Diritti
Maroni e il disastro morale del paese
L’immagine di Roberto Maroni, ministro degli Interni, che illustra trionfante su una cartina l’operazione detta di "respingimento" di un barcone carico di persone, intercettato in acque internazionali e consegnato alle autorità della dittatura libica, è la rappresentazione del regime di…
L’immagine di Roberto Maroni, ministro degli Interni, che illustra trionfante su una cartina l’operazione detta di "respingimento" di un barcone carico di persone, intercettato in acque internazionali e consegnato alle autorità della dittatura libica, è la rappresentazione del regime di apartheid e di violenza che guida il nostro paese.
Ci sono state anche reazioni di orrore e di scandalo, soprattutto al livello degli attivisti politici di base (ne fanno fede anche le telefonate ai "microfoni aperti" delle varie trasmissioni radiofoniche), ma i media hanno trattato l’argomento in chiave prevalentemente politico-partitica, come un buon colpo della Lega rispetto ai suoi alleati, e il mondo politico, anche di opposizione parlamentare, ha evitato di dire a Maroni come stanno le cose, e cioè che il respingimento del barcone è illegale e inumano, un atto violento che condurrà probabilmente alla morte decine di innocenti (il trattamento dei migranti in Libia è purtroppo ben noto) e che confligge con le normative italiane e internazionali sul diritto d’asilo.
Un importante esponente dell’opposizione, Piero Fassino, è arrivato a dire che si tratta di un’azione corretta e legittima, evidentemente accecato da un modo claustrofobico e autoreferenziale di concepire la lotta politica: Fassino crede che queste azioni contro i migranti – anche a costo della loro morte e della negazione del diritto – portino consenso e quindi prova a competere coi leghisti e la destra sul loro terreno.
La situazione del nostro paese è peggiore e più grave di quanto i più pessimisti fra noi pensassero: cinismo e crudeltà sono diventati pane quotidiano, l’apartheid è accettato con noncuranza, l’idea che delle persone vadano a morire per gli interessi elettorali di questo o quel partito è considerata normale (leggere, per credere, fra i tanti esempi possibili, l’editoriale della Stampa di oggi).
L’attuale classe dirigente politica e mediatica sta conducendo il paese al disastro morale.