Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Crisi climatica / Approfondimento

La falsa soluzione della cattura di Carbonio a Ravenna

Traversara (RA) durante l’alluvione di settembre 2024. Proprio a 20 chilometri dal centro abitato le tubature del gasdotto del Ccs di Ravenna dovranno attraversare il fiume Lamone, esondato di nuovo nell’autunno 2024 © Michele Lapini

Il progetto di Eni e Snam permetterebbe di iniettare l’anidride carbonica di centrali e aziende in un giacimento esaurito al largo delle coste adriatiche. Le aziende proseguono con il loro business fossile con costi sociali elevatissimi

Tratto da Altreconomia 276 — Dicembre 2024

Gli eventi meteorologici estremi che hanno attraversato l’Europa tra settembre e novembre hanno lasciato un bilancio drammatico. In Italia, a fine settembre, alcune frazioni delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna hanno vissuto la terza tragica alluvione in meno di due anni. E proprio in queste zone, nel territorio tra Ferrara e Ravenna, Snam ed Eni stanno iniziando a sviluppare il primo progetto di cattura e stoccaggio della CO2 mai realizzato in Italia: il progetto Carbon capture and storage (Ccs) di Ravenna.

L’avvio delle attività di iniezione della CO2 nei giacimenti al largo di Ravenna è stato annunciato a inizio settembre 2024. In questa prima fase, il progetto prevede di “catturare” 25mila tonnellate di CO2 -un volume irrisorio e poco più che sperimentale- dalla centrale Eni di Casalborsetti, dove viene raccolto e processato il gas fossile estratto dalla stessa azienda da vari giacimenti offshore nell’Alto Adriatico. La CO2 sarà trasportata fino alla piatta

Per accedere a questo contenuto abbonati o acquista la rivista in digitale

Hai già acquistato la rivista o sei abbonata/o? Accedi per usufruire dei contenuti.

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.


© 2024 Altra Economia soc. coop. impresa sociale Tutti i diritti riservati