Ambiente / Reportage
A passeggio nel paesaggio sonoro, sui sentieri del rumore e del silenzio
Il 18 luglio è il World Listening Day. Nella gerarchia sensoriale, l’udito occupa un posto inferiore alla vista. Eppure le leggi dell’ecologia acustica potrebbero renderci consapevoli dell’esigenza di un rinnovato rapporto con il Pianeta. Da Rimini alla Sicilia, numerose le iniziative in Italia per la giornata mondiale dell’ascolto
La nostra cultura è oggi satura di suoni. Più della metà della popolazione mondiale vive immersa nel rumore e in una cacofonia assordante, con un livello medio spesso superiore a 60 decibel, la cui soglia s’impenna esponenzialmente in corrispondenza della crescita tecnologica. Eppure nessuno sembra accorgersene. Nella gerarchia sensoriale, il posto che occupa l’udito è inferiore a quello della vista. E così la condizione uditiva dell’uomo moderno viene penalizzata. Per migliorare la qualità della nostra vita occorrerebbe ristabilire un equilibrio tra i sensi, tra uomo e ambiente, realizzare quella che il musicologo Joachim-Ernst Berendt ha definito una democrazia dei sensi. Tuttavia, da oltre tre secoli, la cultura occidentale assegna alla vista il primato nella percezione e nell’elaborazione delle informazioni sensoriali, privando in qualche modo gli esseri umani della possibilità di interagire con il mondo in modo completo e consapevole. Pensare con le nostre orecchie è uno degli obiettivi attorno a cui si concentra da molti anni la ricerca dell’ecologia acustica, che studia l’ambiente sonoro del mondo, l’impatto dell’inquinamento acustico sulla qualità della vita e la gestione responsabile della realtà acustica in cui viviamo, considerata la più rumorosa di sempre. Si tratta di un orientamento interdisciplinare ed etico in cui s’incontrano ricerca, scienze sociali e arte. Imparare a pensare con le nostre orecchie, è il concetto chiave elaborato nei primi anni ‘70 da Raymond Murray Schafer, compositore e musicologo canadese, per introdurre e spiegare in termini di paesaggio sonoro, i luoghi acustici in cui siamo immersi, e ai quali tutti, consapevoli o meno, prendiamo parte attivamente. Studiando il paesaggio sonoro, Schafer si è interrogato sul contrasto tra lo stile di vita nelle città rispetto a quello più vicino alla natura, e sui costi del cosiddetto progresso.
Nel concepire il paesaggio sonoro come un’unica immensa composizione musicale in perpetua evoluzione, egli suggerisce il modo per migliorarlo e ristabilire una sana cultura uditiva. Si tratta di individuare nel paesaggio sonoro gli squilibri che potrebbero rivelarsi dannosi e malsani, eliminando o controllando l’invadenza dei suoni che riflettono la velocità e la frenesia di oggi. Un radicale cambiamento in tal senso darebbe inizio a un rinnovato rapporto col mondo e con gli altri, ma soprattutto con noi stessi. Ma per ascoltare abbiamo bisogno di fermarci o almeno di ritmi rallentati. Sintonizzare l’orecchio su un altro livello di consapevolezza uditiva per smettere di sentire e cominciare ad ascoltare. Concentrarsi sul proprio ambiente acustico con la stessa attenzione con cui ascoltiamo la nostra musica preferita. Partendo da queste considerazioni, il 18 luglio di ogni anno si celebra il World Listening Day, la giornata mondiale dell’ascolto. Organizzata dal WLP (World Listening Project), vuole sviluppare una riflessione profonda sulla qualità dell’ambiente sonoro in cui viviamo. Perché la qualità acustica degli stimoli a cui è sottoposto il nostro udito può elevarsi e ridestare in noi sistemi di ascolto dimenticati. Secondo Dan Godston, del WLP, “negli USA, così come in altre parti del mondo, c’è oggi una maggiore consapevolezza sulle tematiche dell’ecologia acustica, grazie all’impegno di ricercatori, università, istituzioni, artisti e organizzazioni. L’accesso alle nuove tecnologie è divenuto un fenomeno alla portata di tutti e il pubblico è globale. L’esplorazione dei suoni del mondo può essere divertente ma anche un potente mezzo per preservare la natura e affrontare la sfida del cambiamento climatico” (www.worldlisteningday.org). Per questo la giornata del WLD è diventato un momento di impegno sociale ed educativo, per accrescere una cultura dell’ascolto e stimolare una riflessione sull’importanza del silenzio, destinato sempre più ad esaurirsi. Per dirla con le parole dello scrittore svizzero Max Picard “il silenzio appartiene alla struttura fondamentale dell’uomo”, eppure quest’ultimo è riuscito a cancellarlo. Recentemente, il famoso ecologista acustico americano Gordon Hempton, che negli ultimi trent’anni ha registrato il respiro del Pianeta nei luoghi più remoti, ha detto che “il silenzio è una specie in pericolo”.
A causa delle attività umane è diventato sempre più difficile trovare dei luoghi naturali privi di rumore per almeno 15 minuti. Dunque, sono molti i Paesi che ogni anno aderiscono al WLD con performance varie, dibattiti ed eventi pubblici, concerti, passeggiate sonore (soundwalks) in ambienti naturali e urbani. In testa, Canada, Usa, Australia, insieme ai Paesi del Nord Europa, sensibili alle tematiche della qualità della vita. In crescita anche le iniziative pensate per i più piccoli, con pratiche di ascolto attivo, escursioni multisensoriali, laboratori interattivi, giochi e animazioni pensati per instillare la consapevolezza dell’ascolto. Quello attivo, infatti, aiuta a comprendere le trasformazioni sociali.
Numerose le iniziative messe in campo quest’anno per sensibilizzare l’opinione pubblica. In Giappone, The Tokio Phonographers Union organizza per il WLD una soundwalk a Kyosumi Shirakawa, un distretto di Tokio attraversato dai fiumi Sumida e Arakawa. È un’area residenziale caratterizzata da grandi parchi, “un luogo dove gli uccelli acquatici e altre specie hanno un ruolo importante nel paesaggio sonoro”, racconta Marcos Fernandes, musicista e performer, che condurrà la passeggiata. “Tokio è una città molto rumorosa. L’udito è bombardato da messaggi sonori di ogni tipo, e iniziative come questa sono molto apprezzate. Aiutano a mettersi in pausa e a prestare attenzione ai suoni quotidiani da cui siamo circondati e influenzati”. E aggiunge, “in Giappone, lo spazio personale ha un ruolo importante. E in questa dimensione privata si fa strada una lenta ma sempre maggiore consapevolezza dell’inquinamento acustico a cui si è sottoposti” (soundingthespace.com). The Canadian Association for Sound Ecology (soundecology.ca) ha curato invece la mostra “Audio Postcard Canada”, che sarà accessibile online. Si tratta di 16 cartoline audio da tutto il Canada: registrazioni sul campo, documentari sonori, composizioni elettroacustiche, performance radiofoniche, e combinazioni di queste aree, con interventi di artisti vari, tra i quali Hildegard Westerkamp,sound ecologist e compositrice.
L’Italia è ancora poco attenta ai temi dell’ecologia acustica, anche se sono moltissimi gli attivisti e artisti del suono, sociologi e antropologi, urbanisti e architetti, e associazioni interessate agli studi sul paesaggio sonoro. Lo dimostra il successo della terza edizione di “Per chi suona il paesaggio” organizzata dal FKL Italia (Forum Klanglandschaft), che quest’anno si è tenuta a Catania dal 19 al 22 maggio (paesaggiosonoro.it). Proprio in occasione di questo evento, Antonio Mainenti, compositore e appassionato ciclista, ha presentato in anteprima il suo progetto per il WLD, “Un percorso elettroacustico nel paesaggio illusorio”. Si tratta di unaperformance ciclistica che prevede l’utilizzo di sofisticate tecnologie per interagire in movimento con il paesaggio sonoro circostante. “L’idea di ‘preparare’ una bicicletta, nasce dallo studio sul silenzio e sul rumore del secolo scorso, in particolare dalle ricerche di Luigi Russolo e John Cage, fino ad arrivare agli studi sul paesaggio sonoro e della musica concreta”, racconta. “Il paesaggio illusorio che propongo è la metafora del movimento. Durante le pedalate il paesaggio viene reinventato con suoni nuovi, con tecnologie del passato e del futuro” (mainenti.net, soundobject.wordpress.com/sound-pedalling). L’attivissima Associazione Mimema promuove invece una soundwalk in uno degli ambienti naturali incontaminati della Sicilia, e lancia poi la open call “Ricomporre il paesaggio”, aperta a compositori e ascoltatori consapevoli, che sono invitati a presentare materiale inedito di soundscape composition -tecnica che ricompone il paesaggio acustico seguendo un ordine scelto dal compositore- e di field recording, registrazioni di suoni naturali e ambientali.
“I file selezionati saranno disponibili per il download ed eventuali manipolazioni”, spiega Piero La Rocca, musicista e ricercatore, sottolineando l’importanza di un altro progetto, “Identità sonora del territorio”, che prevede la mappatura sonora della città di Alcamo (Tp), con l’intento di far conoscere i suoni della memoria e quelli della contemporaneità. Per ascoltare il clima acustico della città basta poi collegarsi al sito dell’associazione. Il 18 luglio ad Alcamo verranno organizzati punti di incontro e una tavola rotonda per parlare di suoni, mappe e dei possibili sviluppi del progetto (www.mimema.it). A Rimini, il Ground-to-Sea Sound Collective, in collaborazione con l’Associazione Collegamenti Rampanti e con lo spazio RIU Project, organizza una due giorni di studio. “S’inizia il 17 luglio con un workshop di field recording, mettendo in relazione la registrazione sul campo con la musica strumentale e l’elettronica dal vivo. I partecipanti registreranno i suoni alla foce del fiume Marecchia sperimentando diversi tipi di microfoni, apprendendo le basi dell’editing audio e l’uso creativo dei suoni ambientali per fare musica, e la sera stessa seguirà la presentazione dei lavori aperta al pubblico”, spiega Emiliano Battistini, musicista e sound artist, che lunedì 18 luglio condurrà invece una soundwalk alla scoperta dei suoni di Rimini, tra mare e centro storico (facebook.com/groundtosea). Infine, l’Associazione VacuaMœnia -impegnata in iniziative per lo studio del paesaggio sonoro siciliano- propone una soundwalknotturna nel territorio corleonese, tra campi, boschi, torrenti e antichi sentieri (vacuamoenia.net).
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