Diritti / Opinioni
Il nuovo umanesimo nato nella pandemia
Relazioni umane, ambiente e cultura possono formare alla cittadinanza consapevole. Un libro spiega come e perché serve fiducia per ripartire. La rubrica di Pierpaolo Romani (Avviso Pubblico)
Il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana ha scritto recentemente: “Il 2020 è un anno che ci ricorderemo sempre. Un virus nuovo, senza cure efficaci e vaccini, ha travolto la nostra quotidianità […] Non sappiamo ancora come sarà questo 2021. Perché tante cose cambieranno. Per ciascuno di noi e per tutto il Paese la fiducia è l’unico seme che può riempire questa agenda di progetti e desideri”. La fiducia, seme generativo e cemento delle relazioni, si può anche fabbricare. Lo racconta il libro “Fabbricare fiducia al tempo del Covid-19 e oltre”, curato dal manager culturale e attivista politico Giancarlo Sciascia, pubblicato da Rubbettino.
Il libro è una selezione di risposte fornite da 100 persone -con competenze e collocazioni sociali e geografiche diverse- alla domanda posta dal fondatore del progetto Farm Cultural Park, il siciliano Andrea Bartoli, durante il primo lockdown: “Cosa (e come) potrebbe diventare l’Italia e/o il mondo non appena avremmo messo il punto su questa terribile pandemia?”. Già, la pandemia. Un evento inaspettato che, da un lato, ci ha fatto riscoprire la nostra fragilità e ha fatto emergere le profonde disuguaglianze generate da un modello di sviluppo basato sul capitalismo neoliberista; dall’altro “questa pausa forzata ha rappresentato molto probabilmente il primo momento di vera sospensione per una umanità egoista, distratta, accelerata”, afferma Sciascia nella sua introduzione.
12 sono le fabbriche della fiducia nate in Italia cui se ne aggiunge una nata in Messico
Per “costruire fiducia” la cosa migliore è “dare fiducia” scrive nel suo contributo Toti Di Dio. E la fabbricazione della fiducia si nutre di, e promuove essa stessa, conoscenza, interdipendenza, partecipazione, collaborazione, visione, voglia e senso di futuro.
Il libro curato da Sciascia testimonia come in questo momento di paura e incertezza in Italia vi siano persone -visionari e visionarie, resilienti e resistenti- che non si lasciano scoraggiare, che si stanno adoperando per costruire un “nuovo umanesimo” capace di recuperare il rapporto tra gli uomini e tra questi ultimi e la natura all’insegna di una “nuova spiritualità ecologica”, come afferma Leandro Janni nel suo contributo. Un nuovo umanesimo che ponga al centro il “noi” anziché “l’io” -“Nessuno si salva” è il titolo del contributo di Viviana Rizzuto Voiry-, l’essere anziché l’avere, la lentezza e la pazienza dell’ascolto -si leggano i contributi di Maurizio Caserta e Ilaria Vitellio nonché l’esperienza di Portobaseno-, l’investimento sul capitale umano, considerato generatore di una società e di uno sviluppo che siano sostenibili, responsabili, inclusivi e partecipati.
Un nuovo umanesimo che ponga al centro la cultura, l’arte e la rigenerazione urbana come elementi capaci di educare alla cittadinanza attiva e alla libertà responsabile. Risuona forte nel lettore l’eco con alcuni concetti espressi da Papa Francesco nelle sue encicliche “Laudato si” e “Fratelli tutti”, ad Alex Langer e il suo forte richiamo alla “conversione ecologica” nonché a Tom Nichols e al suo volume “La conoscenza e i suoi nemici” in cui mette in guardia dai rischi e pericoli di cui la democrazia può essere vittima a causa dell’incompetenza. Nella parte finale del libro, intitolata “Album di comunità” si possono leggere le esperienze della fabbrica fiducia attraverso la musica, l’architettura e anche l’esperienza dell’Erasmus. Il messaggio finale: se vogliamo fare in modo che un evento negativo, come la crisi generata dal Covid-19, diventi una pietra fondante del nostro nuovo presente e futuro, possiamo dire questo: “Andrà tutto bene se ognuno di noi farà la sua parte”.
Pierpaolo Romani è coordinatore nazionale di “Avviso pubblico, enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”
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