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Il nuovo bombardiere nucleare B-21 degli Stati Uniti e le promesse tradite sul disarmo
Mentre l’esercito Usa presenta il nuovo bombardiere B-21 realizzato dalla Northrop Grumman, anche Cina e Russia concorrono a espandere i propri arsenali. “Gli Stati in questo modo stanno violando i loro stessi impegni nella non proliferazione, aggravando il rischio di una catastrofe atomica”, denuncia la Campagna Ican
Il 2 dicembre l’esercito degli Stati Uniti ha presentato l’ultimo modello di bombardiere nucleare stealth B-21. La produzione del nuovo aereo da guerra rappresenta un passo in avanti nella modernizzazione dell’arsenale statunitense e una violazione del Trattato di non-proliferazione nucleare (Tnp), ha commentato la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi atomiche (Ican) in una sua presa di posizione del 2 dicembre. Allo stesso tempo anche Russia e Cina stanno espandendo e “migliorando” il loro arsenale aumentando il rischio di escalation. “Questi sviluppi dimostrano ancora una volta che non ci si può aspettare che gli Stati dotati di armi nucleari perseguano il disarmo in buona fede. La modernizzazione dei loro arsenali rischia di scatenare infatti una nuova corsa agli armamenti ed è incompatibile con l’obiettivo di realizzare un mondo senza armi atomiche. Ciò è particolarmente inquietante e pericoloso, dato il rischio nettamente accresciuto di utilizzo di queste armi negli ultimi mesi”, ha commentato Beatrice Fihn, direttrice esecutiva di Ican.
Il nuovo bombardiere, sviluppato dalla multinazionale degli armamenti Northrop Grumman, è in grado di adoperare due nuovi modelli di armai nucleari: la bomba “a gravità” B61-12 e il missile da crociera ad armamento atomico Lrso, oltre a diverse armi “convenzionali”. La B61-12 possiede una forza esplosiva pari a 50 chilotoni, una potenza più di tre volte superiore a “Little boy” la bomba utilizzata per distruggere Hiroshima nel 1945. “Una singola bomba B61-12 sganciata da un B-21 potrebbe uccidere centinaia di migliaia di civili e ferirne molti di più, oltre a causare ingenti danni alle infrastrutture civili e all’ambiente mentre il fallout radioattivo potrebbe contaminare vaste aree in più Paesi”, aggiunge ancora Ican. L’aereo verrà dislocato in tre basi nel territorio degli Stati Uniti aumentando il numero di infrastrutture dotate di un bombardiere nucleare operativo dalle due attuali alle cinque previste per il 2030.
Northrop Grumman, che secondo il rapporto Sipri sull’industria bellica, nel 2021 risultava come la quarta azienda al mondo per la vendita di armamenti per un totale di quasi 30 miliardi di dollari, ha ricevuto nel 2021 cinque miliardi di dollari solamente per contratti legati alla produzione e allo sviluppo di armi nucleari. Inoltre avrebbe speso 11 milioni di dollari in operazioni di pressione nei confronti dei decisori politici, oltre ad aver investito milioni di finanziamenti in think tank impegnati in ricerca sulle armi atomiche, riporta Ican nel suo rapporto sulle spese globali in armamenti nucleari pubblicato a giugno 2022.
Gli Stati Uniti non sono i soli ad aver investito in questa nuova corsa alle armi di distruzione di massa: anche Cina e Russia stanno potenziando i loro arsenali “non convenzionali”. La Russia ha presentato a fine novembre un nuovo modello di missile balistico intercontinentale (Icbm) denominato “Sarmat” sviluppato per sostituire la precedente versione e in grado di trasportare più di 10 testate, ciascuna con una potenza compresa tra i 500 e gli 800 chilotoni. La portata distruttiva di quest’arma è sconvolgente: a pieno carico è in grado di generare un potenziale esplosivo pari ad almeno 250 volte quello di “Little boy”. Anche la Cina, secondo un rapporto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, avrebbe recentemente espanso il proprio arsenale di armi non convenzionali. Il Paese ora disporrebbe di oltre 400 testate e 300 missili balistici intercontinentali, 200 unità in più rispetto al 2021. “Secondo quanto riferito, i sottomarini nucleari cinesi stanno effettuando pattugliamenti ‘armati’ -riporta Ican-. Poiché sia la Russia sia la Cina sono molto meno trasparenti degli Stati Uniti sulle loro capacità belliche è possibile che stiano modernizzando ed espandendo i loro arsenali anche in altri modi”.
Secondo la Campagna queste operazioni rappresentano una violazione del Trattato di non-proliferazione firmato dai Paesi citati nel 1968. Il Tnp imporrebbe di “perseguire negoziati in buona fede su misure efficaci relative alla cessazione della corsa agli armamenti nucleari in tempi brevi e al disarmo”. Secondo l’accordo, i tre Paesi dovrebbero assumere un “impegno inequivocabile a realizzare la totale eliminazione dei loro arsenali nucleari” e impegnarsi a “perseguire politiche pienamente compatibili con il Trattato e con l’obiettivo di realizzare un mondo senza armi nucleari”. Negli ultimi mesi la minaccia di un conflitto atomico è aumentata drasticamente. Le minacce da parte del presidente della Federazione russa Vladimir Putin di utilizzare l’arsenale nucleare del Paese contro chiunque intervenga in modo attivo nel conflitto in Ucraina, insieme ai test di missili balistici effettuati dalla Corea del Nord, stanno erodendo il tabù contro le armi atomiche e normalizzando il loro utilizzo. Diversi analisti e attivisti per il disarmo, tra cui appunto Ican, ritengono che il rischio di utilizzo di queste armi sia più alto che mai. Secondo Ican l’unica soluzione consisterebbe nell’adesione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari, entrato in vigore alla fine del gennaio 2021. “Aderendo al Tpnw e partecipando attivamente alla sua attuazione, i Paesi possono contribuire a stigmatizzare e delegittimare le armi nucleari e a costruire una solida norma globale contro di esse. Il Tpnw è chiaro -conclude Beatrice Fihn-: le azioni degli Stati per mantenere, modernizzare ed espandere i loro arsenali nucleari sono illegali, immorali e inaccettabili”.
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