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Il Banco Alimentare sapeva dei legami tra Bran.co e Lealtà e azione dal 2019
La stretta relazione tra la onlus che distribuisce “aiuti” solo a italiani e il movimento di estrema destra era nota da tempo. Solo dopo il recente servizio di Fanpage.it il Banco Alimentare ha annunciato reazioni. Ma non lo ha scoperto oggi, come dimostrano le inchieste di Altreconomia e le iniziative, tra gli altri, dell’ex consigliere comunale David Gentili
Giovedì 7 ottobre è andata in onda a “Piazza Pulita” la seconda puntata dell’inchiesta “Lobby nera” realizzata da Fanpage.it sui legami tra il mondo dell’estrema destra neo-fascista e alcuni politici milanesi di Fratelli d’Italia e della Lega. Il video mostra anche una distribuzione di pacchi alimentari a persone bisognose che si è svolto il 25 settembre 2021 a Milano, cui hanno partecipato alcuni esponenti della Lega. Nel video di Fanpage.it si riconoscono il consigliere regionale Massimiliano Bastoni, l’eurodeputata e neo eletta al Consiglio comunale di Milano, Silvia Sardone e Stefano Pavesi, da pochi giorni rieletto consigliere di Zona 8. “Distribuiamo i pacchi un po’ come fa la Caritas –ha spiegato al giornalista, Bastoni, consigliere della Lega in Regione Lombardia-. Questa è un’associazione di Lealtà e azione. Banco Alimentare ci da i pasti”. In un frame del video si vede anche uno striscione con il logo di “CooXazione”: un dipartimento di “Bran.co”, onlus direttamente collegata a Lealtà e azione.
Nel tardo pomeriggio di venerdì 8 ottobre il Banco Alimentare ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un post in cui si legge: “Con riferimento al servizio uscito su La7, vi comunichiamo che sono stati assunti i necessari provvedimenti nei confronti della struttura coinvolta che ha impropriamente ceduto gli alimenti ricevuti da Banco Alimentare a Lealtà e azione. Si precisa che tra Banco Alimentare e Lealtà e azione non c’è alcun rapporto in essere”. A prima vista sembrerebbe una presa di posizione tempestiva. Peccato che il Banco Alimentare fosse a conoscenza da almeno tre anni dei rapporti tra la sua beneficiaria (Bran.co) e il movimento Lealtà e azione.
Del rapporto tra il Banco Alimentare e Bran.co ci eravamo occupati a cavallo tra il 2018 e il 2019. All’interno di un lavoro più ampio dedicato al “mutualismo” di estrema destra avevamo contattato per un’intervista Riccardo Colato, responsabile politico di “Lealtà e Azione” per chiedergli informazioni proprio in merito al progetto “CooXazione” di “Bran.co”: “Abbiamo mosso i primi passi con i banchetti nei mercati tradizionali. Per tanto tempo abbiamo lavorato con queste donazioni, poi siamo riusciti a farci aiutare dal Banco Alimentare”, ci aveva spiegato con assoluta tranquillità.
Avevamo quindi deciso di contattare il Banco Alimentare per chiedere un’intervista e l’incontro si è svolto ai primi di febbraio 2019 presso la sede dell’associazione, alle porte di Milano. In quell’occasione abbiamo potuto parlare con Marco Magnelli, direttore del Banco Alimentare della Lombardia e altri referenti dell’attività di Banco Alimentare. “Noi registriamo il fatto che ‘Bran.co’ utilizzi correttamente i prodotti alimentari che forniamo -ci aveva spiegato Magnelli-. Per nessuna delle oltre 1.200 organizzazioni caritative con cui collaboriamo facciamo valutazioni di tipo politico: noi siamo ecumenici, guardiamo solo a chi ha bisogno. Il nostro compito è essere sicuri che gli aiuti vadano a buon fine”.
I responsabili del Banco Alimentare ci avevano illustrato i criteri di selezione delle organizzazioni caritative a cui distribuisce aiuti alimentari (gratuità, buona gestione del magazzino, processi di gestione corretti). Inoltre, dal momento che Bran.co è un’associazione di volontariato riconosciuta dallo Stato italiano e rispetta i requisiti sopra indicati, per il Banco Alimentare si tratta di un’associazione idonea a ricevere generi alimentari che vengono poi distribuiti a cadenza mensile a circa 130 famiglie. Per Banco Alimentare inoltre lo Statuto è perfetto, formalmente ineccepibile e senza indicazione di possibili discriminazioni. Anche se basta andare sul sito di Bran.co per scoprire che il sostegno dell’associazione è rivolto agli “italiani in difficoltà”. Ed è sufficiente una semplice ricerca su Google per far emergere i legami tra la onlus e il movimento politico.
I quell’occasione -oltre a porre tutte le domande del caso- abbiamo sottolineato più volte lo strettissimo legame tra Bran.co e Lealtà e azione, un movimento politico di ispirazione nazista che annovera tra i propri punti di riferimento Léon Degrelle (politico e militare belga, durante la Seconda guerra mondiale combatté nel contingente Vallone delle Wafen SS) e di Corneliu Zelea Codreanu (fondatore della “Guardia di ferro” romena). I riferimenti a questi personaggi non sono più visibili sul sito internet del movimento, ma si possono facilmente recuperare utilizzando WebArchive.
Altreconomia non è stata la sola realtà a evidenziare al Banco Alimentare questo legame. A novembre 2019 -a ridosso della Giornata nazionale della colletta alimentare- anche l’ex consigliere comunale David Gentili ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook in cui scriveva: “Bran.co è una realtà collegata strettamente a Lealtà e azione. Come si evince dal sito dell’associazione. “Una branca”, “…di un gruppo politico che affonda le radici in Codreanu e Degrelle”. Che ha quindi, come riferimenti culturali, due uomini legati alle ideologie nazifasciste, antisemite e negazioniste. Bran.co aiuterà solamente le famiglie di italiani, dando una connotazione politica al sapore di razzismo ai prodotti che i cittadini milanesi generosamente consegneranno agli eccezionali volontari che Banco Alimentare coinvolgerà”.
Il Banco Alimentare era a conoscenza dei legami tra Bran.co e Lealtà e azione almeno dal febbraio 2019. Eppure, ancora nel pomeriggio di giovedì 8 ottobre l’associazione scriveva sulla propria pagina Facebook di “aver avviato le opportune indagini per conoscere il nome della Onlus da cui provengono gli alimenti distribuiti per scopi diversi dall’aiuto alle persone in difficoltà” e che “Lealtà Azione non è tra le nostre strutture convenzionate”. Ci sono voluti quasi tre anni perché decidesse di adottare “i necessari provvedimenti”.
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