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GLI INGLESI SI SCANDALIZZANO, GLI ITALIANI…

GLI INGLESI SI SCANDALIZZANO, GLI ITALIANI NON PIU’ Come al solito, ci vuole lo sguardo – occasionale – dello straniero, per vedere ciò che abbiamo da tempo sotto gli occhi. Il club del Manchester United, la stampa britannica e perfino il…

GLI INGLESI SI SCANDALIZZANO, GLI ITALIANI NON PIU’

Come al solito, ci vuole lo sguardo – occasionale – dello straniero, per vedere ciò che abbiamo da tempo sotto gli occhi. Il club del Manchester United, la stampa britannica e perfino il governo Blair hanno chiesto chiarimenti all’Italia sul comportamento delle nostre forze dell’ordine durante la partita di calcio fra la Roma e il club inglese. I nostri agenti hanno agito sugli spalti occupati allo stadio olimpico dalla tifoseria ospite nel modo solito: attaccando a colpi di manganello e calci, lanciando lacrimogeni, in modo del tutto indiscriminato. Hanno colpito brutalmente chi c’era, chi non è riuscito a scappare in tempo, chi è stato colto alla sprovvista o è stato così ingenuo da ritenere di non avere nulla da temere. E’ quanto avviene negli stadi italiani – e non solo lì – da molti anni.

Solo in Italia non si riesce a vedere. Nemmeno gli ampi, lunghi, allarmati dibattiti seguiti alla tragica morte dell’ispettore Raciti vicino allo stadio di Catania sono riusciti a toccare questo punto: si è finto di non sapere – sfruttando la giusta commozione per la scomparsa di un agente – che la nostra polizia, per come è abituata ad agire da troppi anni, costituisce una parte del problema e non della soluzione. Se non ci rendiamo conto che occorre un generale ripensamento circa il ruolo delle forze dell’ordine nella nostra società, e quindi sulla loro trasparenza, sui principi seguiti nella formazione, sulle tecniche d’intervento e sui rapporti fra uso della violenza e diritti dei cittadini, non riusciremo mai ad avere forze di sicurezza degne di un ordinamento democratico.

In Gran  Bretagna gridano giustamente allo scandalo per comportamenti che nei nostri stadi sono assai frequenti: è un campanello d’allarme per il nostro mondo politico, da tempo schiacciato su posizioni sciattamente securitarie, e per il nostro sistema dell’informazione, così succube dei poteri da avere sviluppato una mediocre ideologia benpensante che impedisce di vedere le cose più vicine. 

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