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Impignorabilità della prima casa: serve la legge

Dopo il tragico suicidio di un muratore disoccupato di Vittoria, che rischiava di perdere la propria abitazione per un debito con le banche, alcuni enti locali hanno scritto e depositato in Parlamento una legge per bloccare le aste immobiliari su alcuni beni considerati fondamentali. Il 15 luglio 2015 le Commissioni giustizie, finanze del Senato hanno esaminato i disegni di legge in materia, tra cui quello presentato dall’Assemblea regionale siciliana e frutto del lavoro condiviso con l’associazione Avviso Pubblico 

Una possibile declinazione del “diritto umano alla casa” riguarda l’impignorabilità della prima casa. L’idea, cioè, di non poter essere privato di un tetto perché in ritardo con il pagamento delle rate di un finanziamento, o per effetto di una sentenza. A un imprenditore in difficoltà, invece, non dovrebbero essere pignorati i beni necessari per svolgere una professione (laboratori, attrezzature, strumentazione), perché altrimenti sarà per lui impossibile continuare a produrre reddito, e quindi ripagare quel debito.
 
La Camera dei deputati, però, non è d’accordo. E ha bocciato alcune mozioni presentate a inizio luglio dai partiti dell’opposizione in merito all’impignorabilità della prima casa. Ciò non toglie, però, che il diritto all’abitazione principale possa essere riconosciuto: basterebbe, infatti, avviare l’iter legislativo del “disegno di legge sull’impignorabilità dell’unica abitazione e degli immobili strumentali all’attività d’impresa” (che è iscritto proprio alla Camera dei Deputati, C.2778, ed è stato proposto dalla Regione Siciliana), e arrivare all’approvazione della legge. Cosa che ha fatto, il 15 luglio, il Senato della Repubblica, esaminando il disegno di legge elaborato dall’assemblea regionale siciliana (la Regione aveva inviato il testo ad entrambi i rami del Parlamento) e quelli dei senatori Lumia e Tremonti.
L’associazione Avviso Pubblico -tra i promotori del disegno di legge- chiede che "l’iter legislativo di un provvedimento così atteso da centinaia di migliaia di famiglie italiane possa svilupparsi in tempi brevi".
Dopo la bocciature delle mozioni, durante la scorsa settimana, l’associazione -che riunisce enti locali di tutta Italia- ha scelto di intervenire in un dibattito, che -come spesso accade- aveva finito per ospitare interventi “da tifosi”, pro o contro l’operato della maggioranza.

L’obiettivo: riportare l’attenzione sul tema in sé, ovvero l’esigenza di una legislazione in materia, e ricordare al Governo l’importanza di “intervenire subito con un provvedimento di urgenza stabilendo la sospensione del corso delle procedure di espropriazione nei Tribunali della Repubblica, quando i beni che ne costituissero l’oggetto fossero quelli tutelati dall’art. 1 del nostro disegno di legge (unica abitazione e unico immobile strumentale)” ricordano in un comunicato stampa il Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, e il vicepresidente, Piero Gurrieri.

Proprio Gurrieri era assessore alla Trasparenza del Comune di Vittoria (Ragusa) quando -era il maggio del 2013- un muratore disoccupato di sessantaquattro anni, di nome Giovanni Guarascio si era dato fuoco nella cittadina siciliana per evitare di perdere la sua unica abitazione, che era stata pignorata e messa all’asta a seguito della sua impossibilità di saldare un debito con una banca locale. 
L’episodio si è concluso in modo tragico, con la morte del Guarascio, e nei mesi successivi altre persone si sono suicidate per i medesimi motivi. Così (come abbiamo scritto su Altreconomia 169) nel luglio del 2013 il Comune di Vittoria è diventato capofila di una conferenza nazionale di sindaci che hanno deciso di riunirsi in modo permanente e di proporre un provvedimento di modifica dell’attuale normativa in materia di impignorabilità della prima casa e dei beni mobili e immobili strumentali all’esercizio di imprese, arti e professioni.

Il testo del provvedimento redatto dall’avvocato Piero Gurrieri è stato discusso e votato all’unanimità dall’Assemblea regionale siciliana nell’ottobre dello scorso anno e, nel dicembre 2014, è stato presentato alla Camera dei deputati. Dalla metà di febbraio, quello che è diventato il disegno di legge numero 2778, è stato iscritto all’esame delle commissioni riunite Giustizia e Finanze della Camera.

Avviso Pubblico ha indirizzato l’11 febbraio una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri e ai presidenti di Senato e Camera, e il successivo 5 marzo anche al ministro della Giustizia.
“Spiace constatare che la stessa richiesta, peraltro espressamente contenuta in alcune mozioni presentate all’aula, sia stata respinta, e spiace ancora di più che su questo punto, a nostro giudizio fondamentale, il Governo, tramite il sottosegretario alla Giustizia, abbia espresso parere contrario. Si è trattato, a nostro giudizio, di un errore, che ha creato scoramento nell’opinione pubblica e che rischia di consegnare alla marginalità e all’esclusione sociale centinaia di famiglie e imprese che lo Stato ha il dovere di sostenere, soprattutto quando esse siano state travolte dalla crisi senza esserne responsabili. Come Avviso Pubblico riteniamo che, dopo questa battuta di arresto, debba esserci spazio per un supplemento di riflessione da parte sia del Governo che dei gruppi parlamentari di maggioranza. La sospensione, per un limitato periodo, delle aste immobiliari su determinati beni è una scelta necessaria e indifferibile, al pari della immediata calendarizzazione dell’esame del DDL ‘impignorabilità’ che continuiamo a sostenere insieme agli enti della nostra rete".

© Riproduzione riservata

(Aggiornato il 20 luglio 2015, h. 11.25)


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