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Diritti

Il dissenso disturba?

Lo sciopero della fame a staffetta è partito, suscitando subito un certo clamore. La coincidenza con la Conferenza sulla società multiculturale – organizzata da ministero dell’Interno e Anci proprio a Palazzo Vecchio a Firenze – ha permesso ai primi due digiunanti impegnati…

Lo sciopero della fame a staffetta è partito, suscitando subito un certo clamore. La coincidenza con la Conferenza sulla società multiculturale – organizzata da ministero dell’Interno e Anci proprio a Palazzo Vecchio a Firenze – ha permesso ai primi due digiunanti impegnati nella staffetta di incrociare uomini politici, esponenti di ong e associazioni, prelati e autorità varie. Fra i siparietti più gustosi il confronto faccia a faccia – verso le 8,30, prima che gli ospiti cominciassero ad affluire – fra don Alessandro Santoro e l’assessore Graziano Cioni (domani, sabato, sarà on line il filmato). Alessandro, primo digiunante e quindi ‘vestito’ con i cartelloni bilingui che chiedono il ritiro immediato dell’ordinanza sui lavavetri, ha chiesto conto all’assessore del provvedimento, osservando che si poteva agire in altro modo, ad esempio  cercando il dialogo con le persone interessate (circa cinquanta, in prevalenza di nazionalità romena).
Cioni ha replicato di avere parlato “con tre romeni”, senza ottenere risultati, a fronte di continue lementele da parte della cittadinanza (“618 telefonate in Comune”, ha specificato). Cioni ha aggiunto che l’ordinanza era parte di un “pacchetto” passato inosservato, e che includeva fra l’altro una sorta di campagna contro l’eccesso di velocità (“con decine di patenti ritirate”). L’assessore è parso un po’ preso in contropiede dallo scalpore suscitato dall’ordinanza, ma resta il fatto che ha poi cavalcato il clamore nazionale e internazionale del provvedimento, che è stato reiterato – con opportune correzioni – dopo la bocciatura ad opera della procura della repubblica.

La mattinata è stata caratterizzata dal divieto di salire coi cartelloni in Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento scelto per ospitare la Conferenza, affollata di sindaci e autorità. Secondo la questura c’è una “disposizione” che vieta di esibire scritte nel Salone; in realtà, come ha detto Alessandro Santoro, siamo di fronte a una “violazione dell’articolo 21 della Costituzione”, quello che tutela la libertà d’espressione.

La morale della vicenda è che ogni , specie se promossa con formule relativamente inconsuete (lo sciopero della fame a staffetta, condotto da “uomini e donne sandwich”), è mal tollerata dalle autorità, sempre più propense ad andare per le spicce. Il digiuno a staffetta, ovviamente, continua. E’ possibile anche partecipare a distanza.

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