Diritti
L’Italia, l’Onu, il razzismo
Il tema del razzismo è assai imbarazzante, di questi tempi, per l’Italia. Oggi il ministro Frattini ha fatto sapere che l’Italia non intende partecipare al summit dell’Onu sul tema, spiegando che il testo-base contiene affermazioni che sarebbero anti-israeliane e che…
Il tema del razzismo è assai imbarazzante, di questi tempi, per l’Italia. Oggi il ministro Frattini ha fatto sapere che l’Italia non intende partecipare al summit dell’Onu sul tema, spiegando che il testo-base contiene affermazioni che sarebbero anti-israeliane e che il nostro paese non intende sostenere.
Franco Frattini, data la modesta statura politica sua personale e dell’Italia, non è certo in grado di condizionare alcunché, ma è l’Unione europea che si trova alle prese con un passaggio difficile: la visione europea, sulla questione del vicino Oriente, tende sempre più a coincidere con quella statunitense, tradizionalmente schierati per una difesa senza se e senza ma dello stato ebraico, a prescindere dai fatti.
E’ comunque curioso che il nostro paese non partecipi a questa conferenza con la motivazione che un altro paese sarebbe vittima di una discriminazione tale da rendere non credibile il summit; l’Italia, da qualche tempo a questa parte, ha bisogno eccome di un confronto internazionale sul tema del razzismo.
Le discriminazioni contro immigrati e minoranze sono da noi quasi la regola e negli ultimi mesi, per via dei pacchetti sicurezza, della legge detta antistupri, dell’inusitata dichiarazione di "emergenza rom", l’Italia è stata additata come esempio negativo da vari organismi internazionali per le sue politiche xenofobe e lesive del principio d’uguaglianza.
L’ultimo caso è proprio di ieri, con la relazione del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. L’Italia non è assolutamente nelle condizioni di esprimere un’opinione credibile sulla scena internazionale in merito alla lotta al razzismo: dovremmo andarci, a quel summit, e soprattutto ascoltare.