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Diritti / Reportage

In Messico i Mondiali di calcio 2026 minacciano le persone e l’ambiente

I rappresentanti delle popolazioni indigene di Santa Úrsula Coapa e San Lorenzo Huipulco che vivono nelle zone circostanti lo stadio Azteca protestano contro le opere di ampliamento. È prevista la costruzione di due edifici di sette piani, un centro commerciale e tre parcheggi multipiano © Monica Pelliccia

I tre stadi scelti per ospitare l’evento, a Città del Messico, Guadalajara e Monterrey, sorgono in aree delicate per le comunità locali, le risorse idriche e la fauna. Gli ampliamenti previsti rischiano di compromettere un fragile equilibrio

Tratto da Altreconomia 275 — Novembre 2024

"La gente è affascinata dal calcio e non capisce che cosa c’è dietro”, dice Natalia Lara, giovane attivista che da un decennio si batte per difendere il diritto all’acqua. “I Mondiali sono una scusa per promuovere l’edilizia e per peggiorare la carenza idrica: qui più di 1.200 famiglie rimarranno senza acqua”. Natalia Lara vive a Città del Messico, a tre chilometri dallo stadio Atzeca, una delle strutture in cui si giocheranno i Mondiali del 2026.

A Città del Messico, Guadalajara e Monterrey (le tre città messicane scelte dalla Fifa insieme ad altre località sparse tra Canada e Stati Uniti), gli attivisti e le attiviste stanno sollevando preoccupazioni sulla tutela degli ecosistemi, delle risorse idriche e della fauna che circonda le strutture. “In Messico non abbiamo tanti stadi come in Nord America. Pertanto, la scelta è stata quasi ovvia tra quelli che soddisfacevano tutti i requisiti”, aggiunge Lara.

Uno degli stadi selezionati è l’Akron di Guadalajara, città del Messico occi

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