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Ex- Bagni Pubblici a Milano: sgomberato il diritto all’abitare

La polizia schierata sotto l'edificio di Via Esterle a Milano per lo sgombero di fine agosto © Ci Siamo- Rete Solidale

Da fine agosto i lavoratori stranieri che vivevano nell’edificio occupato in via Esterle 15 nel capoluogo lombardo sono senza dimora. “Vogliamo trovare una casa ma anche quando possiamo permettercela veniamo respinti e discriminati”, spiegano. Nel frattempo dal Comune non è ancora arrivata una soluzione concreta

“Siamo nuovamente in mezzo alla strada, senza alcuna soluzione proposta dalle istituzioni locali per poter vivere dignitosamente”. K., cittadino originario del Mali, è una delle 40 persone che vivevano nell’edificio occupato di via Esterle 15 a Milano, sgomberato la mattina del 29 agosto dalle forze dell’ordine. L’operazione è iniziata alle prime luci dell’alba su mandato del questore del capoluogo, Giuseppe Petronzi, cogliendo di sorpresa residenti e vicinato. In segno di protesta, un gruppo di almeno quindici abitanti si è riunito sul tetto per ostacolare lo sgombero, rivendicando il diritto all’abitare.

L’edificio, situato vicino a via Padova, nella periferia Nord-Est di Milano, era abitato principalmente da persone migranti provenienti dall’Africa occidentale: “Siamo lavoratori impiegati nella logistica e nella ristorazione, con contratti brevi e salari miseri -continua K.-. Vogliamo trovare una casa ma anche quando possiamo permettercela veniamo respinti e discriminati a causa del colore della nostra pelle. Nessuno si fida di noi. Non esistono soluzioni abitative adatte al nostro caso, che cosa dobbiamo fare?”.

Nelle ore successive allo sgombero, le strade del quartiere si sono riempite di cittadini solidali, attivisti e associazioni che sono accorsi per offrire sostegno e condannare l’operazione dei carabinieri. Ci Siamo- Rete Solidale e Abitare in via Padova hanno lanciato nel pomeriggio una mobilitazione di quartiere che ha coinvolto circa 300 persone. Dal punto di ritrovo, la rotonda tra via Giacosa e via Padova, è partito un corteo di solidarietà che si è mosso per le strade circostanti.

Lo striscione portato da alcuni dei residenti dell’Ex- Bagni Pubblici nel corteo in via Padova il 29 agosto 2023 © Niccolò Palla

L’ex- Bagni Pubblici in via Esterle 15 era stato occupato sei anni fa. Nel marzo 2022 l’edificio è stato messo a bando dal Comune di Milano per destinarlo a luogo di culto e assegnato alla “Casa della cultura musulmana”, che lì costruirà una moschea. “Quando si è saputo per la prima volta di questo bando, gli abitanti dello stabile si sono organizzati per protestare contro la decisione, presa senza tener conto che lo spazio fosse già abitato da persone in cerca di una casa”, racconta Salvatore dell’associazione Ci Siamo- Rete Solidale.

Da allora la Rete per il Diritto all’Abitare si è confrontata varie volte con la Commissione Casa e Piano Quartieri e gli assessorati alla Sicurezza, alla Casa e al Welfare cercando una soluzione per i residenti di via Esterle 15. Dopo lo sgombero della palazzina in via Siusi del 22 marzo 2023, il comitato aveva ottenuto un appuntamento a maggio, che però si è concretizzato soltanto a fine luglio.

“In un incontro con l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli ci è stato comunicato che il 10 luglio (circa 20 giorni prima) era stato firmato un atto di cessione dell’edificio in Via Esterle a favore della Casa della Cultura musulmana”, continua l’attivista di Ci Siamo- Rete Solidale. “Con questo documento, il Comune si impegnava a liberare l’immobile entro il 30 giorni. La scadenza avrebbe dovuto essere il 10 agosto, ma è stata poi prorogata a fine mese”.

Dopo l’incontro, il Comune ha segnalato una lista di soluzioni abitative composta da ostelli e pensionati locali, la maggior parte dei quali senza disponibilità di posto o troppo costosi. Nei quattro giorni precedenti lo sgombero dello spazio, la Rete per il Diritto all’Abitare si è impegnata a diffondere la notizia, senza riuscire però a fermare le operazioni delle forze dell’ordine.

L’impegno delle istituzioni locali nel mettere in campo “la nuova strategia per la casa” di cui si è parlato nel Forum Abitare Milano dello scorso marzo è ancora molto lontano: le persone che vivevano in via Esterle 15 sono un pezzo di quegli oltre 150mila lavoratori che guadagnano meno di mille euro al mese a Milano. Una fetta di popolazione per cui è praticamente impossibile accedere per costi, e soprattutto garanzie, ad un affitto in città.

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