Ambiente / Attualità
Via libera alla “tangenziale” di Bormio, l’opera olimpica nella golena di un torrente
Regione Lombardia ha autorizzato a novembre la realizzazione della strada nella piana agricola dell’Alute, considerandola un’opera “funzionale” allo svolgimento di Milano-Cortina 2026. Circa 800 metri di lunghezza per un costo complessivo ipotizzato di sette milioni di euro. Interferendo con aree in dissesto idraulico e idrogeologico
A metà novembre la Regione Lombardia ha autorizzato la realizzazione della “tangenzialina” di Bormio (SO) nella piana agricola dell’Alute, considerandola un’opera “funzionale” allo svolgimento delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Una strada di 800 metri di lunghezza circa dal costo complessivo ipotizzato di sette milioni di euro -interamente a carico del pubblico, con i fondi del Programma degli interventi per la ripresa economica (“Piano Lombardia”)- per collegare la Statale 38 dello Stelvio alla zona delle funivie, nei pressi del cimitero cittadino. Con una rotonda da 50 metri di diametro realizzata “in rilevato” all’interno della golena del torrente Frodolfo (così come un primo tratto della tangenziale stessa), esondato esattamente in quel punto nell’estate 2023. E andando a interferire con aree in dissesto idraulico e idrogeologico incluse nel Piano di gestione del rischio alluvioni: una decisione paradossale assunta in un anno tragicamente segnato dalle inondazioni in Emilia-Romagna e Toscana.
Il progetto definitivo predisposto del proponente Concessioni autostradali lombarde Spa (Cal) -società in mano ad Anas e alla stessa Regione Lombardia con il 50% ciascuno- ha visto il rilascio del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) lo scorso 14 novembre, a seguito di una procedura spedita attivata nel maggio 2022, nonostante l’opposizione diffusa sul territorio -anche sotto forma di raccolte di firme autenticate- per gli impatti ambientali, paesaggistici ed economici di un’infrastruttura concepita oltre 30 anni fa e “sbloccata” solo attraverso il pretesto olimpico.
E nonostante i fatti accaduti nell’agosto di quest’anno, quando il torrente Frodolfo, dopo un giorno di forti piogge, è esondato nella propria area golenale, posta alla sua sinistra idrografica, con le acque che hanno completamente riempito la zona adiacente allo sbarramento della strada statale riversandosi nella Ss 38 e rendendola un fiume. Parlano le fotografie scattate in quelle ore.
Piani paesaggistici e tutele sono stati però sacrificati agli “obiettivi prioritari infrastrutturali di interesse e regionale e sovraregionale” stabiliti dal Consiglio regionale della Lombardia, che a giugno del 2023, da ultimo, ha incluso tra questi anche quella “tangenzialina” che taglia irrimediabilmente la piana dell’Alute, ambito agricolo “strategico” per il Piano territoriale di coordinamento provinciale della Provincia di Sondrio, “varco inedificabile” ed “elemento di primo livello della Rete ecologica regionale” (Rer).
Eppure già nella relazione istruttoria che accompagna la (positiva) Valutazione di impatto ambientale finale spuntano tutte le criticità dell’intervento. Verranno interessate infatti aree dalla pericolosità alluvionale classificata come “scenario frequente” del Frodolfo e del fiume Adda, o in dissesto idraulico e idrogeologico. La rotonda ricadrà addirittura all’interno della fascia di rispetto del Frodolfo di 10 metri, e parte del territorio in cui insisterà la tangenziale è classificato come “area prioritaria per la biodiversità” nonché “insieme paesistico di eccezionale importanza”. Secondo le prudenti stime della proponente Cal Spa, poi, il suolo permeabile che verrà definitivamente perso a causa della realizzazione della strada sarà pari a 10.270 metri quadrati di “prati stabili”, mentre 12.881 metri quadrati di suolo agricolo verranno sottratti per realizzare le opere. Senza che ancora siano dettagliate le modalità “effettive” dell’attuazione delle presunte compensazioni, non a caso “rimandate a una fase successiva previa condivisione con Comuni e Parco dello Stelvio”.
Per i lavori è stato previsto un unico campo base da 5mila metri quadrati nei pressi di quella che si potrebbe chiamare “rotonda sul fiume”, cinque macrofasi di interventi e 398 giorni di cantiere. Il tutto per aver pronta la strada “entro la fine di ottobre del 2025”, in vista delle Olimpiadi. Una strada che per la Regione -contemporaneamente socio del proponente ed ente autorizzante- “si può ritenere compatibile con riguardo agli impatti sulla qualità dell’aria” perché permetterebbe “un accesso alternativo agli impianti sciistici di Bormio per chi viene da Sud, e di creare -immettendosi sul nodo del Ponte dell’Eden- un percorso alternativo per e dalla Valfurva, sgravando il traffico lungo via Milano”. Un approccio novecentesco al “problema” del traffico: non si riducono le auto ma si raddoppiano le strade, consumando suolo agricolo.
Il Comune di Bormio guidato dalla sindaca Silvia Cavazzi ha sostenuto fin dal principio l’intervento, pur avendo a un certo punto ipotizzato, tramite dichiarazioni alla stampa locale, una sospensione dell’iter mai formalmente espressa, pretesa o tantomeno ottenuta nelle sedi deputate. Tra gli atti più recenti che confermano il perfetto allineamento dell’amministrazione comunale ai desiderata di Regione Lombardia c’è anche il parere favorevole della “commissione per il paesaggio” formulato il 5 ottobre 2023. Le ultime tre righe vanno lette da seduti: “La nuova tangenziale -scrivono i tre architetti membri della commissione- preserva pienamente l’interezza dell’Alute ponendosi al margine estremo, interrompendo un ipotetico dialogo tra Alute e Frodolfo, che data la caratteristica torrentizia ed ‘esondante’ del torrente non ha mai avuto valore storico agricolo”. Fantascienza.
Il comitato dei “Bormini per l’Alute” annuncia intanto il ricorso alle vie legali. “Non sono bastate le firme (di cui 1.000 certificate), i movimenti di piazza in ben un anno e mezzo, i pareri dei cittadini e dei turisti; non è bastata la natura che, con la seppur modesta alluvione di ‘agosto 2023’, ha mostrato con i fatti l’insensatezza di questa ‘opera’”, fanno sapere. Impugneranno sia il decreto di rilascio del Paur sia la delibera della Giunta comunale di Bormio che ha approvato di nuovo a ottobre 2023 il progetto definitivo della tangenziale (con buona pace delle promesse fatte in estate del suo congelamento). E aggiungono un “dettaglio” non secondario: “Siamo venuti a conoscenza che a qualche proprietario espropriando sono state fatte allettanti ‘proposte’. Le parole hanno un peso e un valore. La realtà è che con l’’atto dovuto’ per il procedimento al Paura l’Amministrazione ha posto un vincolo espropriativo su tutta l’Alute. Quindi i proprietari hanno i terreni vincolati per almeno cinque anni. Invitiamo tutti coloro che tengono alla propria terra di non fare passi falsi accettando ‘promesse’ e, anzi, di unirsi ai già numerosi proprietari espropriandi, cittadini anche non di Bormio e associazioni varie nei ricorsi legali già avviati”.
© riproduzione riservata