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GLI STADI E IL GIOCO DI PISANU…

GLI STADI E IL GIOCO DI PISANU Beppe Pisanu è pronto a chiudere gli stadi. Il ministro degli Interni sostiene che il problema della violenza legata al calcio è diventato intollerabile e perciò non esclude la misura estrema della serrata….

GLI STADI E IL GIOCO DI PISANU

Beppe Pisanu è pronto a chiudere gli stadi. Il ministro degli Interni sostiene che il problema della violenza legata al calcio è diventato intollerabile e perciò non esclude la misura estrema della serrata. La presa di posizione scaturisce dagli episodi avvenuti domenica attorno alla partita Lazio-Livorno, considerata delicata per ragioni politiche: gli ultrà laziali hanno simpatie di destra, quelli toscani di sinistra. Ultimamente le due tifoserie hanno fatto notizia per gli opposti saluti – la mano testa di Di Caio, il pugno chiuso di Lucarelli – di loro calciatori, puniti con multe di pari entità (la par condicio ha superato il divieto di apologia del fascismo previsto dalla Costituzione).

 A guardar bene gli episodi incriminati di domenica – quelli che hanno spinto Pisanu a minacciare la chiusura degli stadi in occasione di partite "pericolose" – sono stati due. Dentro lo stadio l’esposizione, nella curva laziale, di un paio di bandiere con svastiche naziste. Nel dopo partita gli scontri fra tifosi del Livorno e polizia. Questi ultimi sono scoppiati dopo che qualcuno sul treno ha azionato il freno a mano bloccando la marcia alla stazione San Pietro, proprio alla partenza. Subito dopo, stando ai resoconti, la polizia ha caricato (secondo i tifosi non ce n’era affatto bisogno).

Certa propaganda – le bandiere naziste – che si nota negli stadi non è certo da apprezzare, e lo stesso vale per le intemperanze dei tifosi, che spesso ritengono di poter agire in una zona franca in cui tutto è lecito (in questo caso azionare il freno di un treno senza motivo). Ma sarebbe miope applicare agli stadi un codice di lettura  che ipotizzi di escludere il tifo organizzato dalla vita civile. L’obiettivo dev’essere opposto: gli stadi vanno considerati spazi di socialità e quindi occorre impedire l’involuzione violenta del tifo organizzato. La "gestione" del calcio da parte dello Stato è invece improntata a logiche puramente militari. Gli scontri fra forze dell’ordine e tifosi hanno sostituito gli scontri fra tifosi (rarissimi negli ultimi anni) e il ministro, dimenticando il ruolo sociale del calcio e la maggioranza degli sportivi (che sono pacifici e vanno allo stadio per divertirsi), riesce solo a intravedere soluzioni autoritarie, come la serrata.

Un tifo estremista e violento, alla fine, sembra proprio ciò che fa al caso di Pisanu. L’uno è funzionale alle politiche dell’altro.

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