Ambiente / Reportage
“Da pietra a bosco”. Attraversare la bicentenaria riforestazione del Carso porta nel futuro

Iniziato 200 anni fa dall’Impero Austro-Ungarico, è il primo piano di questo tipo di cui esiste una documentazione dettagliata ed è quindi un importante esempio scientifico. “From stone to wood / Da pietra a bosco” è il progetto fotografico che lo racconta
Sono trascorsi oltre 200 anni da quando è stato immaginato il grande piano di riforestazione del Carso. Un’operazione che interessa un’area di 300 chilometri quadrati tra Croazia, Italia e Slovenia, tra le città di Trieste, Gorizia e Fiume compresa l’Istria e le isole di Cherso e di Lussino.
Questo piano è il primo grande progetto della storia di cui abbiamo dettagliata documentazione ed è quindi un importante esempio scientifico di riforestazione nel rispetto dell’ambiente e anche della società locale.
Il Piano di riforestazione del Carso fu ideato e realizzato dall’Impero Austro-Ungarico. Gli studi e le sperimentazioni iniziarono nel 1820, la piantumazione nel 1840 e successivamente il piano fu presentato all’Expo di Parigi del 1900 dove gli fu attribuito il Grand prix per l’innovazione nella gestione forestale. L’intento iniziale era quello di migliorare l’approvvigionamento di legname per la marina asburgica, ma divenne subito una questione ambientale.
“From stone to wood / Da pietra a bosco” è il progetto fotografico che racconta questa storia mettendo in relazione i paesaggi selvaggi di oggi con le fotografie ritrovate tra i documenti presentati a Parigi. Le immagini d’archivio documentano lo stato dei luoghi prima e dopo gli interventi e le persone al lavoro, le foto attuali ritraggono le foreste che vivono spontaneamente senza alcuna interazione umana.

Lo scopo del progetto è sostenere il rimboschimento e il rispetto delle foreste e della loro insostituibile biodiversità, oltre che evidenziare l’importanza della pianificazione a lungo termine a livello economico, politico, sociologico e soprattutto a livello ambientale.
La riforestazione ha interessato un’area di 300 chilometri quadrati tra Croazia, Italia e Slovenia compresa l’Istria e le isole croate di Cherso e di Lussino
La desertificazione del Carso è stata una conseguenza dell’operato dell’uomo. Documenti romani del IV secolo lo descrivono come “densissimis sylvis”, l’imperatore Massimiliano d’Asburgo lo definisce “die felsige Wüste” (deserto di pietre). Oggi è un’area di foreste rigogliose a elevata biodiversità dove i pini piantati per creare l’habitat adatto al rilancio della foresta stanno morendo lasciando spazio a specie arboree autoctone.

Furono scavate 60 milioni di buche, piantate 150 milioni di piante e sparsi seimila chilogrammi di semi resinosi e di latifoglie. Per proteggere i lotti d’impianto sono stati eretti oltre 100 chilometri di muretti a secco.
Oggi il Carso è un’area di foreste rigogliose a elevata biodiversità dove i pini piantati per rilanciare l’habitat stanno lasciando spazio naturalmente a specie autoctone
I registri erano tenuti con meticolosità, ci sono diari che documentano entrate, uscite, finanziamenti privati e pubblici, fatture dei vivai e dei trasporti in loco, orari di lavoro e ruoli. Il rapporto realizzato per presentare il progetto all’Expo di Parigi presenta modalità e specifiche tecniche, raccoglie dati e osservazioni fondamentali anche per i progetti di riforestazione di oggi.

I risultati di questo piano sono un’occasione unica per comprendere le potenzialità della riforestazione di un ambiente inospitale a quasi due secoli dalla sua concezione, condizioni che possiamo solo immaginare per i piani di riforestazione previsti o in corso.

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