Dici microcredito e ti viene subito in mente Grameen Bank, la banca dei poveri nata in Bangladesh da un'idea di Muhammad Yunus. L'esperienza, però, non è rimasta un caso isolato. Molte Organizzazioni non governative specializzate in microcredito col tempo si sono trasformate in vere e proprie banche. E' la storia di Banco Solidario (BancoSol), discendente del boliviano Prodem. Dietro la sigla, una Ong che nel 1987 si butta nel settore dei micro prestiti. Genitori: esponenti del mondo finanziario locale e Accion International, associazione non-profit statunitense che fornisce supporto tecnico ed economico a 19 organizzazioni di microcredito in Usa e America latina. L'operazione ha successo: nei primi anni di attività vengono concessi prestiti a più di 13 mila microimprese, rappresentate per due terzi da donne. Emergono però anche i limiti di un'esperienza come questa: impossibile soddisfare come Ong tutte le richieste; impossibile fornire normali servizi bancari a persone che solitamente dalle banche non vengono prese in considerazione perché troppo povere. “Come banca, a differenza di una Ong, non dipendiamo più da supporti economici esterni -spiega Mariella Suarez, responsabile della Formazione per BancoSol- e siamo autorizzati alla raccolta del risparmio”. Nel 1992 Banco Solidario apre gli sportelli e continua a occuparsi di microcredito. “Abbiamo un preciso e forte obiettivo commerciale, ma manteniamo ancora la nostra missione sociale -continua Mariella Suarez- e da due anni ci rivolgiamo anche alle piccole e medie imprese”. I prestiti si aggirano di solito intorno al milione e mezzo di lire ma possono arrivare a un massimo di circa 180 milioni. BancoSol lavora solo in Bolivia, attraverso 42 filiali. I clienti sono 77 mila, oltre 52 mila le donne. Quello che differenzia questo tipo di banche da quelle tradizionali, oltre alle ridotte dimensioni dei prestiti, è l'altissima percentuale di restituzione. Per assicurarsela BancoSol utilizza i “gruppi di solidarietà”, formula simile a quella già sperimentata dalla Grameen. I prestiti vengono richiesti da gruppi di 5 o 6 aspiranti imprenditori: “Dobbiamo verificare la fonte della restituzione del denaro -dice Suarez- ma anche le entrate regolari di chi richiede il prestito”. Fondamentali le garanzie: a fornirle amici o vicini (ma non parenti) presentati dagli stessi richiedenti. In questo modo BancoSol riesce ad avere, oggi, l'89,54 per cento delle restituzioni. “Ma solo perché stiamo attraversando una periodo di recessione economica”. 102 mila clienti, per 11 filiali che erogano mille prestiti al mese. I numeri forti della Centenary rural development bank (Cerudeb) fanno da sfondo alle dichiarazioni del Rapporto 1998 dell'olandese Hivos-Triodos Fund Foundation: “Cerudeb è probabilmente l'esperienza di microcredito bancario di maggior successo oggi in Africa”. Tanto che nel 1998 l'Hivos-Triodos ne è diventata azionista. Cerudeb nasce in Uganda nel 1983 come Centenary rural development trust, associazione per promozione e fornitura di servizi finanziari di base alla popolazione rurale povera. Nel 1993 viene trasformata in una banca commerciale. Gli attuali azionisti, oltre a Hivos-Triodos, sono il Segretariato cattolico e la Diocesi cattolica ugandesi e Sidi, società di investimenti francese. La banca gode di buona salute, come dimostrano i profitti registrati dal '95 al '98. Per aprire un libretto di risparmio bastano poco più di 10 mila lire, mentre i prestiti possono avere importi minimi di 100 mila lire. Come garanzia vengono richieste proprietà terriere, ma anche attrezzi, autoveicoli e proprietà personali. Il 40 per cento dei prestiti (della durata dai 3 ai 12 mesi) è tra le 600 mila lire e i 2 milioni e mezzo. Solo un quinto -a differenza di BancoSol- sono concessi a donne. La maggior parte del denaro va a piccole e medie imprese: quasi tutte sono attività commerciali.
Il pioniere Muhammad Yunus parte da un'evidenza: chi fa più fatica ad accedere ai prestiti bancari è spesso chi ne avrebbe più bisogno. Grameen Bank (“banca del villaggio”) nasce nel 1976 come progetto di ricerca dell'università di Chittatong, dove Yunus era direttore del programma di Economia rurale. I prestiti erogati sono minimi -intorno alle 50 mila lire- e vengono restituiti in rate settimanali. I debitori sono organizzati in gruppi e mantengono contatti diretti con i rappresentanti di Grameen: “Per recuperare i nostri crediti -spiega Yunus- non ci siamo mai serviti di figure professionali esterne alla banca”. E questo certo aiuta: “Gli insolventi -assicura- sono appena l'uno per cento”. Grameen Bank ha avuto un incredibile successo e oggi ha 12 mila dipendenti. I suoi 2 milioni e 200 mila clienti sono proprietari del 90 per cento delle azioni.
La rete dei mini banchieri BancoSol e Cerudeb fanno parte del Microfinance network, associazione che raggruppa diverse realtà impegnate in progetti di microcredito. Il network ha sede a Washington Dc, ma nasce nel 1993 in Bolivia, promosso dai partecipanti all'assemblea sulle microimprese ospitata proprio da BancoSol. L'associazione aiuta le organizzazioni che si occupano di microcredito nel passaggio a vere istituzioni finanziarie. Fornisce ai suoi membri informazioni e tecnici per accelerarne la trasformazione e far conoscere le migliori esperienze nel settore. Gli attuali componenti del Microfinance network sono 23. Di questi, 21 operano nei paesi in via di sviluppo e sono sia Ong che banche commerciali. Le due associazioni restanti, Accion international e la canadese Calmeadow, sono gli esperti del settore e fanno parte del gruppo come “istituzioni di supporto”. Per info sul network potete scrivere a: mfn@sysnet.net Si possono contattare anche Accion international: mariab@hers.com e Calmeadow: international@calmeadow.com
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