Diritti
Le ronde nere spaventano, e quelle verdi?
L’annuncio delle "ronde nere" in via di formazione ha giustamente scandalizzato. Come rivela il fondatore Gaetano Saya – un personaggio allarmante – nell’intervista a Peacereporter, si tratta di un’organizzazione di chiaro stampo fascista. Giusto scandalizzarsi, giusti gli articoli di…
L’annuncio delle "ronde nere" in via di formazione ha giustamente scandalizzato. Come rivela il fondatore Gaetano Saya – un personaggio allarmante – nell’intervista a Peacereporter, si tratta di un’organizzazione
di chiaro stampo fascista. Giusto scandalizzarsi, giusti gli articoli di "denuncia" sui quotidiani.
Diciamo però che questa candida indignazione risulta un po’ speciosa: l’istituzione delle ronde è di per sé un’aberrazione e si è fatto davvero troppo poco per contrastarne l’istituzione. Le "ronde nere" di Saya fanno impressione per i richiami al fascismo, ma qualcuno pensa forse che le "ronde" normali saranno composte da tranquilli, saggi e democratici cittadini; da sereni padri di famiglia pronti al dialogo?
Nel giorno stesso della pubblicazione di articoli e foto su Saya, il ministro dell’Interno ha ribadito che le ronde saranno un cardine del "progetto sicurezza" del governo: possibile che la natura anti democratica e la filosofia autoritaria della Lega Nord debbano essere valutate ancora con condiscendenza? Spaventa Saya e non allarma Maroni?
In Europa, se qualcuno non se ne fosse accorto, i partiti identitari e xenofobi stanno crescendo (vedi il British National Party in Gran Bretagna, le forze di estrema destra in Olanda, Ungheria, Romania, la nostra Lega); alcuni di questi hanno nel loro armamentario divise di riconoscimento e sono dotati di proprie "milizie". A nessuno dovrebbe essere sfuggito – per parlare dell’Italia – che da tempo attivisti, eletti, deputati e ministri leghisti indossano cravatte e fazzoletti verdi per essere ben riconoscibili e che le ronde, accolte come un fatto quasi goliardico, stanno diventando formazioni ammesse da una legge dello stato.
E’ lecito preoccuparsi. Quando le ronde saranno davvero nelle strade bisognerà girare al largo; se esistessero forze democratiche consapevoli, andrebbe lanciata subito una campagna d’opinione contro le ronde, in vista di una disobbedienza di massa tutta da immaginare.