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Diritti

Commercio delle armi: un primo risultato sulla legge 185

Nel pomeriggio del 23 novembre 2010 la Commissione politiche dell’Unione Europea del Senato ha deciso di rinviare il voto sulla legge che delegherebbe il Governo a modificare la legge 185/90 sul commercio delle armi. La decisione arriva dopo la denuncia…

Nel pomeriggio del 23 novembre 2010 la Commissione politiche dell’Unione Europea del Senato ha deciso di rinviare il voto sulla legge che delegherebbe il Governo a modificare la legge 185/90 sul commercio delle armi. La decisione arriva dopo la denuncia della Rete italiana disarmo e della Tavola della pace, su iniziativa di alcuni senatori (Silvana Amati, Roberto Di Giovan Paolo, Gian Piero Scanu).
"È un primo risultato importante della nostra mobilitazione -hanno dichiarato Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace e Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana disarmo-. Questo rinvio ci dà nuovo tempo per accrescere la pressione sui senatori, per bocciare la legge delega e per spiegare a tutti, cittadini e parlamentari, l’assurda pretesa del Governo. Ci sono già troppe armi in giro per il mondo. Se dobbiamo modificare la legge, dobbiamo aumentare i controlli e la trasparenza e non ridurli. E questo lo può fare solo il Parlamento".

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Pacifisti in presidio davanti al Senato, per salvare la legge 185
(23 novembre 2010)
Affollato presidio martedì 24 novembre davanti al Senato. Rete disarmo e Tavola della pace hanno scelto la piazza per puntare l’indice contro il governo che, con una manovra sottobanco, intende riformare la legge 185/1990 che da vent’anni regola l’esportazione di armamenti italiani. Dopo aver approvato un disegno di legge col quale chiede la delega al parlamento per riscrivere la normativa, infatti, il governo Berlusconi l’ha anche inserito all’interno della "Comunitaria 2010", sulla quale solitamente chiede la fiducia. Rete Disarmo e Tavola della Pace hanno così lanciato un appello a governo e Parlamento, per chiedere di rinunciare alla legge delega e lo stralcio della norma.

La legge 185 del 1990, ottenuta grazie ad una vasta mobilitazione della società civile per mettere sotto controllo l’export italiano di armi, sta per essere smantellata dal Governo che pretende una delega di modifica dal Parlamento.
In questi giorni il Senato e poi la Camera dei Deputati saranno chiamati a votare una legge che consegnerà al Governo la possibilità di rilanciare la vendita di armi italiane nel mondo: per “snellire le procedure” si rila mobilitazione a Romaducono fortemente anche i limiti e i controlli sulle esportazioni di armamenti. Per ottenere questa delega il Governo ha nascosto il disegno di legge dentro un’altra legge (la cosiddetta “Comunitaria 2010” di ratifica di disposizioni europee, sulla quale sembra intenzionato a porsi potrebbe anche porre il voto di fiducia).

"Bisogna mobilitarsi quanto prima, per questo -spiegano i promotori dell’appello- chiediamo a ciascuno di sottoscrivere il seguente appello ed inviarlo ai Senatori e Deputati della propria regione:

‘Onorevole Senatore, onorevole Deputato

sono venuto a conoscenza che nei prossimi giorni Lei dovrà votare la Legge Comunitaria 2010, al cui interno è stato inserito un dispositivo che delega il Governo a modificare la legge 185/90 sul commercio di armamenti.

In questo modo il Governo potrà intervenire su una materia estremamente  delicata senza alcun confronto democratico riducendo i controlli e la trasparenza sull’esportazione di armi italiane nel mondo.

Per questo, Le chiedo di ascoltare l’appello promosso dalla Rete Italiana per il Disarmo e dalla Tavola della Pace e votare per lo stralcio di tale emendamento e per il non utilizzo dello strumento di legge delega per la modifica della normativa sull’export di armi’.

“In tempi di insicurezza internazionale e di forte instabilità in molte nazioni del mondo le esportazioni di armamenti devono essere sottoposte a controlli ancor più efficaci e trasparenti: chiediamo al parlamento italiano di non permettere al governo di riformare una legge rigorosa come la 185 del 1990 per mezzo di una legge delega per di più inserita di soppiatto nella legge Comunitaria 2010” – affermano Francesco Vignarca (coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo) e Flavio Lotti (coordinatore nazionale della Tavola della Pace). “Non vi è alcuna pregiudiziale di principio da parte nostra -sottolineano i due coordinatori- a rivedere la normativa attuale: ma questa attività è una prerogativa del parlamento non del governo e la società civile non può essere messa ai margini per compiacere alle sole richieste dell’industria militare”.
I due rappresentanti delle principali organizzazioni della società civile italiana impegnate sui temi della pace e del disarmo, denunciano lo strumento scelto dal governo (la legge delega presentata al Senato il 25 ottobre scorso con l’Atto Senato n. 2404) ) e soprattutto l’inserimento del provvedimento in un emendamento alla Legge Comunitaria 2010. “I due provvedimenti -spiega Vignarca- intendono rispondere ad una decisione dell’esecutivo, annunciata nel Consiglio dei Ministri del 17 settembre scorso, per recepire nella nostra legislazione una direttiva europea (la Direttiva 2009/43/CE) intesa a semplificare le modalità e le condizioni dei trasferimenti all’interno dell’Unione europea dei prodotti per la difesa. La riforma proposta dal governo, invece, va ben al di là delle esigenze della direttiva europea tanto che la legge delega prevede un’ampia riorganizzazione delle strutture deputate al rilascio di tutte le autorizzazioni all’esportazione e sui controlli attraverso la creazione di un nuovo sportello unico”.
Voler riformare questa materia, che riguarda direttamente la politica estera del nostro paese, attraverso una legge delega per di più inserita nella Legge Comunitaria è l’ennesimo sfregio di questo Governo al ruolo Parlamento.
In considerazione della delicatezza della materia -sottolinea Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace- che riguarda direttamente la politica estera e di difesa italiana, e della forte sensibilità della società civile su questi argomenti, riteniamo che lo strumento della “legge delega” sia il meno adeguato per affrontare, come si intende fare, un “riordino della normativa” a fronte di uno scenario internazionale, sociale e industriale ampiamente mutato rispetto agli anni Ottanta. Non vi è, infatti, da parte delle associazioni della società civile che rappresentiamo alcuna pregiudiziale sulla necessità di una revisione della normativa anche alla luce delle recenti direttive europee: ciò che chiediamo è che questo processo sia condotto nei tempi previsti per il recepimento delle direttive comunitarie attraverso il necessario lavoro parlamentare ed il dialogo con le associazioni della società civile e soprattutto mantenendo i necessari controlli e fornendo -come attualmente avviene- un’adeguata e trasparente documentazione pubblica in materia anche sulle attività bancarie che vanno autorizzate e monitorate con attenzione”.
La Rete italiana per il disarmo e Tavola della pace nei giorni scorsi hanno inviato una lettera a tutti i parlamentari di Camera e Senato per chiedere di non votare a favore della delega al Governo e di adoperarsi invece per presentare al più presto un Disegno di legge di iniziativa parlamentare per un’adeguata riforma della materia, aprendo un confronto con le associazioni della società civile attente ai temi del controllo del commercio degli armamenti.
Ma è urgente che si mobilitino con forza tutte le associazioni della società civile impegnate nei settori della promozione della pace, del disarmo, della tutela dei diritti umani, nella cooperazione internazionale e nel volontariato per fare in modo che una legge additata come esempio a livello internazionale non venga stravolta da un Governo che giorno dopo giorno mostra segni di asfissia e di autoreferenzialità quando non risponde a logiche di tipo lobbistico lontane da un’autentica rappresentanza delle necessità e delle istanze della popolazione.

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