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La memoria può risvegliare la nostra società “sonnambula”

Scena tratta dal film La Rosa Bianca- Sophie Scholl © Ran Zag, wikipedia

Le storie di coloro che si opposero al nazismo ci spronano a non perdere fiducia nel bene. Nemmeno nei momenti più bui. La rubrica di Pierpaolo Romani

Tratto da Altreconomia 268 — Marzo 2024

“La lotta dell’uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio” ha scritto il poeta, drammaturgo e saggista francese di origine cecoslovacca, Milan Kundera scomparso a luglio 2023. C’è bisogno di memoria nella nostra società dove tanti fatti e persone che hanno inciso nella storia vengono raccontati e poi dimenticati in pochi giorni. La memoria dev’essere esercizio quotidiano, quel “portare avanti le idee sulle gambe di altri uomini” cui ammoniva Giovanni Falcone pochi mesi prima di essere assassinato. È un impegno a percorrere strade che portino a realizzare gli ideali, le utopie e i progetti per i quali tante persone hanno donato il loro tempo e la loro vita.

La memoria deve essere viva, va coltivata e per farlo servono degli strumenti, come i buoni libri. Uno che vogliamo segnalare è intitolato “La lama e la croce” (Libreria editrice vaticana, 2024) di Francesco Comina, giornalista, scrittore, docente, già coordinatore del Centro per la pace del Comune di Bolzano.

Racconta storie di persone, laiche e consacrate, animate da una grande fede che si sono opposte al nazismo e per questo hanno pagato con la vita. Nella maggior parte dei casi sono sconosciuti al grande pubblico, ma non vanno dimenticati. Il racconto delle loro vite è il frutto di un articolato lavoro svolto dall’autore che ha studiato i documenti, ha visitato i luoghi dove sono vissuti, ha incontrato familiari ed eredi delle vittime.

Le storie raccontate da Comina con un linguaggio semplice, fluido e coinvolgente (storie di persone, di gruppi, persino di un battaglione di soldati, che hanno vissuto tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento) offrono esempi di coraggio, di forza, di resistenza, di coerenza. Di disobbedienza civile. Trasmettono un messaggio potente: anche nei momenti più bui della storia di una nazione, di un continente, di un popolo, vi sono persone capaci di vedere oltre e di aprire spiragli di luce.

Sono nove le storie di persone -cui va aggiunta quella delle duemila reclute del reggimento SS-Polizeiregiment di Bressanone- raccontate nel libro di Francesco Comina. Sono Max Josef Metzger, Franz Jägerstätter, Franz Reinisch, Josef-Mayr-Nusser, Maria Angela Autsch, Walter Klingenbeck (Circolo di Klingenbeck), Eva Buch, Maria Terwiel, Heinrich Dalla Rosa

Gli antinazisti raccontati da Comina sono andati incontro alla morte con lucidità e forti della convinzione delle loro idee. Ricorda che due donne, Eva Maria Buch e Marie Terwiel sono salite sul patibolo recitando la pagina delle Beatitudini. Queste due donne e gli altri protagonisti del libro sono stati “coscienze libere che non hanno voluto piegarsi al culto dell’idolatria del potere e per questo sono state perseguitate, incarcerate e condannate a morte dopo processi farsa”, scrive l’autore. A loro si devono le fondamenta dell’Europa basata sulla pace e la libertà.

Torna alla memoria, sfogliando il libro, il compianto David Sassoli che ricordò i ragazzi della Rosa Bianca (il gruppo pacifista di resistenza antinazista) nel suo discorso di insediamento alla presidenza del Parlamento europeo nel 2019. Quello di Comina è un libro di formazione civile utilissimo per le scuole e non solo, che può contribuire a risvegliare le coscienze e gli ideali di una società italiana che il Censis ha recentemente definito “di sonnambuli”, formata da persone che si rifiutano di vedere i molti segnali negativi che si manifestano attorno a loro, primi fra tutti l’accentuarsi dell’individualismo, del razzismo, dell’odio, del nazionalismo, del sovranismo e del populismo. Delle guerre, possiamo aggiungere.

“La lama e la croce” ci ricorda che alcune persone hanno agito non tanto per dovere, ma perché animate da un grande spirito di libertà, di fede e di responsabilità. Il loro insegnamento è quello di non perdere la fiducia nel bene, nella possibilità di cambiare, impegnandosi in prima persona, anche nei momenti più bui della storia.

Pierpaolo Romani è coordinatore nazionale di “Avviso Pubblico, enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie

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