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Ambiente / Attualità

Impatti positivi e limiti dell’abbonamento unico ai mezzi pubblici in Germania

Dal primo maggio i cittadini tedeschi possono acquistare un abbonamento mensile ai mezzi dal costo di 49 euro. Obiettivo: offrire un’alternativa pratica ai veicoli privati per compiere la transizione. La misura era attesa ed è una “conseguenza” del “9 Euro Ticket”. Resta però il nodo delle aree rurali e dell’esclusione delle fasce vulnerabili

© Leon Bublitz - Unsplash

Dal primo maggio di quest’anno chiunque in Germania ha la possibilità di acquistare al costo di 49 euro un abbonamento mensile per i mezzi pubblici, chiamato appunto “49 Euro Ticket”.“Il Deutschlandticket sta arrivando -ha annunciato trionfalmente il ministro dei Trasporti tedesco Volker Wissing a marzo, a margine dell’approvazione del Parlamento tedesco-. E si tratta della più grande riforma del trasporto pubblico nella storia della Germania”.

La misura punta a fornire ai cittadini un’offerta vantaggiosa. Da un lato, consente infatti di avere a disposizione bus, tram, metropolitane e treni regionali a un’unica tariffa, spesso decisamente più contenuta rispetto a quelle presenti fino ad ora in Germania. Dall’altro, il biglietto è valido su tutto il territorio nazionale e supera così la frammentazione e le limitazioni che caratterizzano la gran parte degli abbonamenti.

L’introduzione del Deutschlandticket, letteralmente il “biglietto Germania”, va letta nel contesto della transizione ecologica: con questo, il governo vuole rilanciare il ruolo dei trasporti pubblici nel Paese e rendere più conveniente l’utilizzo di bus e treni, piuttosto che quello delle automobili. Lo scopo principale è tagliare in maniera significativa le emissioni dei trasporti, un settore che in Germania sta faticando a adeguarsi agli obiettivi climatici. Secondo le statistiche governative, nel 2021 ha prodotto 148 milioni di tonnellate di CO2, quasi un quinto di quelle totali tedesche. E nonostante Berlino punti a dimezzare le emissioni dei trasporti entro il 2030, nell’ultimo decennio i miglioramenti sono stati minimi: uno studio commissionato dallo stesso governo tedesco mostra infatti come a partire dal 2012 la produzione di gas serra da parte del settore sia costantemente aumentata, per poi diminuire soltanto con la pandemia, ma in maniera non sufficiente. 

La misura era attesa da tempo in Germania ed è una logica conseguenza del 9 Euro Ticket, un esperimento che il governo guidato da Olaf Scholz aveva tentato tra giugno e agosto dello scorso anno. Si trattava di un abbonamento del tutto simile a quello attuale tranne che per il costo, di nove euro: il governo voleva prenderlo come punto di riferimento, per capirne gli effetti e studiare di conseguenza una soluzione permanente. 

Nel periodo in cui è stato in vigore, il 9 Euro Ticket ha rappresentato un successo, almeno dal punto di vista numerico, e in tre mesi ne sono stati venduti 52 milioni. Meno chiari sono stati invece i risultati dal punto di vista climatico: il biglietto ha reso i trasporti pubblici molto più utilizzati ma non è riuscito a convincere i tedeschi a rinunciare alle proprie auto e quindi a diminuire le emissioni. “La quota di spostamenti in auto rispetto al traffico totale è rimasta pressoché costante -sottolinea una ricerca sul 9 Euro Ticket pubblicata ad aprile da DIW, un istituto con base a Berlino specializzato nella ricerca economica- le persone hanno utilizzato i mezzi pubblici invece di muoversi a piedi o in bici”.

Il centro spiega che parte dei limiti è dovuta al fatto che raramente le offerte che puntano su prezzi così vantaggiosi portano le persone a cambiare le proprie abitudini, soprattutto se si tratta di misure provvisorie come quella della scorsa estate. Il costo rappresenta infatti soltanto una delle ragioni per cui le persone non utilizzano i mezzi pubblici ma quella principale resta la scarsa comodità nell’affidarsi a bus e treni. Non è perciò una sorpresa che il 9 Euro Ticket abbia avuto successo nelle città, dove i mezzi sono molti ed erano già usati, mentre ha inciso poco nelle aree rurali e meno fornite. 

Se da un punto di vista climatico ha avuto un effetto relativo, il biglietto si è mostrato invece fondamentale dal punto di vista sociale. “Il 9 Euro Ticket ha rappresentato una pietra miliare per le politiche della mobilità -ha spiegato Ulrich Schneider, direttore dell’Associazione generale tedesca per la parità, che riunisce e coordina oltre 10mila organizzazioni senza scopo di lucro in Germania, supportando così il mantenimento e l’ampliamento dell’assistenza sociale nel Paese-. La scorsa estate, per la prima volta, le persone che non possono permettersi regolarmente un viaggio in treno hanno potuto semplicemente andare in vacanza o visitare i parenti”. 

Il referente per le politiche sociali della stessa associazione, Andreas Aust, spiega ad Altreconomia come il 9 Euro Ticket sia stato acquistato soprattutto dalle persone con meno risorse, in particolare giovani e famiglie con un reddito mensile netto inferiore ai mille euro. “Per molte persone, il biglietto ha significato potersi permettere la mobilità -fa notare, intervistato da Altreconomia– e ha quindi permesso anche una partecipazione sociale: se non puoi muoverti, sei escluso da molte delle possibilità che la società offre”.

Aust valuta in maniera positiva anche l’impatto ambientale del 9 Euro Ticket. E lo fa ricollegandosi alle questioni sociali. Nonostante la Germania sia spesso dipinta come uno Stato uniformemente ricco, i dati dell’Ufficio federale di statistica tedesco mostrano che il 16,9% della popolazione è a rischio povertà e oltre sei milioni di tedeschi vivono grazie a sussidi minimi. Queste persone, spiega Aust, non hanno la possibilità di utilizzare l’auto, a causa delle risorse insufficienti. Il biglietto estivo era quindi una buona idea proprio perché permetteva di aumentare la mobilità e di raggiungere dei risultati dal punto di vista sociale, sottolinea, senza far crescere le emissioni e danneggiare l’ambiente. 

Il successo non è però destinato a ripetersi. Per il nuovo biglietto permanente, infatti, il governo tedesco ha stabilito come detto un prezzo di 49 euro: un costo troppo elevato, secondo l’Associazione per la parità. “Con questi prezzi, gli effetti positivi dal punto di vista sociale non saranno possibili”, evidenzia Andreas Aust. 

L’esperto indica come l’abbonamento sia evidentemente troppo caro se rapportato al sussidio più diffuso in Germania, che prevede una somma di circa 500 euro al mese, e sostiene che la soluzione migliore sarebbe stato un biglietto annuale da 365 euro. Che il costo sia eccessivo lo dimostrano anche i sondaggi effettuati da DIW: alla domanda di quanto fossero disposti a pagare per usufruire di una simile offerta, i cittadini tedeschi hanno risposto in media 29 euro, una cifra lontana da quella fissata. 

Berlino rischia perciò di mancare un’occasione anche dal punto di vista ambientale. A causa del nuovo costo, il Deutschlandticket perde la sua attrattività verso gli strati più poveri della popolazione, che avevano comprato in massa il biglietto estivo. Allo stesso tempo, non spinge chi è benestante ad utilizzare i trasporti pubblici, visti il vantaggio economico minimo e i mancati investimenti sui mezzi e su nuove linee. Una situazione che potrebbe trovare una soluzione con l’introduzione di tariffe agevolate per chi ha un reddito limitato, da parte dei singoli stati tedeschi. “Ma così si ritorna ad una frammentazione -conclude Aust- e non è quello a cui la misura voleva portare”. 

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