Altre Economie / Approfondimento
Il movimento per la decrescita si dà appuntamento a Venezia
Dal 7 al 9 settembre associazioni, ricercatori ed esponenti della società civile si ritroveranno per discutere ed elaborare proposte concrete e alternative a quelle di un modello economico basato sulla crescita infinita e insostenibile
Sorprendentemente è ancora colorata e sorridente, la lumachina simbolo del movimento per la decrescita che era partita dieci anni fa dalla fondamenta delle Zattere, a Venezia, per proporre “la decrescita come passaggio di civiltà”. All’epoca, nel settembre del 2012, un’ampia rete di associazioni e istituzioni, e un migliaio di partecipanti, si erano ritrovati attorno a “La grande transizione”, la terza Conferenza internazionale sulla decrescita, la sostenibilità ecologica e l’equità sociale.
“La conferenza contribuì a far emergere l’idea di una società della decrescita dall’ambito della provocazione intellettuale, per andare in direzione di un progetto di trasformazione fattivo -si legge nell’appello pubblicato sul sito venezia2022.it-. Da allora una poderosa elaborazione scientifica ha dimostrato inoppugnabilmente che la continua crescita economica è incompatibile con la conservazione della vita sul Pianeta, anche nelle sue versioni green”.
Oggi, una rete ancora più ampia rispetto a quella di dieci anni fa sta organizzando un nuovo incontro a Venezia: tre giornate, dal 7 al 9 settembre 2022, per “fare il punto della situazione, rilanciare idee e proposte concrete e rendere visibile quel cambiamento profondo del modello di civilizzazione” necessario per affrontare le sfide del presente. “Se dieci anni fa il pensiero della decrescita poteva essere una provocazione intellettuale, il tentativo di creare un corto circuito, oggi questa via ci sembra percorribile in modo realistico e stringente -spiega Paolo Cacciari, del comitato organizzatore-. In questi dieci anni il progetto politico, economico e sociale della decrescita ha iniziato a entrare nel senso comune dei movimenti, ma anche di una parte della politica istituzionale. Le critiche alla crescita che rende impossibile la sostenibilità socio-ambientale si stanno diffondendo, ma d’altra parte si scontrano con un’inerzia e un’inazione che generano la spirale distruttiva e catastrofica che stiamo vivendo”.
“Decrescita: se non ora quando? Dall’illusione della crescita verde a una democrazia della Terra” è il titolo della tre giorni veneziana, che vede un’inedita e positiva alleanza tra l’Associazione per la decrescita, il Movimento per la decrescita felice, la Rete italiana dell’economia solidale, Aeres Venezia e l’International conferences on degrowth for ecological sustainability and social equity.
“La nostra ambizione è tenere insieme l’elemento teorico e quello pratico, coniugando i saperi formali con quelli esperienziali” – Paolo Cacciari
“La nostra ambizione è tenere insieme l’elemento teorico e quello pratico, coniugando i saperi formali con quelli esperienziali, per fare insieme dei passi avanti”, continua Cacciari. Il metodo di costruzione della conferenza è stato migliorato rispetto a dieci anni fa, quando si era preso a modello quello dei Social Forum, come spiega Cacciari: chiunque poteva proporre workshop e trovare ospitalità all’interno della conferenza, moltiplicando i piccoli gruppi e correndo così il rischio di una dispersione nel confronto a un livello più ampio. “Questa volta abbiamo invece individuato quattro filoni transdisciplinari, che saranno approfonditi durante le giornate, e immaginato una quindicina di tavoli di confronto su diversi temi -pace e nonviolenza, salute, economia solidale, agroecologia, solo per citarne alcuni- per i quali arriveremo alla conferenza di settembre con dei documenti preparatori, già condivisi sul sito ufficiale”.
“One Earth, one Health, one Life” è il primo di questi assi tematici per fare il punto su “un’idea più ampia di salute e di cura delle persone, degli animali, del pianeta”, a partire dalle riflessioni di Vandana Shiva, del biologo specializzato in prevenzione ambientale Carlo Modonesi, dell’Università di Parma, e di Jean Louis Allon della Rete sostenibilità e salute. Un altro asse tematico è dedicato al “Buen vivir/Vivir bien. Che cos’è una buona vita?”. Per ripensare “il paradigma del benessere, il senso e la qualità della vita” ci si confronterà con l’ecofemminista spagnola Amaia Perez Orozco del gruppo “Colectiva Xxk. Feminismos, pensamiento y a acción” di Bilbao, Lorenzo Velotti della Scuola Normale Superiore, dov’è membro di Cosmos (Centre on social movement studies, cosmos.sns.it) e di Research & degrowth, e la sociologa Silvia Federici, professoressa emerita presso l’Hofstra University di Hempstead (New York). Il terzo filone è dedicato alle “Nuove architetture sociali”, alla ricerca di inedite “forme di condivisione, di comunità, di cooperazione e organizzazione sociale” per praticare la transizione, con interventi dell’antropologo economico Jason Hickel, dell’Universidad Autonoma de Barcelona, Mario Pansera del Post-growth innovation lab dell’Università di Vigo e il sociologo Emanuele Leonardi dell’Università di Bologna.
Un’altra novità positiva della conferenza sono il dialogo, sempre più aperto, e la collaborazione concreta tra movimenti e università
“Un agire politico trasformativo” è infine l’ultimo filone, che riflette sulle possibilità di “un nuovo sperimentalismo democratico per rendere possibile un progetto collettivo di cambiamento” a partire dai contributi del sociologo Luigi Pellizzoni dell’Università di Pisa e del collettivo Poe-Politiche ontologie ecologie, Viviana Asara dell’Università di Ferrara e di Research & degrowth, e Marco Deriu dell’Università di Parma. Su questi quattro filoni tematici saranno costruite le assemblee plenarie, mentre i tavoli di lavoro (in definizione mentre scriviamo) saranno in parallelo: per partecipare ci si dovrà iscrivere (i posti sono limitati a 250) ed è prevista una quota (circa 100 euro, in via di definizione, con tariffe diverse a seconda delle possibilità di ciascuno), che andrà a sostenere l’evento, completamente autofinanziato.
Anche la relazione con il mondo accademico -fortemente desiderata dagli organizzatori- si amplia con questo nuovo appuntamento che vede, rispetto all’edizione 2012, anche la partecipazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, oltre a quelle dell’Università di Udine e dell’Università Iuav, che ospiterà le attività della tre giorni settembrina. Un’altra novità positiva è il dialogo sempre più aperto e la collaborazione concreta con i movimenti. Nasce da questa relazione la giornata “off” della conferenza, quella di sabato 10 settembre, con un programma speciale che prevede una convergenza con il “Venice climate camp”, organizzato nell’isola del Lido, sempre a Venezia, da Rise Up 4 Climate Justice e Fridays For Future Venezia, in concomitanza con la Mostra del cinema. Gli organizzatori e i partecipanti all’incontro veneziano sulla decrescita si sposteranno quindi quel giorno al Lido, per seguire lì altre conferenze e incontri accanto ai più giovani, e insieme prenderanno parte a una manifestazione pubblica verso il red carpet delle stelle del cinema.
“Crediamo che il pensiero della decrescita possa essere utile a superare le frammentazioni esistenti tra i movimenti” – Paolo Cacciari
“Abbiamo bisogno di uno sguardo sempre più attendo alle interdipendenze e al loro valore: entrare in una cosmovisione -conclude Cacciari-. Per questo le relazioni con i movimenti sono decisive. Allo stesso modo, crediamo che il pensiero della decrescita possa essere utile a superare le frammentazioni esistenti tra i movimenti”, per costruire un’interlocuzione trasversale con il mondo ecologista, i femminismi, l’economia solidale, i movimenti per i diritti, per i beni comuni e per la sovranità alimentare. La sfida è riuscire a farlo sull’onda di un desiderio comune: se la decrescita è diventata in qualche modo un dovere, secondo Cacciari deve comunque restare “una scelta consapevole, un orizzonte desiderabile per un benessere diverso, una prosperità autentica e a una nuova qualità della vita, gioiosa e fondata sul valore ai beni naturali e relazionali ‘fuori mercato’”.
In dettaglio il programma dell’evento
“Decrescita: se non ora quando? Dall’illusione della crescita verde ad una democrazia della Terra”
Dal 7 al 9 settembre 2022 presso l’Università Iuav di Venezia (ex cotonificio, Dorsoduro – 2196)
Tutte le informazioni sul sito venezia2022.it e all’indirizzo di posta elettronica info@venezia2022.it
L’incontro è promosso da: Associazione per la decrescita, Movimento per la decrescita felice, Rete italiana dell’economia solidale, Aeres Venezia e support group delle International conferences on degrowth for ecological sustainability and social equity.
Con il patrocinio di: Università Iuav e Ca’ Foscari di Venezia, Università di Udine e Research & degrowth.
In collaborazione con: Acmos Torino, Associazione eco-filosofica, Associazione Laudato sì, Bilanci di giustizia, Co-energia, Forum beni comuni Friuli Venezia Giulia, TILT – Territori in libera transizione.
Media partner: Altreconomia, Comune-Info, Pressenza, Terra Nuova.
Sintesi del programma (in aggiornamento)
Mercoledì 7 settembre 2022
- Ore 11.00 – Plenaria “Il momento presente”
- Ore 14.00 – Presentazione dei documenti dei gruppi di lavoro
- Ore 15.30 – Tavoli di lavoro paralleli
- Ore 17.45 – Plenaria “Un agire politico trasformativo”
Giovedì 8 settembre
- Ore 9.00 – Plenaria “Nuove architetture sociali”
- Ore 10.45 – Tavoli di lavoro paralleli
- Ore 14.30 – Plenaria “Buen vivir/Vivir bien. Che cos’è una buona vita?”
- Ore 17.00 – Conferenza “Verso una democrazia della terra?” con Vandana Shiva
Venerdì 9 settembre
- Ore 9.00 – Plenaria “One Earth, one Health, one Life”
- Ore 10.45 – Tavoli di lavoro paralleli
- Ore 14.30 – Tavola rotonda “Dal disarmo ecologico e militare alla costruzione di una pace giusta e sostenibile”
Fino a settembre Altreconomia dedicherà mensilmente approfondimenti in preparazione della Conferenza sulla decrescita di Venezia, che si terrà il 7-8-9 settembre 2022 presso l’Università Iuav, dieci anni dopo la terza Conferenza internazionale sulla decrescita, la sostenibilità ecologica e l’equità sociale del 2012
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