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BOTTE IN VAL DI SUSA E BEGLI ESEMPI…

BOTTE IN VAL DI SUSA E BEGLI ESEMPI Il modo scelto per affrontare la protesta contro la Tav in Val di Susa la dice lunga sullo spirito con il quale le forze di polizia vengono impiegate quando si tratta di…

BOTTE IN VAL DI SUSA E BEGLI ESEMPI

Il modo scelto per affrontare la protesta contro la Tav in Val di Susa la dice lunga sullo spirito con il quale le forze di polizia vengono impiegate quando si tratta di affrontare questioni politicamente scottanti. Il racconto di Vittorio Agnoletto è eloquente. E’ stato prima spintonato e poi colpito dai calci degli agenti davanti alla funzionario che guidava la squadra. Alle proteste del parlamentare, la poliziotta ha risposto: "Io non ho visto niente". E dopo il referto dei medici – quattro contusioni al corpo, con sette giorni di prognosi – e la denuncia fatta ai carabinieri, dalla polizia è venuta una risposta sconcertante: "Agnoletto è caduto e si è fatto male da solo".

L’impudenza è la stessa che ricordiamo di avere visto a Genova. Gli agenti si sentono intoccabili: da qui nasce la loro arroganza. E purtroppo hanno ragione: basta vedere quello che è successo con i poliziotti che portarono a compimento il massacro alla scuola Diaz. I picchiatori sono rientrati immediatamente al lavoro, senza che nessuno abbia contestato loro niente: non i magistrati, impossibilitati ad agire, perché gli agenti agirono mascherati; non i vertici di polizia, che non hanno adottato alcun provvedimento discplinare per i reparti che agirono dentro la scuola.  I dirigenti, per quanto imputati, sono stati protetti e addirittura promossi.

Con esempi del genere che cosa si può pretendere?

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