Altre Economie
Gli alberelli del Salento
Negroamaro e Primitivo sono l’essenza della cantina Dei Agre: l’accettazione delle irregolarità delle stagioni produce un vino sempre diverso, bevibile nella sua naturale autenticità, inevitabilmente costante nella sua intrigante semplicità. Il loro credo: "Il nostro vino non lo fabbrichiamo, bensì lo accompagniamo nella sua maturazione"
In un giorno fortunato di inizio estate 2013 incontrai il maestro pittore Roberto Caradonna. Con una battuta, comune alle mamme soprattutto del Sud, ha indicato la via del cuore per il proprio operato: “Spostati dalla corrente”!
In ogni settore, in ogni ambito del vivere, c’è chi segue la corrente e chi la guarda scorrere.
Il mercato del vino non è scevro da questa separazione. Quello industriale costruisce i vini studiando e formulando ricerche di mercato che indicano le tendenze da seguire. Dall’altra parte c’è il piccolo produttore (tra cui molti che amano definirsi “micro”) che coltiva le proprie uve per fare il vino che porterà il nome e le facce di quanti tra i filari ci hanno sudato.
Ciò non vuol dire che cantine come Dei Agre, in Salento, non tenga conto delle indicazioni generali, o non si aggiorni sulle mode, ma l’azienda ha la libertà di scegliere di fare un vino di “godimento”, ottenuto da mani esperte che con la massima attenzione badano alla terra, alle piante e ai suoi frutti per un’annata intera, volgendo lo sguardo al cielo.
L’accettazione delle irregolarità delle stagioni produce un vino sempre diverso, bevibile nella sua naturale autenticità, inevitabilmente costante nella sua intrigante semplicità. L’eliminazione della chimica spinta in cantina quanto in vigna fa di noi dei produttori naturali perché il nostro vino non lo fabbrichiamo, bensì lo accompagniamo nella sua maturazione, cercando di ottenere il miglior prodotto possibile con ciò che il territorio offre, partendo proprio dalla coltivazione dei vigneti.
Nel vigneto della Dei Agre, i nodi degli alberelli hanno vissuto già molti anni e vendemmie.
Raccogliendo l’eredità morale contadina dei nonni, l’azienda -che a loro è dedicata- si consolida in un presente che sempre più chiede un ritorno alle buone pratiche agricole. Le ricerche, gli studi e le sperimentazioni confermano un ritorno all’agricoltura pre–1950, quando l’introduzione della chimica inorganica ha illuso di semplificare il lavoro ai contadini.
Il presente colturale della Dei Agre strizza l’occhio all’annata precedente di cui tiene appuntato le variabili atmosferiche intuendo quelle che possono essere le progressioni successive. L’accento è posto sul territorio e sulla terra: il miglioramento della composizione organica del suolo, l’influenza del microclima sono elementi determinanti e caratterizzanti quel sorso nel bicchiere a distanza di tempo dalla raccolta.
Di Negroamaro e di Primitivo in tutto il Salento se ne produce in abbondanza, ma ogni viticoltore otterrà un diverso vino perché la terra è diversa, l’annata è mutevole, i trattamenti sono cadenzati in modo diverso, le attività di gestione della chioma sono personalizzate, il sistema di allevamento è differente.
I vini della Dei Agre sono tutto questo, hanno nervo e titubanze come la crescita dell’alberello: sono avvolgenti e spigolosi come l’arco jonico salentino. Sono dei “cru” delle scelte agronomiche di Marta.
Chi è costei? Andate a conoscerla, impossibile relegarla in una intervista.
Dei Agre "Vino Rosso, rosato, bianco Salento" di Marta Cesi
via Edificio Scolastico 12- 73040 Felline (Lecce) Italia
Tel: 0833.985241 – info@deiagre.it