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Diritti / Approfondimento

Debito di patria. I curdi costretti a fuggire per aver rifiutato le armi

Un ragazzo di origine curda arrivato in Italia racconta la storia della sua fuga dalla Turchia. Non ci sono dati precisi sul numero di curdi presenti in Europa. L’Istituto curdo di Parigi stima una presenza tra 1,5 e 1,7 milioni di persone con la Germania al primo posto (tra 850mila e 950mila) seguita da Francia (230mila-250mila) e Olanda (100mila-120mila). In Italia sarebbero tra i 25 e i 30mila © Jessica Perra

La Turchia non riconosce il diritto all’obiezione di coscienza e i giovani curdi obbligati alla leva militare rischiano di trovarsi a combattere contro il proprio popolo. In molti scappano, ma ricevere protezione in Europa non è scontato

Tratto da Altreconomia 274 — Ottobre 2024

"Durante l’addestramento ti danno un’arma e io non voglio prenderla”. Muslum, 25 anni, è un cittadino turco di etnia curda proveniente da Şanlıurfa, una città nel Sud-Est della Turchia e giunto in Italia nel 2023 per evitare la leva obbligatoria. Come lui, altri giovani curdi sono costretti a migrare dalla Turchia per evitare il servizio militare obbligatorio, temendo di essere impiegati in operazioni contro il proprio popolo e di subire discriminazioni all’interno delle forze armate.

“Quando avevo 19 anni ho ricevuto la lettera di presentazione per la visita di idoneità al servizio militare -racconta Muslum-. Ti devi presentare alla caserma più vicina. Ero all’ultimo anno del liceo e, se sei uno studente, hai il diritto di posticipare il servizio militare fino alla fine dei tuoi studi. Una volta che ho ottenuto il rinvio per tre anni, sono andato a Londra”.

Sebbene il diritto all’obiezione di coscienza sia riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei Diritti umani, la Turchia

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