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Dove c’era una libreria ora c’è street food: cronaca di un trasloco culturale a Milano

L'insegna e le vetrine del nuovo polo culturale creato dalla libreria SpazioB**K insieme con Volume Dischi, in Via Farini 69 e pensato per ospitare corsi, eventi e collaborazioni

SpazioB**K, storica libreria indipendente del quartiere Isola, lascia la sua sede dopo 12 anni a causa dell’aumento degli affitti, trasferendosi in Via Farini per creare un nuovo polo culturale con Volume Dischi. Tra difficoltà economiche e riconoscimenti internazionali, la libreria dimostra che la cultura può trasformare le crisi in opportunità. Il racconto di Diletta Colombo, una delle fondatrici del progetto

“E alla fine, anche l’ultima libreria rimasta dovette lasciare il quartiere”. Non è stato con un comunicato stampa né con un volantino, un post sui social o un’indignata intervista sulle pagine dei giornali locali. SpazioB**K, una delle più amate librerie indipendenti di Milano, ha scelto un linguaggio tutto suo per annunciare e sdrammatizzare il trasferimento: una striscia a fumetti firmata da Hurricane Ivan che ritrae una libreria in lacrime con gambe e con bastone sulla spalla e fagotto appeso.

Dopo 12 anni di attività in Via Porro Lambertenghi, nel cuore del quartiere Isola, la libreria, apprezzata per la sua attenzione all’editoria per l’infanzia e l’originalità delle sue proposte, è stata costretta a chiudere e trasferirsi. La causa? L’aumento insostenibile dei costi d’affitto. Al suo posto sorgerà l’ennesimo negozio di street food, l’ennesima tessera di un mosaico che trasforma Isola in un osservatorio privilegiato della foodification di Milano, dove la cultura cede il passo al consumo veloce e il cibo diventa il cavallo di Troia per snaturare i quartieri.

La notizia arriva pochi giorni dopo la pubblicazione del rapporto “I consumi culturali della città di Milano” a cura dell’Associazione italiana editori (Aie) e presentato in occasione di BookCity. Dal documento emerge come la ricchezza di Milano si rifletta sulla sua vivace offerta culturale. Pur ospitando solo il 2,3% della popolazione italiana, ad esempio, la città conta il 7% delle librerie del Paese: nel 2019 erano 163, mentre nel 2023 sono salite a 180 di cui ben 139 indipendenti. Un dato che rappresenta una peculiarità e una controtendenza preziosa nel panorama italiano, che meriterebbe maggiore protezione e incentivi per essere consolidata e valorizzata.

Il nuovo allestimento della libreria SpazioB**K nella sede di Via Farini 69

Da novembre, insieme ai vicini di Volume Dischi, SpazioB**K è stata costretta a cambiare sede, dando vita a un progetto comune per creare un grande spazio che metta in dialogo persone, immagini, musica, libri e dischi. Un’idea che aleggiava da tempo ma che è stata accelerata per forza di cose. Questo nuovo polo culturale, situato in Via Farini 69, è pensato per ospitare corsi, eventi e collaborazioni, in un ecosistema interdisciplinare che promuove lettura, ascolto, intrattenimento e socialità.

Il trasloco è stata una risposta creativa alle crescenti difficoltà che il settore culturale sta affrontando. Diletta Colombo, una delle fondatrici di SpazioB**K, evidenzia alcune delle principali sfide: “A dicembre 2023 è terminato il ‘Fondo Franceschini’ per le biblioteche. Questo fondo permetteva alle biblioteche di acquistare libri dalle librerie del territorio, e per le librerie indipendenti è stato una manna dal cielo. Ora che è stato eliminato, è un colpo durissimo”.

Un’altra problematica riguarda il credito d’imposta per le librerie: “Questo beneficio, che consentiva una riduzione delle tasse per chi vendeva prevalentemente libri, è stato eliminato. Per noi, che non vendiamo gadget, era fondamentale. A questi incentivi persi si aggiunge il rialzo generale dei costi: carta, spedizioni, gas, luce. Anche l’affitto è aumentato, rendendo impossibile allargarci. La proprietà ci ha negato la possibilità di unire i negozi, nonostante aspettassimo da anni”.

Diletta Colombo, una delle fondatrici della libreria SpazioB**K, durante il trasloco dalla sede di Via Porro Lambertenghi, nel quartiere Isola

Di fronte a queste difficoltà, SpazioB**K e Volume hanno scelto di rilanciare. Come spiega Colombo: “Gli aumenti e l’impossibilità di espandere ci hanno spinto a ripensare tutto: dovevamo rilanciare. Dopo la crisi ci siamo detti: perché non ripartire altrove, insieme? Così abbiamo trasferito il negozio di Volume Dischi e il laboratorio, un vero co-working creativo. Al centro c’era Sebastiano Faccini di Libri finti clandestini, con progetti di legatoria, recupero della carta e corsi. Si è aggiunta poi la Debbie Bibo agency, per creare uno spazio più grande che unisse diverse figure della filiera editoriale”.

Tuttavia il percorso non è privo di ostacoli. Colombo denuncia la mancanza di riconoscimento per le imprese culturali: “Non esiste in Italia una categorizzazione per le imprese culturali. Siamo considerati commercianti come chi vende patatine o wurstel, ma svolgiamo una funzione pubblica, spesso sostituendo il pubblico in territori privi di biblioteche. Questo non è riconosciuto, e dobbiamo affrontare gli stessi costi burocratici e fiscali di qualsiasi altra attività commerciale. Anche per fare un semplice banchetto fuori dalla libreria dobbiamo pagare una Scia per l’occupazione del suolo pubblico. È una follia, perché i margini sui libri sono già bassissimi, tra il 25% e il 40%”.

All’interno del nuovo negozio è anche possibile trovare e acquistare vinili

Con le difficoltà ci sono però anche i riconoscimenti internazionali, tant’è vero che la Children’s Book Fair, la fiera di Bologna sull’editoria per l’infanzia, ha chiamato SpazioB**K come giurato per i premi Fiction, Opera Prima e Toddlers: “Per noi è stato un grande riconoscimento, soprattutto perché operiamo al di fuori dei circuiti tradizionali. Il nostro lavoro si basa sulla sperimentazione, e ricevere l’invito a partecipare come giurati da parte dell’istituzione è stato incredibile. Non riuscivamo a crederci, considerando quanto il nostro approccio sia lontano dai percorsi convenzionali”.

Lo scorso anno è stato realizzato anche un film sperimentale “La vocazione di perdersi”, di Francesco Clerici e Mattia Colombo, prodotto dalla libreria e da alcuni editori Topipittori, Vanvere Edizioni, Edizioni Fioriblù e Loredana Farina, un documentario che racconta in modo innovativo l’importanza dell’educazione alla lettura in un viaggio attraverso l’Italia per scoprire come i libri illustrati possano essere uno strumento potente per la crescita personale e culturale. Il film è visibile in streaming sul sito della libreria. 

L’attitudine alla promozione dell’autonomia dei lettori e alla messa in discussione delle linee guida è da sempre uno dei metodi distintivi della libreria: “Il problema dell’attuale approccio prescrittivo alla lettura in Italia è duplice. Da un lato, c’è una tendenza a focalizzarsi eccessivamente sulla qualità intrinseca dei libri, creando ‘bibliografie blindate’ -liste di libri considerati migliori dagli esperti-. Dall’altro lato, questo rischia di limitare l’autonomia del lettore, specialmente in un Paese come l’Italia dove l’educazione alla lettura è ancora in ritardo rispetto ad altri, finendo per allontanare chi si avvicina per la prima volta”.

L’interno della liberia SpazioB**K di Via Farini 69

Un altro aspetto critico riguarda la frammentazione del settore: “In Italia le associazioni di categoria sono debolissime, e i librai sono spesso spaventati a esporsi politicamente. Questo ci rende disgregati, mentre in altri Paesi, come la Francia, c’è un maggiore protezionismo per le librerie indipendenti”.

Nonostante le difficoltà, emerge una visione ottimistica per il futuro: “Vogliamo capitalizzare tutto il lavoro fatto in questi anni. Da una parte ci concentriamo sulla ricerca sui cataloghi e sulla formazione, dall’altra vogliamo tornare alla nostra anima originaria, organizzando incontri e progetti educativi”.

Con questo nuovo spazio, SpazioB**K e Volume dimostrano che la cultura, anche in un contesto difficile, può essere un potente motore di cambiamento e innovazione, capace di trasformare le crisi in opportunità per creare un futuro più inclusivo e partecipativo.

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