Ambiente / Approfondimento
Gli eventi musicali dentro spazi naturalistici. Il caso di Todays 2024 a Torino
Dal 23 agosto al 2 settembre torna la kermesse internazionale di musica indie e rock underground che dal 2015 anima culturalmente la periferia Nord della città. Solo nel 2023 ha registrato 10mila presenze. L’edizione di quest’anno, però, porta con sé una novità problematica che tocca il Parco della Confluenza, adiacente a una Riserva naturale speciale della Regione Piemonte
Dal 23 agosto al 2 settembre si terranno a Torino i “Todays”, la kermesse internazionale di musica indie e rock underground che dal 2015, ogni estate (eccetto il 2020), anima culturalmente la periferia Nord della città registrando, solo nel 2023, 10mila presenze tra il pubblico di ogni età.
L’edizione di quest’anno, però, porta con sé una novità che non è stata ben accolta da alcuni consiglieri comunali, associazioni ambientaliste e dalla Consulta per l’ambiente e il verde della Città di Torino. La location del main stage verrà infatti allestita al Parco della Confluenza, adiacente a una Riserva naturale speciale della Regione Piemonte.
“Sta diventando ‘prassi consolidata’ utilizzare aree verdi di particolare rilevanza ambientale e cittadina per eventi di massa”, ha scritto il consigliere comunale di Torino, Giuseppe Iannò, in un’interpellanza indirizzata, tra gli altri, al sindaco Stefano Lo Russo.
A febbraio di quest’anno la Fondazione per la Cultura di Torino (Fct), ente strumentale del Comune, ha indetto un bando che ha anticipato un cambio di format: il festival dovrà prevedere un’“area spettacolo non inferiore a 1.000 metri quadrati (al netto della superficie destinata alle attività commerciali o accessorie) e azioni diffuse” nella circoscrizione interessata e una programmazione minima di sette giornate di eventi. Con queste indicazioni, la “formula” proposta dalla Fondazione Reverse, vincitrice del bando, estende di fatto il festival nel tempo -da 3 a 11 giorni di eventi- e nello spazio, uscendo fuori dai confini urbanizzati per approdare in un’area verde rinaturalizzata adiacente alla Zona di protezione speciale (Zps) del Meisino, alla confluenza -da qui il nome- dei fiumi Stura di Lanzo, Dora Riparia e Po.
La Zps, insieme all’Isolone Bertolla, costituisce un sito Rete natura 2000, ossia l’insieme di aree ad alta biodiversità individuate dalla “Direttiva Habitat” (92/43/CEE) e dalla “Direttiva Uccelli” (2009/147/CE) con l’obiettivo di conservare e proteggere gli habitat e le specie identificate come prioritarie dai Paesi dell’Unione europea al suo interno.
“Sono 230 le specie rilevate nell’area” spiega Piergiorgio Tenani, presidente della Consulta per il verde della Città di Torino in una lettera aperta alle amministrazioni. “Rappresentano il 56% delle specie note in Piemonte, secondo la più recente check-list disponibile”. Per ben 50 di queste “sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat” poiché inserite nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli”. Citiamo, tra queste, cicogne, gru (Grus grus), martin pescatore (Alcedo atthis), cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) e addirittura avvistamenti di aquila reale (Aquila chrysaetos). Inoltre, l’Isolone Bertolla poteva vantare fino a qualche anno fa una garzaia di airone cenerino (Ardea cinerea), l’unica in Italia in ambiente urbano e seconda in Europa a quella di Amsterdam, ma negli anni il numero di nidi si è già ridotto (parcopopiemontese.it). Trattandosi di una Riserva naturale inserita in un tessuto urbano, la pressione antropica circostante costituisce uno dei principali rischi alla sua conservazione.
La scelta del Parco della Confluenza per i “Todays” si deve al suo essere “molto suggestiva -come ha spiegato alla Commissione Cultura Fabio Boasi, vicepresidente di Reverse- e a capienza maggiore”, incontrando così la necessità di aumentare presenze e vendita di biglietti.
Nulla di nuovo purtroppo, almeno nel panorama nazionale che ha nel “Jova Beach Party” un precedente noto: con questo i Todays 2024 condividono l’infelice idea di mettere a valore uno spazio a forte valenza ecologica, sorvolando sulle conseguenze. Inquinamento acustico e luminoso, migliaia di persone attese che calpesteranno un suolo rigenerato nel tempo e berranno alcolici o acqua da contenitori che potrebbero poi essere dispersi nell’ambiente, per non dimenticare la pressione dei mezzi pesanti per allestire e il disallestire stage, locali commerciali e i servizi igienici.
In più occasioni alcuni consiglieri comunali e la Consulta per il verde -messi a parte del progetto solo a posteriori- hanno sollevato critiche e preoccupazioni a riguardo, sostenuti anche dai comitati cittadini di difesa dell’ambiente organizzati sotto l’insegna di “Resistenza Verde”. Le richieste al sindaco e alla giunta torinese sono di acquisire il parere dell’Ente di gestione delle aree protette del Po piemontese sul piano dell’evento tramite apposita Valutazione di incidenza ambientale (Vinca), che per legge (la richiesta) è a carico del proponente -la citata Fondazione Reverse-, oltre a considerare una collocazione alternativa, un’ipotesi a oggi sfumata.
La Vinca è un procedimento amministrativo che valuta in via preventiva se un progetto o un’attività socio-economica presentano “incidenze negative significative” sulla conservazione dell’habitat e delle specie di un sito Rete Natura 2000, proprio come l’area del Meisino. L’atto è obbligatorio sia per piani e progetti che insistono entro i confini dell’area protetta, sia per quelli “situati al di fuori del sito ma che potrebbero avere un effetto significativo su di esso, indipendentemente dalla loro distanza dal sito in questione” (mase.gov.it), come il Parco della Confluenza.
In quanto misura preventiva, la Vinca deve essere prodotta “a monte” del progetto e il permesso a procedere da parte dell’autorità competente è vincolato alla sua idoneità con l’integrità del sito da proteggere o, eventualmente, all’individuazione di misure compensative.
Tuttavia, a pochi giorni dall’inizio del festival e dopo mesi dalla chiusura del bando Fct, il documento non è stato prodotto né è rintracciabile alcun piano tecnico dettagliato del progetto, a eccezione di un rendering con la delimitazione dell’area interessata a cui Altreconomia ha avuto accesso.
Alle interpellanze dei consiglieri al sindaco e alla giunta che lamentano queste mancanze, ha risposto in Commissione Cultura il segretario generale di Fct, Alessandro Isaia, affermando che i progetti candidati sono stati valutati da “una commissione tecnica multidisciplinare” esterna a quella artistica di cui, però, non è resa nota la composizione. Alessio Boasi -vicepresidente di Reverse insieme al fratello Fabio- ha invece dichiarato in Commissione Ambiente di aver condotto autonomamente un “prescreening” sull’avifauna affidandosi a “competenze naturalistiche” che avrebbe acquisito negli anni con il Sonic Park a Stupinigi e alla consulenza di un faunista. Screening che l’ente Parco non ha ritenuto valido.
Il primo agosto la Commissione Ambiente ha approvato la deroga all’art. 81 “Svolgimento di manifestazioni e attività” del regolamento del verde pubblico e privato di Torino, obbligando così Reverse a versare una fideiussione di 15mila euro a titolo di garanzia per un eventuale ripristino “prativo” dell’area interessata. Una cifra “assolutamente insufficiente” ha denunciato la consigliera Valentina Sganga, la quale ha riassunto la vicenda come “l’ennesima occasione persa di far andare cultura e ambiente di pari passo”.
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