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Il latte di crescita è inutile: lettera a Rosolino

Il campione olimpico di nuoto ha prestato il proprio volto e la propria voce come testimonial per una "Latte 3", un prodotto artificiale. Numerose evidenze scientifiche suggeriscono tuttavia l’allattamento al seno anche oltre i dodici mesi. Per questo alcune associazioni hanno scritto all’atleta: "I benefici sulla salute dei bambini che lo spot pubblicizza sono dimostrati" ma "per il latte materno"

“Sul ‘latte di crescita 3’, quello per bambini dai 12 mesi, la questione è chiara: è un prodotto inutile”. Laura Bruzzaniti, autrice per Altreconomia edizioni del libro “Non aprite quella pappa”, riporta in un paragrafo il parere dell’EFSA (cioè l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ndr): “L’uso dei cosiddetti ’latti di crescita’ non apporta alcun valore aggiunto rispetto a una dieta bilanciata nel soddisfare il fabbisogno nutrizionale dei bambini nella prima infanzia”, e aggiunge che esso non svolge alcun “ruolo unico” nel fornire sostanze nutritive necessarie.

Un punto di vista autorevole, che non trova corrispondenza nel messaggio pubblicitario veicolato dallo spot di un latte di crescita, in onda da metà febbraio 2016, e di cui è testimonial Massimiliano Rosolino, campione olimpico di nuoto ma soprattutto -come sottolinea lo stesso atleta- padre.

Per questo, il 7 marzo alcune associazioni attive sul fronte della salute dei bambini e della promozione dell’allattamento materno -e cioè AICPAM, CreAttivamente Ostetriche, IBFAN Italia, La Leche League Italia, Il Melograno, MAMI e MIPPE– hanno scritto una lettera aperta a Rosolino, “a seguito alle segnalazioni di numerose mamme” come spiegano. 

Riportiamo la lettera.

“Gentilissimo, le scriviamo in merito alla pubblicità televisiva di un latte di crescita del quale lei è testimonial; vorremmo esprimerle preoccupazione per il messaggio che lo spot veicola e, dunque, per i risvolti che potrebbe avere.

Noi siamo certi che, nel proporle lo spot, non le è stato detto che i messaggi che lei invia alle mamme e ai papà non sono sostenuti da evidenze scientifiche.

La proposta di alimentare i bambini dopo l’anno di vita con latti di crescita va in direzione opposta a quella suggerita dall’OMS, dall’EFSA, e dall’istituto tedesco per la valutazione del rischio (Bundesinstituts für Risikobewertung), che, sulla base di evidenze scientifiche solide, dichiarano che queste formule sono prodotti inutili (oltre che costosi) per l’alimentazione dei bambini, se non addirittura negativi in quanto l’alto contenuto di zuccheri ed il conseguente sapore dolce potrebbero influenzare le preferenze del bambino per i cibi dolci e favorire sovrappeso ed obesità.

Noi crediamo che non sia opportuno che nell’attuale situazione di crisi del Paese, che vede molte famiglie in gravi difficoltà economiche, un personaggio di grande appeal, quale Lei certamente e meritatamente è, si faccia promotore di un prodotto inutile e costoso, che può condizionare negativamente l’allattamento materno, raccomandato ben oltre il primo anno di vita anche recentemente dal Tavolo Tecnico Operativo Interministeriale sulla Promozione dell’Allattamento al Seno. I benefici sulla salute dei bambini che lo spot pubblicizza sono dimostrati, tra l’altro, per il latte materno e non certamente per alcuna formula artificiale!

Raccomandare i latti di crescita configura inoltre il mancato rispetto del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, che l’Italia si è impegnata a rispettare sin dal 1981. Il fatto che il committente abbia scelto Lei quale testimonial per pubblicizzare e aumentare le vendite del prodotto deriva ovviamente dall’ascendente che Lei ha sull’opinione pubblica; Lei è un grande campione di sport e, come tale, sa bene che, a volte e indipendentemente dalla propria volontà, si può anche sbagliare; ma i veri campioni si distinguono anche perché riconoscono gli errori e cercano di porre rimedio.

Pertanto noi Le chiediamo di ritirare la Sua adesione a questa campagna pubblicitaria, sperando che in futuro lei possa scegliere di aderire a progetti che hanno come unico obiettivo la salute dei nostri bambini”. 

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