare il confronto concorrenziale” e “favorire l’aggiudicazione di tali lotti all’unico dei soggetti partecipanti all’intesa”. Utilizzando così a proprio piacimento -e interessato ritorno- la “formula di gara”, e, sempre secondo l’Antitrust, non “sovrapponendosi” mai.
L’istruttoria è aperta e allargata anche a “ulteriori gare bandite da Consip”, dal momento che per l’Autorità le dinamiche collusive sarebbero appunto “riconducibili ad un più ampio disegno”. E non è detto che da qui al 31 ottobre 2017 -la data fissata dall’Antitrust per la conclusione del procedimento- la retorica dell’inefficienza della PA possa finalmente abbandonare i consumati ritornelli sui fannulloni pubblici.
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