Interni / Attualità
Attacco hacker ai danni dell’Istat: persi i dati personali degli iscritti al Coeweb
Il 5 novembre l’Istituto ha subìto un attacco informatico e ha perso la “confidenzialità” dei dati personali degli utenti iscritti al Portale del commercio con l’estero. Lo ha comunicato con un mese di ritardo agli interessati, dopo averli tranquillizzati parlando di un “disservizio”
L’Istat ha subìto un attacco informatico e ha perso la “confidenzialità” dei dati personali degli utenti iscritti al Portale del commercio con l’estero (Coeweb), fonte preziosa anche per giornalisti e ricercatori. L’istituto ne sarebbe venuto a conoscenza il 5 novembre 2020 ma ha atteso quasi un mese prima di informare gli utenti vittima di un non ben precisato “gruppo hacker”. Le informazioni personali “perdute” sarebbero codice utente, password, indirizzo mail, ed eventualmente nome, cognome, indirizzo.
“Attaccano la NASA e i servizi segreti, figurarsi se non possono attaccare l’Istat”, spiegano dall’ufficio stampa, non troppo imbarazzati. Eppure il 9 novembre, quattro giorni dopo esser venuti a conoscenza dell’attacco, l’Istat aveva tranquillizzato gli utenti ignari della cosa parlando di un generico “disservizio di natura tecnica sul sistema Coeweb” e limitandosi a dire di essersi ritrovato “costretto a bloccarne l’accesso” e le utenze. In realtà era già consapevole dell’attacco e del fallimento del proprio sistema di sicurezza.
“L’Istituto ha adottato nuove modalità di conservazione delle credenziali per garantirne la riservatezza”, si legge nella nota del 2 dicembre, che non dice nulla della riattivazione del Portale, da tempo irraggiungibile e inutilizzabile.
“Si ricorda che tutti gli utenti possono accedere alla banca dati Coeweb senza registrazione”, continua l’Istat, senza però chiarire se e quando il servizio tornerà a funzionare. “Non sappiamo ancora quando riaprirà Coeweb, sono in fase di test finali, è piuttosto imprevedibile. Ci scusiamo per il disagio”.
No, non è un semplice “disagio”: la necessaria sicurezza dei dati personali di migliaia di utenti non è stata garantita ed è ancora negato il diritto all’informazione, si pensi solo al tema del commercio estero di sistemi militari, armi e munizioni comuni.
Per qualsiasi informazione è a disposizione il Responsabile per la protezione dei dati dell’Istat i cui riferimenti si trovano qui.
© riproduzione riservata