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Economia / Opinioni

I “Bocconi boys” e il Piano nazionale di ripresa e resilienza

Il presidente del Consiglio Mario Draghi © Parlamento europeo

L’esecutivo Draghi sposta il baricentro politico verso destra e il Nord. Dalla gestione dei fondi europei, non c’è da aspettarsi alcun epocale cambiamento. La rubrica a cura dell’Osservatorio internazionale per la coesione e l’inclusione sociale (OCIS)

Tratto da Altreconomia 236 — Aprile 2021

Il settimanale The Economist scrive come l’Italia sia sotto l’effetto di un “triple whammy”: il debito pubblico elevatissimo e un quarto di secolo di stagnazione economica rendono il Paese un pericolo per la stabilità dell’Eurozona. La chiave del declino economico dell’Italia sta nella graduale perdita di competitività. La decelerazione della produttività totale dei fattori dagli anni 80 in poi e il calo dello 0,46% all’anno nel periodo 2000-2007 secondo Ocse, rappresentano un enigma per gli economisti. Soprattutto la perdita di produttività del capitale: come fanno le imprese a disimparare quello che sapevano fare in precedenza? Alcuni (Pellegrino e Zingales, “Nnber Working Paper”, 2017) puntano il dito sulla classe dirigente: i manager bravi, in Italia, sono quelli che si sanno districare nei meandri burocratici e che sanno procacciare finanziamenti in un mercato dove le conoscenze valgono più dei piani di investimento. Tale destrezza è stata un’arma a doppio taglio: tr

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