Diritti
Contributi diretti ai giornali: tutto come da tradizione
Più volte annunciata, la riforma del governo dei contributi diretti all’editoria non è ancora arrivata.
Il boccone del finanziamento pubblico diretto ai giornali di partito o editi da cooperative e enti morali è una delle cose che il governo di centrodestra, nonostante gli annunci ripetuti, non ha cambiato. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Paolo Bonaiuti ha confermato che per il 2011, relativi al 2010, ci saranno ancora 170 milioni di euro di contributi statali, con una riduzione di 15 milioni di euro rispetto al 2010 (per l’anno 2009).
Sta di fatto che fino ad oggi poco è stato fatto per rettificare o regolamentare in maniera stringente una situazione dei giornali stampati solamente per ricevere finanziamenti, spesso con l’appoggio di qualche parlamentare.
Una delle poche iniziative è stato il collegamento, sacrosanto ma che partirà solo dal prossimo anno, fra finanziamenti e copie vendute, mentre prima il finanziamenti era corrisposto sulla base della tiratura dei giornali.
Bonaiuti ha indicato 10 punti da cui partire per una riforma dell’editoria, punti che verranno messi in discussione a settembre anche se con la situazione di stallo e di crisi del governo la strada appare tutt’altro che facile. Fra questi punti "la revisione del sistema contributivo, per evitare che prodotti senza contenuto editoriale possano usufruire di tutele e parità di trattamento solo perchè registrati"; l’informatizzazione del sistema distributivo, a barre, che ci potrebbe costare sui 15-20 milioni; la revisione della modalità commerciali di remunerazione; un intervento normativo che tuteli il diritto d’autore; nuovi criteri per le convenzioni con le agenzie di stampa che agevolino l’occupazione; incentivi per i giornali on line".
Per il 2009 L’Unità ha incassato 6.337.209 euro, La Padania 3.896.339 euro, Il Foglio 3.441.668 euro, Liberazione 3.340.443 euro, Cronache di Liberal 2.798.767 euro. Fra quelli editi da cooperative di giornalisti o da imprese la cui maggioranza del capitale è detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali si notano i finanziamenti ad Avvenire con 5.871.082 euro, Italia Oggi con 5.263.728 euro, a Il Manifesto con 3.745.345 euro solo per citarne alcuni.
Giornali molto diversi fra loro, con storie diverse e che assicurano anche una qualità dell’informazione molto diversa. E’ ormai anacronistico, nonché ingiusto, trattarli come lo stesso mucchio.