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Export di armi in Afghanistan: com’è andata negli ultimi vent’anni
Tra il 2001 e il 2020 gli Stati Uniti hanno garantito il 74% delle importazioni afghane di armi, ricostruisce il Sipri. Tra queste, 22mila veicoli corazzati, in larga parte presi dai Talebani. Anche Russia, Italia e Brasile tra gli esportatori. La minaccia delle “armi leggere” e delle munizioni
Gli Stati Uniti sono stati il principale fornitore di armi all’Afghanistan nel periodo compreso tra il 2001, anno di inizio dell’occupazione militare del Paese, e il 2020. A renderlo noto è lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), in un’elaborazione diffusa a inizio settembre, pubblicata a pochi giorni dal ritiro delle forze armate statunitensi dal Paese e il ritorno al potere dei Talebani. L’istituto di ricerca ha riportato la tipologia delle “major arms” (la definizione comprende, tra gli altri, aerei, sistemi di difesa aerea, missili, artiglieria, veicoli corazzati escludendo le armi leggere e di piccolo taglio, ndr), i loro volumi e fornitori, destinate alle forze armate e di sicurezza afghane.
All’Afghanistan, specifica Sipri, sono stati principalmente consegnati veicoli aerei e terrestri, in particolare corazzati: poco più dei tre quarti delle armi era di nuova produzione mentre le rimanenti di seconda mano, in alcuni casi modificate prima della consegna finale. I volumi dei trasferimenti sono continuati a crescere in modo significativo dal quinquennio 2001-2005 al 2011-2015. Sono diminuiti del 24% nel periodo 2016-2020, quando l’Afghanistan si è collocato al 25esimo posto nella classifica mondiale dei principali importatori di armi.
Tra il 2001 e il 2020 gli Stati Uniti hanno garantito il 74% delle importazioni afghane di armi. Il volume dei trasferimenti Usa in Afghanistan è aumentato dal quinquennio 2001-2005 al 2011-2015. Durante il periodo 2016-2020, il volume delle esportazioni statunitensi è stato il doppio rispetto al quinquennio 2006-2010 e circa 65 volte superiore rispetto al 2001-2005. Proprio nel 2016-2020, poiché le importazioni da altri Stati erano diminuite, gli Usa hanno rappresentato quasi il 90% del volume delle importazioni in Afghanistan.
Le consegne dagli Usa all’Afghanistan hanno incluso circa 21.924 veicoli corazzati, 66 elicotteri leggeri armati MD-530F, 34 velivoli da trasporto leggeri Cessna-208B e 53 elicotteri da trasporto. Inoltre gli Stati Uniti hanno consegnato 65 veicoli aerei senza equipaggio e circa 250 bombe “Paveway”.
Nello stesso periodo preso in analisi, la Russia è stata il secondo maggior fornitore di armi, rappresentando il 14% del volume delle importazioni. Le consegne, scrive Sipri, sono avvenute tra il 2002 e il 2014 e si è trattato principalmente di 90 elicotteri da trasporto Mi-8MTV e Mi-17 sia di seconda mano sia di nuova produzione. Dal 2009 al 2014 la maggior parte degli elicotteri da trasporto è stata finanziata dagli Stati Uniti, mentre dieci dei veicoli consegnati nel 2010 sono stati finanziati dagli Emirati Arabi Uniti.
L’Italia ha rappresentato il 3,8% in volume di tutte le consegne di armi all’Afghanistan. Si è trattato di 16 veicoli da trasporto G-222 di seconda mano, arrivati nel 2009-2012, finanziati dagli Stati Uniti. Prima di essere consegnati, gli aerei erano stati “modernizzati” in Italia. Il Brasile è stato il quarto fornitore, responsabile del 2,7% di tutte le consegne. Queste, riporta Sipri, hanno riguardato 26 aerei da addestramento e combattimento Super Tucano (A-29B), poi diventati il principale aereo da combattimento utilizzato dall’aeronautica afghana. Consegnati tra il 2016 e il 2018, sono stati acquistati tramite un programma statunitense, finanziato dagli Usa, e modificati negli Stati Uniti prima della consegna.
Sipri sottolinea che ulteriori Stati, in particolare membri della Nato, hanno consegnato direttamente all’Afghanistan volumi minori di armi oppure le hanno fornite passando attraverso programmi gestiti e finanziati dagli Stati Uniti. Per esempio la Repubblica Ceca ha consegnato sei elicotteri da combattimento Mi-24 e sei elicotteri da trasporto Mi-17 nel periodo 2007-2009. Di seconda mano, sono stati “modernizzati” prima della consegna attraverso un programma finanziato dalla Nato. Il Regno Unito ha fornito due elicotteri da trasporto Mi-17 nel 2010; Bosnia ed Erzegovina, Slovacchia e Turchia hanno fornito 128 pezzi di artiglieria di seconda mano tra il 2006 e il 2013. La Norvegia ha consegnato circa 159 missili anticarro TOW nel 2009.
“Alcune delle armi consegnate sono state in un secondo momento perse o distrutte. Altre, principalmente gli aerei, sarebbero state utilizzate dalle forze afghane nell’agosto 2021 per fuggire dal Paese” a seguito del ritorno dei Talebani, si legge nella nota di Sipri.
Ciò nonostante “un numero consistente delle armi inviate per sostenere le forze armate afghane è stato preso dai Talebani”. L’istituto di ricerca specifica che i mezzi ottenuti necessiterebbero di manutenzione e pezzi di ricambio, non sempre facilmente disponibili. “Sembra improbabile che le armi ottenute dai Talebani rappresentino una seria minaccia per la stabilità dei Paesi vicini all’Afghanistan. Invece il gran numero di armi leggere e di piccolo calibro, insieme alle relative munizioni, è potenzialmente molto più preoccupante”.
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