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Da Magliano Alpi a Biccari, le storie delle comunità energetiche in Italia

L'impianto fotovoltaico sul tetto del palazzo municipale del Comune di Magliano Alpi in Piemonte © Comune di Magliano Alpi

In provincia di Cuneo è stata avviata la prima comunità di energia rinnovabile del Paese. Il modello si sta diffondendo e aumentano i cittadini che chiedono di prendervi parte. Dove sono e che cosa serve per incentivarle. Il 28 aprile l’evento nazionale sul loro ruolo e sul futuro dell’energia

A Magliano Alpi, in provincia di Cuneo, la comunità di energia rinnovabile è stata costituita con l’obiettivo di condividere con i cittadini l’energia autoprodotta dal Comune. Inaugurata nel marzo 2021, è il primo caso in Italia ma non è da solo. Sul territorio nazionale sono diverse le amministrazioni che stanno avviando reti locali per la produzione democratica di energia attraverso l’uso di fonti rinnovabili ponendo al centro ambiente, territorio e cittadinanza attiva. Quella del Comune piemontese, dove vivono poco più di 2.100 abitanti, è la prima comunità di energia rinnovabile (Cer) ad applicare quanto previsto dal decreto legislativo “Milleproroghe” del 2019 (decreto 162/2019) che all’articolo 42 bis ha recepito parzialmente in modo anticipato la direttiva europea “Red II” (2018/2001) sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.

L’amministrazione ha utilizzato un pannello fotovoltaico da 20 kWp, posizionato sul tetto del palazzo comunale. “L’impianto, installato nel maggio 2020, è precedente alla decisione di avviare la Cer. L’idea ha iniziato a prendere forma dopo la lettura del ‘Manifesto delle comunità energetiche’ redatto dall’Energy Center del Politecnico di Torino”, spiega ad Altreconomia il sindaco Marco Bailo. Il documento -elaborato insieme a gruppi di ricerca delle Università di Bologna, Modena e Reggio-Emilia, Udine e del Politecnico di Milano- propone gli strumenti da utilizzare per attivare a livello locale nuovi modelli di gestione e governo dell’energia. “Con il supporto del Politecnico di Torino abbiamo definito le caratteristiche della Cer e le abbiamo presentate ai cittadini. Sin dai primi momenti le manifestazioni di interesse sono state numerose”.

La Cer si è costituita come un’associazione alla quale si aderisce pagando una quota da 25 euro. Il Comune -che è il referente della comunità e il prosumer, ovvero colui che produce e consuma energia- condivide l’energia prodotta e non autoconsumata dal municipio con gli altri soci. Ad oggi sono sette: quattro famiglie, uno studio tecnico e un laboratorio di falegnameria. “Al momento siamo un progetto pilota e abbiamo solo una produzione da 20 kWp ma l’obiettivo è diventare più grandi. Grazie a un finanziamento da 19mila euro erogato dalla Fondazione cassa risparmio di Cuneo, installeremo un ulteriore impianto fotovoltaico da 14 kWp nella struttura dell’impianto sportivo comunale con cui si darà forma a una seconda comunità”, prosegue Bailo.

I soci sono tutti collegati alla stessa cabina secondaria di trasformazione. Il Gestore dei servizi energetici (GSE) erogherà una tariffa incentivante definita in base alla quantità di energia prodotta e autoconsumata. Il consumo è monitorato dagli smart meters (i dispositivi elettronici che registrano il consumo di energia e comunicano le informazioni al fornitore) posizionati nei punti di consegna (Pod). A raccogliere i dati è la piattaforma online Energy4com che li trasmette al GSE.

“La direttiva europea ‘Red II’ può portare a effetti rivoluzionari. Riconosce le comunità energetiche come soggetti giuridici privati, senza scopo di lucro, cui possono partecipare singole persone, aziende e Comuni. Crea una sinergia virtuosa tra enti pubblici e privati”, spiega Sergio Olivero, presidente del comitato scientifico “Energy City Hall” che ha seguito la costituzione della comunità insieme al Politecnico di Torino. “Oltre a limitare l’impatto sull’ambiente, la Cer ha effetti sull’economia locale: si iniziano a condividere standard di progettazione e interoperabilità tra diverse filiere, come le realtà che si occupano di installare i pannelli solari, creando occasioni di lavoro sul territorio e contribuendo alla sua crescita”. Da quando la comunità è stata avviata, Magliano Alpi ha ricevuto richieste di collaborazione da altri Comuni e non solo in Piemonte. Il prossimo obiettivo è avviare una comunità energetica del territorio (Cet) coinvolgendo le comunità che dovrebbero costituirsi nei prossimi mesi nei Comuni limitrofi. Una prima estensione del progetto è già avvenuta: ad aprile la Cer è entrata a fare parte di RESCoop, la Federazione europea delle cooperative di energia rinnovabile che comprende altre 1.240 comunità energetiche in 11 diversi Paesi dell’Ue, nella prospettiva di creare un mutuo scambio che, spiega Olivero, porterà a collaborazioni, ricerche e progettazioni condivise.

“In Italia ci troviamo nei momenti iniziali di costituzione delle comunità energetiche rinnovabili. In questa fase sperimentale di avvio, è importante condividere e trasmettere, anche a enti istituzionali, le conoscenze che si apprendono sul campo”, spiega Sara Capuzzo, presidente di ènostra, la cooperativa energetica che produce e fornisce elettricità rinnovabile con garanzia d’origine. Supporta i Comuni che stanno avviando la nascita delle Cer ed è partner della campagna “We the power” realizzata da Patagonia: nell’aprile 2021, è stato lanciato il progetto e diffuso l’omonimo documentario sulle comunità energetiche in Europa, girato dal regista David Garrett Byars, per sensibilizzare sul loro modello e sul ruolo che ricoprono nella transizione.

In Sardegna a Villanovaforru, Comune di 660 abitanti, ènostra sta supportando il Comune nel processo di costituzione di una Cer che prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 54,5 kWp. “Abbiamo organizzato sportelli informativi incontrando i cittadini di persona e in momenti pubblici. A oggi i partecipanti effettivi sono 45 -spiega Capuzzo-. Sempre sull’isola stiamo lavorando insieme al Comune di Ussaramanna, un borgo di poco più di 500 abitanti. La risposta dei cittadini è stata superiore alle attese. Abbiamo ricevuto 130 preadesioni e, analizzate le condizioni di fattibilità e individuata l’area della cabina secondaria con maggiori “candidati”, tra i partecipanti effettivi si contano oltre 90 tra famiglie e imprese”. Alla lista si aggiunge Biccari in provincia di Foggia in Puglia. Il progetto di costituzione della comunità energetica, avviato insieme all’amministrazione, prevede l’installazione di un impianto fotovoltaico sulle case popolari, gestite dall’Agenza regionale per la casa e l’abitare (Arca), con l’obiettivo principale di contrastare la povertà energetica. Ora, nella fase di studio di fattibilità, ènostra sta provvedendo a verificare le geografie delle cabine secondarie entro cui sviluppare il progetto.

“Oggi le Cer si riferiscono a un campo di azione molto circoscritto che è quello della cabina secondaria di trasformazione a media e bassa tensione”, prosegue Capuzzo. “Tutto ciò può essere un fattore limitante per la costituzione di nuove comunità perché costringe a progetti limitati al  quartiere. Come ènostra, e insieme all’associazione Italia solare, in vista del recepimento definitivo della ‘Red II’ abbiamo avanzato al GSE la proposta di allargare il confine alla cabina primaria di trasformazione. Questo potrebbe comprendere più Comuni e territori più vasti, cambiando la scala dei progetti e aumentando gli impatti su ambiente ed economia locali”, aggiunge. Come sia possibile incentivare la nascita delle Cer, e a che punto siamo in Italia, sarà proprio l’oggetto dell’incontro virtuale di mercoledì 28 aprile 2021, promosso da Patagonia e moderato dal direttore di Altreconomia Duccio Facchini, “Il futuro dell’energia è delle comunità energetiche” che vede tra i relatori Gianluca Ruggieri (ricercatore dell’Università dell’Insubria e vicepresidente di ènostra), Matteo Zulianello (ricercatore presso Ricerca sul Sistema Energetico) ed Elena Gerebizza (ricercatrice e campaigner di ReCommon).

“Le comunità energetiche sono rivoluzionarie. Praticano la transizione dal basso in modo equo e accessibile a tutti. Sono uno strumento dirompente per la transizione energetica”, conclude Capuzzo. “Devono essere supportate e sviluppate rapidamente perché non c’è più tempo da perdere”.

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