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In Ecuador il commercio equo resiste in un clima di violenza crescente

I produttori del commercio equo in Ecuador © Beatrice De Blasi

Il Paese è ripiombato in un conflitto armato interno per mano di vari gruppi di narcotrafficanti. La situazione già fragile si è aggravata, soprattutto per i giovani. Le cooperative di commercio equo offrono un’alternativa reale. Ecco le loro voci

Tratto da Altreconomia 268 — Marzo 2024

Nonostante i recenti fatti di cronaca che aggravano ancora di più la profonda instabilità socioeconomica che da anni affligge l’Ecuador, i nostri produttori di banane confezionate per Altromercato continuano a lavorare regolarmente”. A parlare è Lianne Zoeteweij, direttrice generale dell’Asociación de pequeños productores bananeros El Guabo (Asoguabo), cooperativa che riunisce circa 123 piccoli coltivatori nel Sud-Ovest del Paese.

 Sconvolto dal “conflitto armato interno”, così definito dal presidente Daniel Noboa e riscoppiato a inizio 2024 per mano di vari gruppi di narcotrafficanti, l’Ecuador rischia di vedere il bilancio della recente crisi di sicurezza andare a pesare in modo significativo su uno dei segmenti più fragili della società: i giovani. Lianne Zoeteweij, nel raccontare ad Altreconomia l’impatto delle brutalità perpetrate dal crimine organizzato, spiega come il coinvolgimento della società della cittadina di El Guabo nella produzione di banane stia facendo da cuscinetto al dilagare della malavita. “Le famiglie inserite nella realtà di Asoguabo riescono a far studiare i loro figli, che in questo modo maturano competenze e prospettive lavorative alternative alla delinquenza”.


Nel Paese le violenze che coinvolgono i minorenni sono un problema molto diffuso e in crescita, tant’è che una nota pubblicata dall’Unicef a metà gennaio informa che solo nel 2023 sono stati registrati circa 770 omicidi di bambini e adolescenti (il 640% in più rispetto al 2019). Sempre secondo l’agenzia Onu, il reclutamento forzato dei giovani da parte dei gruppi armati sta salendo alle stelle a causa del drammatico aumento della criminalità in diverse parti dell’Ecuador.

A differenza delle grandi piantagioni, che creano immensi capitali che si concentrano nelle mani di pochi, i ricavi dei produttori di Asoguabo vengono investiti nelle comunità e ne migliorano le condizioni di vita. Inoltre, i contadini ricevono bonus e incentivi per ottimizzare la qualità delle coltivazioni, in accordo con le norme ambientali ed etiche del commercio equo e solidale.

“Far parte di una rete di commercio equo e solidale valorizza il territorio e restituisce potere ai locali, che in questo modo possono opporsi alle attività illecite” – Yuly Tenorio

“La raccolta e il confezionamento delle banane per ora stanno procedono, anche se siamo preoccupati per i possibili attacchi ai nostri mezzi di trasporto lungo le vie di accesso ai porti, dove la presenza di criminali e narcotrafficanti è maggiore”, continua Zoeteweij, ricordando che Asoguabo esporta principalmente in Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Svizzera, Germania e Italia.

Tuttavia, Yuly Tenorio, un’avvocata ecuadoriana per i diritti umani e i diritti della natura, sottolinea come l’alta insicurezza non sia solamente frutto della crisi scoppiata a gennaio 2024 ma di anni e anni di vuoto istituzionale e malgoverno. Residente a una novantina di chilometri dalla capitale Quito, Tenorio racconta che da tempo lo Stato ha di fatto abbandonato le comunità rurali e indigene: “La crescente criminalità legata al narcotraffico rende la gente economicamente dipendente dalle attività illegali, come traffico di droga, coltivazione di coca selvatica ed estrazioni minerarie. In tale contesto, la produzione dello zucchero di canna costituisce un’alternativa all’illegalità”, spiega l’avvocata, anche rappresentante della Cooperativa productores de panela el paraiso (Copropap) che riunisce i piccoli produttori dello zucchero Dulcita di Altromercato.

Nata nel 1991, Copropap riunisce più di quaranta coltivatori e produttori di panela, uno zucchero integrale biologico prodotto dalla spremitura della canna. Le famiglie dei soci vivono in una decina di comunità rurali del municipio di Pacto, nella riserva della biosfera del Chocó andino (Ecuador del Nord), coltivando piccoli terreni scoscesi secondo i principi dell’agroecologia. “Far parte di una rete di commercio equo e solidale valorizza il territorio e restituisce potere decisionale ai locali, che in questo modo possono opporsi alle attività illecite”, afferma l’avvocata.

A diverse settimane dall’inizio del “conflitto interno”, in tutto il territorio del Paese andino permane un livello di allerta elevato e un’importante presenza di forze armate, misura adottata dal governo per contrastare le bande di narcotrafficanti. Secondo Tenorio, il clima di terrore diffuso da gennaio serve principalmente a giustificare l’aumento della militarizzazione nel Paese, nonché le ripetute violazione dei diritti umani.

Alcuni produttori e soci della Cooperativa productores de panela el paraiso (Copropap) che riunisce i piccoli produttori dello zucchero Dulcita di Altromercato © Beatrice De Blasi

Dello stesso avviso è anche Giuseppe Tonello, presidente del Banco Codesarrollo, istituzione che promuove la finanza etica nel Paese e partner della Fondazione Altromercato. “Tra gennaio e febbraio sono state arrestate centinaia di persone, prevalentemente giovani, ma il problema della sicurezza è lontano dall’essere risolto. Gli istituti penitenziari, già sovraffollati, sono adesso sul punto di scoppiare e il rischio è che per risolvere un tipo di violenza si incorra in altre forme di abusi -riporta Tonello da Quito, lasciando trapelare non poca preoccupazione-. Molte scuole sono state riaperte (gli istituti educativi erano stati chiusi dall’entrata in vigore dello stato di emergenza stabilito l’8 gennaio 2024 dal presidente Noboa, ndr), ma la didattica a distanza offerta al posto di quella in presenza ha funzionato solo nelle zone coperte da internet e per gli studenti in possesso di dispositivi elettronici”.

In Ecuador, a essere arruolati dai gruppi criminali sono soprattutto i cosiddetti nini, ni estudian ni trabajan, ovvero i minorenni che non studiano né lavorano. “I giovani hanno bisogno di alternative alla criminalità e alla migrazione; servono riforme, mentre insistere con la repressione comporterà ancora più armi e violenza”, aggiunge il presidente dell’istituto di finanza etica. A tal proposito, Daniel Noboa ha da poco inviato all’Assemblea nazionale un progetto di legge urgente che propone di alzare l’Iva del 3% per reperire ulteriori risorse da impiegare nella lotta al crimine organizzato.

Sono 770 gli omicidi di bambini e adolescenti registrati dall’Unicef nel 2023 in seguito all’aumento della violenza nel Paese. Una crescita del 640% rispetto al 2019

Anche sul fronte della migrazione il trend non promette nulla di buono. Nel Paese, secondo le stime delle Nazioni Unite riferite al 2023, solo il 35% della popolazione ha un regolare contratto di lavoro, con la disoccupazione che dilaga. Le domande di aiuti economici ricevute dal Banco Codesarrollo sono in aumento, ma spesso i debitori non riescono a restituire quanto ricevuto, poiché i pochi risparmi a disposizione servono per pagare la vacuna, ossia il pizzo al delinquente di turno. Ne consegue che per il peso dell’estorsione molti ecuadoriani sono costretti ad andarsene.

Già Paese di origine, transito, destinazione, ritorno di migranti, il traffico di esseri umani è in crescita dal 2021. “Nonostante il ministero dell’Interno abbia stabilito che chi entrerà in Ecuador via terra dovrà esibire un certificato dei precedenti penali per tutta la vigenza dello stato di emergenza, la migrazione irregolare continuerà e i limiti al transito rischiano di andare a beneficio delle bande criminali che troveranno nei migranti delle facili persone da reclutare”, dice Giovanni Rizzo, direttore in Ecuador del Norwegian refugee council (Nrc). “Da quando è scoppiato il conflitto armato interno, abbiamo registrato un aumento delle richieste di informazioni su come lasciare il Paese -aggiunge-. Infatti, la negligenza diffusa a livello istituzionale ha reso l’Ecuador particolarmente attrattivo per i cartelli della droga e la popolazione sta apprezzando le misure adottate dal presidente per contrastare la crisi, ma la speranza è che, oltre alla risposta molto chiara e mediatica di Noboa, si provveda a smantellare le reti del crimine. E questo vuol dire entrare nelle istituzioni”.

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